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[esclusivo] Intervista a Dan Starkey sull’alieno Strax, i tre Dottori e la Signora Hudson

20/03/2017 news di Redazione Il Cineocchio

Abbiamo incontrato l'attore gallese al Cartoomics, approfondendo il suo iconico ruolo nella serie Doctor Who

Dan Starkey, attore gallese conosciuto principalmente per i suoi numerosi ruoli in Doctor Who, dalla serie televisiva della BBC ai relativi spin-off e agli audiodrammi a essa legati, ha interpretato un gran numero di alieni, Sontaran e non, tra cui il più noto è Strax, che ha affiancato sia l’Undicesimo che il Dodicesimo Dottore nelle loro avventure. Tra gli altri suoi ruoli ricordiamo quello dell’hobgoblin Randal Moon in Wizard vs Alien e la sua partecipazione alla serie Class Dismissed nel ruolo di Dave.

Abbiamo incontrato Starkey nel corso del recente Cartoomics di Milano, dove era ospite nell’Area Fantascienza negli stand dello Star Trek Italian Club e di Ultimo Avamposto.

strax doctor whoVisto che questa è forse la tua prima intervista in Italia, mi piacerebbe cominciare dal tuo coinvolgimento nella serie Doctor Who

Partecipo a Doctor Who da quasi dieci anni ormai, ho cominciato quando hanno deciso di riportare nello show i Sontaran. E’ stato il mio primo lavoro televisivo e penso che sarei stato molto più nervoso se non avessi avuto addosso il risultato di tre ore di trucco prima di arrivare sul set. Abbiamo dovuto fare molte prove costume prima di trovare quello giusto, perchè si trattava di un avvenimento importante e volevano che tutto funzionasse al meglio. E’ stata un’esperienza strana la prima volta, specie perchè quando mi guardavo allo specchio vedevo riflessa una persona così diversa da quella che vedevo di solito, una sensazione davvero peculiare … non essere un umano, ma una patata! Dovevo svegliarmi alle 4.30 della mattina per cominciare a venir ‘immerso’ nel costume verso le 5.00 e andare in scena alle 8.00. Anche la privazione del sonno è stato un altro difficile elemento nel mix. Si tratta però di un programma davvero unico e molto divertente di cui fare parte.

Dicci qualcosa allora sul tuo rapporto con la fantascienza e il fantasy

Ero un grande fan di Doctor Who quando ero un ragazzino, ero solito leggerne le strisce disegnate e ogni libro che veniva pubblicato, disegnavo addirittura i miei fumetti. Poi, quando è arrivato in televisione è stato fantastico, persino meglio. Quando mi sono presentato per l’audizione è come se avessi avuto alle spalle trent’anni di ricerche quindi. Al di fuori di DW, ho seguito anche Star Wars e Star Trek e quando DW non andava in onda negli anni ’90 mi sono appassionato a Buffy – L’Ammazzavampiri. Ho poi sempre continuato a leggere i fumetti, soprattutto le opere di Alan Moore.

strax doctor whoHai lavorato con ben tre Dottori, nella tua carriera, David Tennant, Matt Smith e Peter Capaldi. Com’è stato trovarsi al fianco di ognuno?

E’ interessante. Il mio primo episodio l’ho girato al fianco di David, quando lui era già alla terza serie, ma DW era in assoluto lo show più importante della televisione inglese, quindi è stato incredibile potermi unire a loro. Matt aveva già una certa familiarità col ruolo, quando sono tornato, e cercava di dare a ogni ripresa un tocco nuovo. Con Peter è stato diverso, perchè ero presente nel suo primo giorno da Dottore. Lui è un attore molto esperto, ma andava in giro ripetendo quanto fosse nervoso e che avremmo dovuto perdonarlo per questo. E’ stato bello vederlo calarsi in quei panni e crescere durante le sue prime due settimane di lavoro. Lo scorso anno ho partecipato allo speciale di Natale, dove mi hanno permesso di avere finalmente la mia vera faccia sullo schermo, dopo diversi anni di costume di gomma, e ho ritrovato Peter totalmente padrone della serie, tanto che mi ha accolto con un ‘Bentornato nel mio programma!’. E’ stato bello aver assistito a questa sua maturazione.

Una curiosità personale: come ti sei preparato per interpretare una sorta di versione aliena della Mrs. Hudson di Sherlock Holmes nell’episodio A Good Man Goes to War?

Un’accostamento molto interessante… non ci avevo mai pensato in questo senso. La prima volta che ho ricevuto la sceneggiatura per l’episodio, che era anche la prima storia di Strax e sapevo soltanto che sarebbe stato un Sontaran, ho pensato: ‘Oh, sarà divertente, posso lavorarci su questo materiale!’ Aveva delle battute così divertenti e gli spettatori sono rimasti colpiti, anche se alla fine dell’episodio moriva in ogni caso. Il fatto che sia diventato però così popolare e che abbia preso parte a molti altri episodi è stato bello, perchè Strax è un po’ il classico pesce fuor d’acqua… Quando gli dicono ‘devi essere un’infermiera’, lui è un po’ infastidito, ma tira comunque fuori il meglio da una brutta situazione. Penso inoltre che tutti si possano ritrovare in lui in qualche modo. E’ un Sontaran scontroso, vuole uccidere la gente, ma deve essere gentile con loro. E’ un ruolo davvero divertente da interpretare. Per quanto riguarda il riferimento alla Signora Hudson, lei è si una governante, ma è sottilmente psicopatica anche lei… è una bella analogia e Una Stubbs è un’attrice meravigliosa.

strax doctor whoTu sei molto attivo sui social con il tuo account Twitter e partecipi a molte Convention: che rapporto hai con i fan, online e dal vivo?

Mi trovo molto bene. E’ bello sentire i fan che ti scrivono o vengono da te a dirti quanto amino il tuo personaggio. Sembra sempre che sia la prima volta che vengono in contatto con Strax, ogni volta che appare in un episodio. E’ davvero stupendo. Partecipare alle Convention è altrettanto bello, perchè quando lavori sul set non hai grosse occasioni per venire in contatto con il pubblico, quindi lì hai l’occasione di vederli e conoscerli. Non mi è ancora capitato che qualcuno si presentasse dicendomi di non aver apprezzato Strax. Quelli restano su Internet, mi va bene così!

Cosa c’è nel tuo futuro prossimo?

In quanto attore, sto continuando a fare audizioni, anche per ruoli teatrali nel Regno Unito. Sto registrando molto materiale audiobook con la Big Finish, storie riguardanti i Sontariani, con il War Doctor e anche un’altra cosa sempre con John Hurt dal titolo The Invisible Man. Un periodo molto impegnato insomma!