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Esclusivo | Intervista a Barbara Crampton, da Stuart Gordon a Death House, passando per il ritorno sulle scene dopo un lunga pausa

09/11/2016 news di Alessandro Gamma

Al Festival di Sitges abbiamo incontrato l'attrice, che non vuole essere definita una scream queen e che ci ha raccontato come sono cambiati i ruoli femminili nel cinema horror

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Forse il pubblico femminile – e di una certa età – la ricorda per alcuni suoi ruoli televisivi, come quello di Leanne Love in Febbre d’amore (ruolo che le è valso il Soap Opera Digest Award), quello di Mindy Lewis in Sentieri o quello di Maggie Forrester Warwick in Beautiful, ma per gli appassionati di cinema horror il nome Barbara Crampton è associato senza dubbio a pellicole che hanno fatto la storia del genere come Re-Animator (1985) e From Beyond – Terrore dall’ignoto (1986), seguiti al fulminante esordio in Omicidio a luci rosse di Brian De Palma.

Abbiamo avuto il piacere di incontrare l’attrice al Festival di Sitges, dove è arrivata per presentare Beyond the Gates, pellicola in cui figura come attrice ma della quale è anche produttrice, ed è stata l’occasione per parlare così della sua carriera e dei suoi progetti futuri.

barbara-crampton-re-animatorPartiamo subito con una domanda tosta: come mai non hai mai lavorato con registi horror italiani, almeno negli anni ’80, quando in Italia il cinema di genere era ancora vitale?

Nessuno me l’ha mai chiesto! L’ultima volta che sono stata a Roma, un paio di mesi fa, ho incontrato Luigi Cozzi nel suo negozio Profondo Rosso, e mi ha rammentato che subito dopo avermi visto in From Beyond, aveva cercato di raccogliere dei fondi per un nuovo film e chi mi voleva come protagonista. Purtroppo non ricordo il titolo, ma poi non è mai stato realizzato… molti progetti finiscono così… Una volta al Texas Frightmare ho incontrato anche Ruggero Deodato, ma abbiamo soltanto parlato un po’. Per risponderti, nessuno me lo ha mai chiesto, avrei detto di si subito!

Visto che sei qui anche per ritirare un premio alla carriera, quali sono i tuoi ricordi dei primi film che hai girato insieme a Stuart Gordon?

Ho iniziato a lavorare con Stuart quando ero ancora molto giovane. In principio non ero stata scelta per il ruolo di Megan in Re-Animator, ma poi la madre della ragazza scelta ha letto la sceneggiatura e ne rimase scioccata, impedendo alla figlia di parteciparvi. Così hanno fatto una seconda sessione di casting, mi sono ripresentata e ho ottenuto la parte. Penso che Re-Animator abbia senza dubbio lanciato la mia carriera, quindi sono stata molto fortunata che quella madre abbia detto no. Sono stata molto contenta di quell’esperienza e Stuart e visto che andavamo così d’accordo – e anche con Jeffrey Combs ho lavorato bene – lui mi ha chiesto di continuare a lavorare con lui, così ho fatto From Beyond e ho continuato a rimanere nell’ambito del cinema di genere.

Ovviamente ho lavorato anche a diverse soap opera in America, ma questo mi ha aiutato a strutturare la mia carriera di attrice. Ho avuto la fortuna di lavorare per circa 12 anni praticamente ininterrotti in TV, passando da un progetto all’altro, e guadagnando pure di più che facendo film. Poi mi sono presa una pausa, mi sono sposata e avere dei figli. Poi dal nulla un giorno è arrivata la chiamata per You’re Next, chiedendomi se volessi far parte di questo piccolo progetto low budget. Cercavano un’attrice esperta che interpretasse il ruolo della madre e così ho accettato, il film è andato molto bene e da lì è rinata la mia carriera.

barbara-crampton-from-beyondQuindi sei contenta di essere considerata una scream queen?

E’ buffo che lo dici, perché non mi piace molto la definizione di scream queen. La considero un po’ abusata e sminuente. Tutte sono delle scream queen di questi tempi, specialmente sui Social Media… Lavorano a due film e improvvisamente si definiscono scream queen. Penso che abbia perso il suo valore, una volta poteva significare qualcosa … Possono chiamarmi così, ma di certo non mi fa gran piacere. Penso dovrebbero chiamarci in qualche altro modo, non so… forse ‘donne del terrore‘! [ride]

Mi puoi dire qualcosa sul tuo ruolo in Le Streghe di Salem di Rob Zombie? Alla fine sei stata tagliata dal montaggio finale…

In Lords of Salem dovevo aver molte più scene. Dovevano esserci anche un’altra decina di attori che in qualche modo avrebbero dovuto fare un cameo, ma siamo stati tagliati tutti. Rimane solo una mia fotografia… Non lo sento un film mio, al quale ho davvero partecipato.

barbara-crampton-youre-nextDimmi invece qualcosa di più sul tuo coinvolgimento in You’re Next. Ti ha scelto personalmente Adam Wingard?

A dire il vero mi ha scelto lo sceneggiatore, Simon Barrett. Lui incontrò Stuart Gordon durante un Fantastic Fest a Asutin, in Texas, mentre stava lavorando alla sceneggiatura. Simon è stato anche produttore di You’re Next, così disse a Stuart che stava cercando un’attrice che interpretasse una madre e fece il mio nome.

Stuart però gli disse che all’epoca mi ero ritirata dalle scene, che vivevo a San Francisco, mi ero trasferita da LA, avevo dei bambini ecc. Io all’epoca non pensavo davvero più al cinema, mi stavo solo concentrando sulla famiglia, facevo volontariato alla scuola elementare dei miei figli e cose del genere. Simon però decise di provarci comunque e così chiamò il mio agente, col quale tra l’altro non parlavo da praticamente 6 anni e rimasi sorpresa che avesse ancora il mio numero!

Quando mi chiamò mi spiegò l’offerta e ne fui molto sorpresa, gli chiesi se quanto meno non volessero vedermi prima, ma lui disse che volevano soltanto offrire a me la parte e di non fare troppe domande, sole dirgli se accettavo o meno. Così mi sono recata sul set, e non mi ero resa conto che avrei lavorato con tutti questi giovani filmmaker come Ti West e Adam Wingard, che in realtà non sapevo chi fosse, e poi Amy Seimetz e Joe Swanberg, tutti ragazzi fantastici, che erano amici e che collaboravano ogni volta nei film di ciascuno. Questa cosa mi ha colpito molto e mi ha dato grande ispirazione, tanto da riaccendere la fiamma della passione per la recitazione in me. Penso di essere stata anche fortunata a riapparire in un’opera che è stata tanto ben accolta come You’re Next.

Se fosse andata diversamente non credo che avrei ricevuto altre telefonate dopo. Sono molto grata a Simon, perché credo fermamente che la sua chiamata mi abbia aiutato tantissimo a ritornare nel giro. Non mi sono reso conto di quanto mi mancasse quel mondo fino a quando non ho ricominciato a lavorarci, specialmente con quelle persone. Mi sono divertita moltissimo e ho realizzato che la vita da madre è molto più difficile! [ride] Ora che i miei gigli sono cresciuti sto cercando invece di bilanciare i due mondi, e per adesso sta funzionando.

barbara-crampton-were-still-hereFacendo un passo indietro, quando hai deciso di dedicarti alla famiglia, hai lasciato soltanto il set o ti sei proprio ‘disconnessa’ totalmente dal mondo dell’horror?

Si, mi sono proprio disconnessa. Poco prima che mi sposassi, non avevo ancora quarant’anni, stavo già lavorando abbastanza poco. Sai che ultimamente ci sono state polemiche riguardo agli Oscar ‘troppo bianchi’ e ‘troppo maschili’, ma all’epoca alle donne della mia età venivano offerti ben pochi ruoli. Così, quando mio marito mi disse di trasferirci a San Francisco perché gli avevano offerto un posto là, non ho esitato un istante.

Volevo concentrarmi sulla famiglia perché mi sono risposata tardi e volevo avere dei bambini, quindi era importante per me immergermi totalmente in quel mondo e non sarei mai tornata sui miei passi se non avessi ricevuto quella chiamata. Magari a un certo punto avrei ricevuto una chiamata da qualcun altro, ma forse no, chi lo sa. Ora che vado verso i sessant’anni mi scritturano per ruoli di mamma, di badanti cattive, persone matte e villain! [ride] Ci sono più parti per le donne, anche per donna della mia età. Ad esempio in We’re still Here mi hanno dato un ruolo da protagonista, che è piuttosto raro, sia in film di genere che non. Penso che invecchiando ora mi diano la possibilità di scegliere tra più ruoli, e ne sono felice.

barbara-crampton-death-houseL’ultima domanda è su uno dei tuoi film in uscita, Death House. Cosa mi puoi dire di questa esperienza?

Ho iniziato a lavorare su Death House molto tempo fa. Il mio agente, Mike Eizenstat, è stato il primo ad avere questa idea. Lui ama i film di genere e ha molti clienti di questo giro, tra i quali c’era anche Gunnar Hansen. Così ne parlò a Gunnar e gli chiese di scrivere un primo trattamento che avrebbe dovuto coinvolgere molti dei suoi clienti, perché voleva vederli recitare tutti insieme ed era sicuro che sarebbe stato interessante, visto il loro stato di icone dell’horror.

Così Gunnar ha steso una prima bozza di sceneggiatura e io sono stata una delle prime persone contattate. Faccio parte del progetto – che ha cambiato un paio di registi nel frattempo – ormai da 6/7 anni. Sfortunatamente Gunnar è purtroppo scomparso di recente, ma Harrison Smith ha preso in mano le redini del progetto e ha un po’ riscritto alcune parti e contattato tutti gli attori che voleva che vi partecipassero e poi il mio agente ha ne chiamati altri della sua scuderia. Il film parla del Bene e del Male e di quello che significano. Credo che sarà interessante vedere alcuni attori in ruoli inusuali. Mi sono divertita moltissimo a lavorarci e spero sia venuto bene, non ho ancora avuto occasione di vederlo nemmeno io, ma è completo e in fase di post-produzione.

Il trailer di Re-Animator: