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[esclusivo] Intervista a Dante Lam su Operation Mekong

05/12/2016 news di Alessandro Gamma

All'ultimo Festival di Sitges abbiamo fatto due chiacchiere col regista di Hong Kong e la produttrice Candy Leung per approfondire la lavorazione del film e scoprire qualcosa sui prossimi progetti

Tra le figure del cinema d’azione contemporaneo di Hong Kong più importanti, il cinquantunenne Dante Lam è faticosamente arrivato a farsi conoscere anche dalle nostre parti con opere come Beast stalker, Fire of conscience e The Sniper.

Ospite all’ultimo Festival di Sitges per presentare la sua ultima fatica, Operation Mekong (Mei Gong he xing dong, la nostra recensione), abbiamo colto l’occasione per fare due chiacchiere col regista e la produttrice Candy Leung sulla lavorazione e per strappargli qualche notizia sul futuro.

operation-mekong-posterDal momento che il film si ispira a una vicenda realmente accaduta, vorrei sapere qualcosa in più sul perchè avete scelto proprio questa storia e come vi siete approcciati alla materia per renderla sul grande schermo

DL: Penso che Candy possa risponderti meglio di me su questo.

CL: Abbiamo scelto questa storia tre anni fa. Inizialmente volevamo realizzare un altro tipo di film, non un action, perchè Dante ha girato pellicole del genere per così tanto tempo che si era un po’ stancato. Inoltre, come saprai, Hong Kong è un posto piuttosto piccolo, quindi abbiamo fatto un esperimento e ci siamo spinti più lontano, fino alla Malesia. Dante è convinto che le scene d’azione debbano amalgamarsi al meglio con le parti drammatiche, altrimenti il pubblico non ne viene attratto. Quando questa compagnia cinese ci ha contattati per questo progetto, ne siamo rimasti molto colpiti. Nel 2011 tutta questa vicenda accaduta sul fiume Mekong aveva suscitato grande scalpore sui notiziari. Il mio capo aveva svolto delle indagini in loco, facendo molte ricerche e mettendo insieme tutto il materiale e quindi ci ha mandato gli sceneggiatori.

Molte sequenze sono state girate in Thailandia, con tantissime comparse e molti mezzi impiegati, inclusi elicotteri e motoscafi. E’ stato complicato girare lontano dalla Cina e gestire questo dispiego di attrezzature e uomini in terra straniera?

DL: In altri paesi ci sono abitudini diverse e differenti regole. La cosa più importante e più difficile è comunque stata mantenere tutti energici per poter continuare a lavorare, perchè il film è stato come una maratona. E’ stato complesso far si che tutti continuassero a correre senza sapere dove fosse il traguardo.

operation-mekong-dante-lamNel film sono presenti sequenze piuttosto forti che coinvolgono lo spaccio di droga e i soldati bambini. Hai avuto problemi con la censura cinese oppure è stato tutto ‘regolare’ visto che facevano parte della storia originaria?

DL: Come hai visto, alla fine di Operation Mekong compare la scritta ‘basato su fatti realmente avvenuti’, quindi quello che si vede è quello che è avvenuto davvero. Ovviamente i cinesi hanno la loro versione della storia e i tailandesi la loro, e la censura può essere un problema, ma per me è più un problema di sensibilità a come si affronta la materia trattata.

Per quanto riguarda gli attori, il cast è guidato da Eddie Peng, col quale hai già lavorato diverse volte (Unbeatable, Po Feng). Si può dire che tra voi ci sia ormai un certa intesa visto che continui a volerlo nei tuoi film

DL: La cosa che più mi accomuna a Eddie è l’approccio che abbiamo coi film. Ovviamente siamo diventati anche amici e questo è importante sul lavoro. E probabilmente siamo anche entrambi pazzi! [ride] Ci piace torturarci sul set.

Da quello che si può vedere, Operation Mekong sembrerebbe avere un budget piuttosto alto.

CL: Si, ogni penny che avevamo lo abbiamo messo sullo schermo, 200 milioni di renminbi [28 milioni di euro circa], decisamente un budget non piccolo, senza contare le spese per la promozione.

operation-mekongCi sono molte sequenze impegnative, ma ce n’è stata una particolarmente complessa da girare?

DL: Direi la sequenza di inseguimento con le barche. E’ stata la mia prima esperienza in questo senso e quel fiume in Malesia è stata la mia unica opzione. Inoltre, l’altezza del fiume è diversa ogni giorno lì, quindi non avevamo certezze sul percorso da poter seguire quando iniziavamo a girare la mattina. Un giorno potevi gettarti sul ramo sinistro perchè era abbastanza profondo e il giorno dopo no, perchè si era ritirato… Un problema per la continuità della sequenza. In più, c’erano oltre 30 imbarcazioni in acqua, una situazione difficile da gestire. Considera che tra tutto ho utilizzato 10 telecamere. Una situazione anche molto pericolosa per tutte le persone coinvolte, perchè le barche dovevano accelerare all’improvviso quando davo il segnale.

All’inizio di OM vediamo che la squadra speciale si allena all’interno di quello che sembra un vero campo di addestramento della polizia. Ti sei avvalso della collaborazione di esperti militari per le tattiche che vediamo poi impiegate?

DL: No, non abbiamo avuto una consulenza militare, perchè sono piuttosto esperto io stesso in materia. Mi sono divertito a fare ricerche in campo militare e sulle azioni delle squadre SWAT. Poi mi piacciono molto le armi. In realtà mi occupo io stesso delle coreografie delle scene d’azione dei miei film. In pratica spiego nel dettaglio quello che ho in mente al coreografo degli stunt chiedendogli di seguire le mie indicazioni. Questo accade perchè ho necessità di avere sotto controllo sempre il ritmo del film, per controllare e regolare il battito del cuore degli spettatori. Questo è il mio lavoro.

Ultima domanda di rito: hai già qualcosa che bolle in pentola come prossimo progetto?

CL: Abbiamo diversi film in mente, ma non abbiamo ancora capito quale sviluppare. In genere ci mettiamo 18 mesi a realizzare una pellicola. Operation Mekong non è stato semplice, ma il prossimo sarà molto più complicato. E’ collegato ai militari. Stiamo scrivendo la sceneggiatura in questo momento. Ci rivediamo tra due anni! 

DL: Sarà folle! [ride]

Di seguito il trailer internazionale di Operation Mekong:

Fonte: YouTube