Home » Cinema » Azione & Avventura » Esclusivo | Intervista a Marco Checchetto, da Punisher ad Han Solo, passando per Blade Runner 2049 e il DCEU

Esclusivo | Intervista a Marco Checchetto, da Punisher ad Han Solo, passando per Blade Runner 2049 e il DCEU

21/03/2018 news di Alessandro Gamma

Abbiamo incontrato l'artista veneto all'ultima edizione di Cartoomics, parlando a lungo dei suoi interessi cinematografici e televisivi, che ben si sposano con quello che è il suo lavoro su alcune importanti testate Marvel

Classe 1975, Marco Checchetto ha iniziato a lavorare come copertinista per la rivista PlayStation Magazine (è anche un grande appassionato di videogiochi), per poi spostarsi presto su Il Giornalino, dove disegna la versione italiana delle Teenage Mutant Ninja Turtles (premio If Cartoomics Coccobill nel 2006) e poi co-crea una serie dedicata a Spider-Man, che lo catapulta sotto la lente della Marvel. La Casa delle Idee gli affida così nel 2007 alcuni lavori su Deadpool e per alcune testate mutanti, mentre nel 2009 diventa disegnatore di Squadron Supreme. Da lì la sua carriera prende il volo e comincia a dedicarsi tra gli altri a Daredevil, The Amazing Spider-Man e a Punisher (con Greg Rucka), oltre che ai fumetti di Star Wars (L’impero a pezzi, Obi-Wan & AnakinCaptain Phasma). Nel 2015 si è invece occupato della sua prima creazione personale per la Panini Comics, Life Zero, in sodalizio con Stefano Vietti. Attualmente è al lavoro su Old Man Hawkeye.

Abbiamo incontrato il Checchetto al Cartoomics 2018 di Milano, parlando di cinema, serie TV, MCU, DCEU e del suo approccio al Punitore e a Star Wars.

Cominciamo dal tuo approccio al Punisher, come autore e come appassionato, le differenze con le versioni precedenti del personaggio e il suo passato 

Come sai, nel 2011, insieme a Greg Rucka, ho rilanciato la serie The Punisher. In questa nuova incarnazione del personaggio abbiamo ripensato un po’ anche alle  sue origini, lo volevamo più giovane percui abbiamo deciso di renderlo un reduce della Guerra del Golfo e non più del Vietnam. E’ una serie che mi è rimasta nel cuore, anche perchè Greg Rucka è uno scrittore fantastico. Ci eravamo ripromessi di non creare un Frank Castle così come era già stato immaginato in precedenza, quello che ad esempio impugnava due M-60 e crivellava tutti i suoi nemici… Abbiamo pensato a qualcosa di più realistico, tattico, più ‘militare’ e che affrontasse anche le conseguenze di un’esperienza traumatica come quella della guerra. Per poterci riuscire ci siamo avvalsi anche di un altro personaggio, il sergente Rachel Cole-Alves.

A livello prettamente estetico, non mi sono quindi ispirato ad altri fumetti precedenti di Punisher, quanto piuttosto a una serie di film action degli anni ’80 e ’90 e a videogame di cui sono appassionato, come le saghe di Arma Letale e Die Hard o Metal Gear Solid. Per farti un esempio specifico, alla fine del numero 4, Frank si scontra con l’Avvoltoio e rimane gravemente ferito, scompare per 100 giorni e all’inizio del numero 5 lo ritroviamo di nuovo in piedi ma ancora convalescente.  A questo punto Greg mi aveva chiesto di rappresentarlo con barba e capelli lunghi e una benda sull’occhio, sfregiato da un artiglio dell’Avvoltoio, per me è stato quasi naturale pensare subito al mio personaggio preferito dei videogames Big Boss di Metal Gear Solid…. Ne è nato quindi uno Snake Punisher! [ride]

Cosa pensi invece delle versioni cinematografiche (Il Vendicatore del 1989, The Punisher del 2004 e Punisher – Zona di Guerra del 2008) e televisive (Netflix) del Punisher finora viste?

Ti dirò, a me il Punitore di Jonathan Hensleigh con Thomas Jane e John Travolta non è dispiaciuto, sebbene sia bistrattato da molti. Mi è piaciuta molto l’idea del teschio ‘spruzzato’ sulla t-shirt ed alcune scene erano anche abbastanza ispirate, come il combattimento con Il Russo. E’un film chiaramente  poco violento e non c’è la carica eversiva della vendetta tipica del personaggio, ma le due ore scorrono senza annoiare. War Zone con Ray Stevenson invece non mi ha convinto, troppo grottesco.

La versione del Punitore di Netflix con Jon Bernthal invece mi piace moltissimo. Anche qui manca l’idea di vendetta, hanno un po’ giustificato questo suo modo di agire ed è un aspetto del personaggio che non puoi togliere … Non è certo un eroe, e forse nemmeno un anti-eroe … Frank Castle in fondo è uno psicopatico … Comunque, nonostante tutto, la violenza nella serie non manca e alcune scene sono parecchio disturbanti.

Visto che abbiamo toccato l’argomento, cosa pensi invece degli altri supereroi della scuderia Marvel/Netflix (DaredevilLuke CageJessica Jones Iron Fist)?

La prima stagione di Daredevil mi è piaciuta, almeno finchè lui non ha indossato il costume … E mi è piaciuto molto il Kingpin incarnato da Vincent D’Onofrio. Diciamo che non mi ha entusiasmato nel complesso. Nella seconda stagione mi sono divertito di più, ma sostanzialmente perchè c’era Punisher, mentre la parte con Elektra è decisamente la cosa peggiore … un personaggio snaturato rispetto al fumetto.

Va bene la riduzione televisiva, ma io ritengo che la natura di un personaggio debba essere sempre mantenuta. Luke Cage l’ho trovato un po’ pesantino, ma alla fine ha retto discretamente, mentre non mi sono piaciuti affatto Jessica Jones, troppo lungo e soprattutto Iron Fist e Defenders … Davvero pentito di aver buttato via tutte quelle preziose ore di vita.

E a proposito di snaturare, un altro personaggio che hai toccato con mano direttamente e che è arrivato in molteplici versioni sul grande schermo è Spider-Man 

Io adoro i primi due film – gli unici! – diretti da Sam Raimi, il terzo non lo conto [ride]. Sarà che all’epoca eravamo ancora sostanzialmente ‘vergini’ di questo tipo di adattamenti, ma ci sono affezionato. Il secondo rimane a mio parere a tutt’oggi il migliore cinecomic mai realizzato. Gli Amazing Spider-Man con Andrew Garfield, invece non mi sono proprio piaciuti. 

Marc Webb ha fatto un buon lavoro, ma Peter Parker è completamente sbagliato, non è quello dei fumetti è proprio fuori personaggio. Molto meglio invece il recente Homecoming, che ha centrato perfettamente lo spirito originario di Spider-Man e soprattutto di Peter Parker, che per me è la cosa più importante. Anche Tom Holland lo trovo azzeccato come casting.

Parlando di cattivi invece, secondo te come mai al cinema si fa fatica a trovare avversari credibili? 

In effetti nei film usciti fino ad oggi non sono molti i cattivi memorabili all’interno del MCU. Mi sono piaciuti molto l’Avvoltoio interpretato da Michael Keaton in Homecoming e l’Erik Killmonger di Black Panther. Purtroppo, specie negli ultimi anni, mi pare che si stia privilegiando l’incontro/scontro tra eroi, dimenticando tutto quel bacino meraviglioso di villain della Marvel che è enorme e che hanno un potenziale incredibile. E’ un peccato come hanno trattato il Mandarino in Iron Man 3 o Dormammu in Doctor Strange. Su Thor: Ragnarok preferisco sorvolare … Penso solamente al Dottor Destino, che meriterebbe addirittura un film solista. Vediamo se e come risolveranno la questione dei diritti in caso.

Saltando invece a Star Wars, dicci qualcosa del tuo rapporto con la saga di George Lucas, da autore e da fan 

Quando mi chiesero di disegnare la storia che avrebbe collegato Il Ritorno dello Jedi a Il Risveglio della Forza, la prima reazione è stata di terrore puro, perchè mai avrei pensato che sarei arrivato a realizzare qualcosa di Star Wars, un universo nell’immaginario di tutti da anni. Poi è sopraggiunta l’esaltazione, anche se è molto complicato disegnare un fumetto del genere, per due motivi: il primo è che deve essere tutto quanto coerente, bisogna rispettare costumi e mezzi nei minimi dettagli, non ci sono libertà in tal senso.

Per dire, quando ho realizzato Shara Bey, la protagonista di L’Impero a Pezzi, volevo che indossasse una tuta da pilota di A-Wing e un casco da pilota di X-Wing, ma non mi permisero di farlo e ci rimasi un po’ male ai tempi. Con il tempo ho capito cosa si può e cosa non si può fare, ci sono delle regole e vanno rispettate. Il secondo è che ogni personaggio deve essere disegnato in maniera riconoscibile, non può esserci un Han Solo che non assomiglia a Harrison Ford (almeno fino al prossimo film! [ride]).  In questo senso, mi sono ritrovato a fare un fumetto pieno di ritratti, per cui è stato molto complesso, più di quello che potrebbe sembrare.

Visto che l’hai menzionato, a breve arriverà nelle sale proprio Solo: A Star Wars Story di Ron Howard. Che idea te ne sei fatto?

Ho visto il trailer e sembra spettacolare, anche se ho un po’ paura per il protagonista, Alden Ehrenreich, perchè il peso del ruolo è enorme e in molti, io compreso, sono legatissimi all’Han Solo di Harrison Ford.

A questo punto un commento su Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve, con un Harrison Ford invece ‘stagionato’

Premettendo che il film originale di Ridley Scott è un caposaldo, con una colonna sonora che è tra i miei dischi favoriti di sempre, devo dire che a me non è affatto dispiaciuto. Trovo che non sia esattamente un sequel, non lo considero un Blade Runner, ma qualcos’altro, e visto così l’ho trovato affascinante. A me Denis Villeneuve piace molto come regista e nutro moderate speranze anche per il suo prossimo adattamento di Dune. Penso sia uno di quei pochi film di cui un rifacimento potrebbe essere migliore del primo tentativo.

Parlando della ‘concorrenza’, ovvero della DC Comics, qual è il tuo rapporto con quei fumetti e coi relativi film e serie TV?

Non seguo gli show televisivi [The Flash, Arrow, Supergirl, Gotham], sono prodotti un po’ troppo teen per me. Per quanto riguarda i fumetti, da ragazzino ho letto naturalmente opere come Il Ritorno del Cavaliere Oscuro e Batman: Anno Uno di Frank Miller o The Killing Joke di Alan Moore, tute ‘storielle’ insomma! [ride]. Saghe da esplosione cerebrale a quei tempi! Senza dubbio mi piacerebbe disegnare Batman prima o poi. Superman invece l’ho conosciuto coi film di Richard Donner. Gli altri personaggi DC non li conosco molto bene … Sono più un fanatico della Marvel.

La DC comunque vorrebbe lavorare con me, mi hanno contattato già in passato, ma per ora sono legato da un contratto  d’esclusiva con la Marvel, quindi se ne riparlerà tra qualche tempo. Venendo ai film, parlo di quelli recenti, non posso dire di essere certo un fan … Credo che siano un po’ figli di una rincorsa al successo delle controparti Marvel, che li porta a non avere una loro propria identità. Ben diverso il discorso sulla trilogia di Christopher Nolan, che ha avuto grande successo proprio perchè era qualcosa di ‘altro’. Anche questa fascinazione per gli universi condivisi porta, a mio parere, a snaturare le properties, finendo per non accontentare nessuno. 

Di seguito il video che ci mostra Marco Checchetto all’opera su uno sketch di Venom: