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[esclusivo] Intervista al regista Can Evrenol su Baskin – La Porta dell’Inferno

20/06/2016 news di Alessandro Gamma

Abbiamo fatto due chiacchiere con il regista turco, che ci ha parlato un po' della genesi e della lavorazione del suo primo lungometraggio e delle sue influenze

Dopo aver destato grande impressione alla sua presentazione al Toronto International Film Festival dello scorso settembre, Baskin – La Porta dell’Inferno, sconvolgente opera prima di Can Evrenol tratta dal suo omonimo cortometraggio del 2013, arriverà presto – un po’ a sorpresa – anche dalle nostre parti, direttamente in home video con il titolo Baskin – La Porta dell’Inferno. La trama ruota attorno a cinque agenti della polizia che dopo aver risposto ad una chiamata di soccorso si ritrovano loro malgrado invischiati in una lenta e terribile discesa agli inferi.

Abbiamo fatto due chiacchiere con il regista turco, che ci ha parlato un po’ della genesi e della lavorazione di Baskin e delle sue influenze

baskin poster 3Come sei arrivato a realizzare Baskin – Il film partendo dal tuo cortometraggio?

Il corto è stato portato a Sitges nel 2013 e, in quel frangente è stato proiettato subito prima di The Green Inferno e Eli Roth era presente. Così l’ha visto e ne è stato subito davvero entusiasta. Il giorno successivo allora, mi ha invitato a colazione e mi ha domandato se avessi già una sceneggiatura pronta per Baskin. Ho risposto di sì. Ho mentito. Quindi sono corso a casa con altri tre amici e insieme abbiamo scritto a velocità record lo script della futura pellicola, in circa una settimana. Eli Roth ha tenuto i diritti per finanziare Baskin per 6 mesi, poi è sparito. Tuttavia, il suo interesse ha attirato l’attenzione di altre persone e la cosa si è ingigantita celermente. Nei 6 o 7 mesi successivi, siamo tornati alla sceneggiatura molte volte e il film si è ovviamente trasformato nel tempo. Il 70% della storia però è ancora tale e quale a quella che abbiamo steso in quella prima settimana!

Raccontaci qualcosa il direttore della fotografia, Alp Korfalı, e del suo lavoro sul set.

Anzitutto io e Alp Korfalı abbiamo già collaborato in precedenza: abbiamo girato infatti alcuni spot televisivi insieme. È così che ci siamo incontrati. Baskin era anche la sua prima esperienza nella fotografia di un lungometraggio destinato al grande schermo, come lo era per me. Prima del film ci siamo incontrati e gli ho mostrato alcune scene di pellicole quali I Saw the Devil, Solo Dio perdona e del film d’animazione Ninja Scroll. Quelle sono state tra le nostre principali fonti di ispirazione per ciò che riguarda le luci e l’atmosfera della pellicola. Alp è un genio nella strutturazione delle luci e delle ombre!

baskin can EvrenolInvece per quanto riguarda le musiche hai avuto delle ispirazioni?

Anche qui sono diversi i modelli che ho avuto in mente. In particolare mi hanno ispirato alcuni grandi nomi come John Carpenter, Ennio Morricone, Clint Mansell e Cliff Martinez.

Cosa ci puoi dire degli effetti speciali e del make-up?

Abbiamo sperimentato molto e abbiamo realizzato moltissime cose che non erano mai state fatte nel cinema turco. Ovviamente è stata una cosa che ha creato molto stress, ma ci ha anche dato grandissime soddisfazioni ed io sono davvero felice del risultato finale.

Perché hai scelto come protagonisti degli agenti di polizia?

E perchè no? A parte tutto, non c’è stata una motivazione particolare.

can evrenolMehmet Abu è senza dubbio un personaggio che rimane indelebilmente impresso nella mente. Hai avuto in mente sin dal principio di farne un’icona horror?

Lui è veramente un’anima unica e un artista outsider davvero stupefacente, speciale. Lo potete trovare tranquillamente anche su Facebook con il suo vero nome, che è Mehmet Cerrahoglu.

In Baskin sembrano essere presenti riferimenti visivi anche a videogiochi come Silent Hill e altri di stampo orrorifico. E così?

Certamente. Ho una certa passione per il mondo dei videogame e sono cresciuto giocando e adorando videogiochi come Doom, Quake, Sanitarium, Dark Seed, Phantasmagoria e Mortal Kombat, che in qualche modo hanno influito sul bagaglio di immagini che ho portato – e porto – poi nelle mie opere.

Ci sono differenze tra la sceneggiatura originale e ciò che poi è strato realizzato nella versione definitiva del film?

Sì, ma se da una parte abbiamo cercato di pianificare il più possibile, dall’altra c’è stata anche una buona dose di improvvisazione sul set durante le riprese, che ha conferito più spontaneità al risultato finale.

baskin film 2Baskin è stato realizzato pensando più al mercato locale o l’hai previsto subito come qualcosa che potesse anche ‘sconfinare’?

Ho sempre mirato a raggiungere un pubblico che fosse il più ampio possibile, sperando che il film possa essere visto a livello internazionale e non solo locale.

Sei soddisfatto di come è stata accolto Baskin?

Posso dire che è stato un gran bel viaggio!

baskin film 3È stato difficile girare un film horror in Turchia?

Sì. Nei luoghi dove l’arte non viene sufficientemente apprezzata, qualsiasi tipo di vero cinema è molto difficile da realizzare.

La scena horror turca, negli ultimi tempi, ha avuto un notevole slancio con registi come Hasan KaracadağAlper Mestçi. Ci sono film o colleghi tuoi connazionali che apprezzi particolarmente?

Ci sono diversi nomi interessanti nella produzione di genere turca. Tra le pellicole che mi sono piaciute maggiormente ci sono un horror del 2006, The Little Apocalypse (Küçük Kıyamet) di Durul e Yagmur Taylan, e un film drammatico del 2015, Ivy (Sarmasik), di Tolga Karaçelik.

Di seguito il trailer di Baskin: