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Esclusivo | Intervista a Mick Garris, da Nightmare Cinema a Stephen King, passando per i film coreani

04/11/2016 news di Alessandro Gamma

All'ultimo Festival di Sitges abbiamo incontrato il Master of Horror, che ci ha parlato del suo nuovo progetto e del rapporto con il re del brivido e le cinematografie 'minori'

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Divenuto famoso per aver adattato per il grande e piccolo schermo svariate opere del maestro del brivido Stephen King (Shining, L’ombra dello Scorpione, Desperation) e per aver sceneggiato un paio di sequel di alcuni classici anni ’80 come Critters 2 (che ha anche diretto) e La Mosca 2, Mick Garris è però probabilmente noto al grande pubblico per aver ideato la serie televisiva antologia Masters of Horror, andata in onda per due stagioni su Showtime tra il 2005 e il 2007.

Al Festival di Sitges abbiamo avuto modo di incontrare il regista e sceneggiatore americano, qui presente in veste di giurato, parlando della sua amicizia con King, del suo nuovo progetto antologico e del suo amore per il cinema coreano.

mick-garris dantePartiamo subito dai tuoi progetti attualmente in fase di sviluppo, la serie Nightmare Cinema e il thriller sci-fi Invasion

Invasion è saltato, almeno per il momento. Si tratta di un grande progetto che spero venga preso nuovamente in considerazione prima o poi. Per quanto riguarda Nightmare Cinema abbiamo appena perfezionato l’accordo. Saremo io, Joe Dante, Alejandro Brugués, David Slade e Ryūhei Kitamura. Si tratta di un film antologico composto da cinque storie. Penso inizieremo le riprese a breve, abbiamo appena finito di raccogliere i finanziamenti necessari. Ognuno dei registi citati si occuperò di un segmento. Io mi occuperò anche della sceneggiatura del mio.

Puoi anticiparmi qualcosa del tuo segmento?

La mia idea doveva in origine far parte di una possibile stagione 3 di Masters of Horror, poi, visto che quell’opzione è saltata, l’avevo riadattata per farne un lungometraggio e siamo andati molto vicini a realizzarlo… Si tratta di una ghost story su un ragazzino di dodici anni che è un prodigio del pianoforte. Mentre si trova in macchina con i suoi genitori subisce un tentativo di furto dell’auto, madre e padre vengono uccisi e lui viene colpito mentre sta provando a scappare. Si risveglia così in ospedale, dopo essere stato morto per alcuni minuti. Ora che è stato riportato in vita, ma si trova ancora in condizioni critiche, è in grado di vedere le persone morte da poco intorno a lui, inclusa sua madre, che vorrebbe si lasciasse andare per averlo vicino a sè nell’Aldilà.

mick-garris-chocolate-mastersChe ricordi hai delle due stagioni di Masters of Horror e riguarda alla season 3 che non vedremo mai?

Molte persone sono rimaste deluse dalla notizia che non ci sarebbe stata una stagione 3. Per quanto mi riguarda, sono completamente felice che siamo riusciti a realizzare 26 film splendidi. Voglio dire, per quanto tempo puoi mantenere una qualità tanto alta? Così tanti show non fanno che peggiorare anno dopo anno. Ovviamente mi sarebbe piaciuto fare una terza stagione, ma sono contento che abbiamo lasciato all’apice. E’ stata una delle mie esperienze migliori.

Ho sentito anche di un tuo possibile progetto messicano…

Si, ho parlato con Pablo Guisa del Morbido Film Festival della possibilità di realizzare qualcosa tipo un Masters of Horror in lingua spagnola con registi del Sud America. Sarei più che altro un consulting producer, ma non si è ancora concretizzato nulla a riguardo.

So che sei interessato molto anche alla cinematografia della Corea del Sud

Sono stato due volte al Bifan, un festival di cinema fantastico che si tiene a Bucheon, in Corea e lì ho scoperto film come The Host, che è una pellicola incredibile, mentre qui a Sitges quest’anno ho visto opere come Train To Busan o The Wailing. Hanno un punto di vista davvero unico e visivamente appaiono molto ricchi, hanno alle spalle delle produzioni di valore e prendono molto seriamente il genere, non ci scherzano su.

mick garris stephen kingAndiamo indietro nel tempo alla tua passione per Stephen King

Il primo libro di King che ho letto è stato The Shining, quando è uscito nel 1977, e me ne sono subito innamorato. Ho pensato che fosse un racconto horror per adulti, non per teenager. E’ scritto con un rispetto profondo per il pubblico. E’ pieno di emozioni per quei personaggi, ci sono dolore, tristezza, rimpianto… In più a una sua voce, è come sedersi in una stanza e parlare direttamente con lui, è molto personale e intimo e molto aperto pure nei confronti dei problemi con l’alcol. Posso dire che King è un autore che è passato attraverso quello cui è passato Jack Torrance, sentirsi male per aver ferito un figlio mentre era ubriaco… è materiale molto potente.

Poi lessi L’ombra dello scorpione e praticamente tutto il resto. Ho avuto l’incredibile fortuna di lavorare direttamente con Stephen su I sonnambuli. In quel periodo mi disse che avrebbe lavorato da lì a poco sull’adattamento di L’ombra dello scorpione, ma io non ero molto convinto, perchè si trattava di un prodotto per la TV e io stavo cominciando a farmi un nome al cinema. Però si trattava di Stephen King, e di The Stand, quindi come potevo dire di no?? Da allora abbiamo lavorato spesso insieme. Credo che abbiamo molto in comune: i nostri genitori si sono separati quando eravamo piccoli, siamo cresciuti in ambienti senza troppi soldi, guardavamo Ai confini della Realtà. Abbiamo qualche anno di differenza, ma siamo abbastanza vicini per aver letto gli stessi libri, guardato le stesse serie TV e film. Ci sentiamo ancora, siamo amici.

Tu sei sia un regista che uno sceneggiatore, ma è capitato che qualche volta scrivessi per altri o dirigessi uno script non tuo

Dipende da quello che mi offrono. Fosse per me sceglierei di scrivere e dirigere sempre, ma scrivere è un lavoro molto diverso dalla regia. Quando scrivo sto da solo, leggo i giornali, vado in ufficio e lavoro un certo numero di ore che io decido. Quando dirigo devo essere al 100% per dodici ore al giorno, con decine di domande ogni minuto per le quali devo avere una risposta … La regia quindi è molto ‘sociale’, mentre la scrittura è molto ‘anti-sociale’. Ma ama entrambe queste due fasi. Quello che non mi piace è produrre, perché è un lavoro diverso. In ogni caso, mi piace dirigere una sceneggiatura scritta bene così come mi piace che una mia sceneggiatura venga diretta da un regista bravo.

the-shining-serie-tv-mick-garrisHai detto che leggi molto e guardi film di cinematografie ‘diverse’. C’è altro da cui prendi ispirazione?

Penso che la vita sia una fonte di ispirazione sufficiente. Come artista attraversi diverse fasi, anche spiacevoli. Ho perso due fratelli, alcuni amici stretti e entrambi i miei genitori. Provare questo genere di esperienze terribili come essere umano si riflette anche nell’essere artista, aiuta a viverle pienamente e non soltanto a lasciare che accadano. Per moltissimi sceneggiatori tutto quello che scrivono è basato su film o serie televisive che hanno visto. Io leggo molto e vedo molti film, ma la cosa più importante da sapere è che l’essere umano viene per primo, poi l’arte. Essere coinvolti in tutto quello che ci succede intorno, dalle opere caritatevoli al dibattito sulle elezioni presidenziali americane (sparatemi!), queste sono le cose che contano di più. Chi scrive basandosi su quello che ha letto o visto prima è molto limitativo, specialmente nel cinema di genere.

Dal momento che hai lavorato sia in televisione che nei lungometraggi per il cinema, quali differenze hai notato tra i due medium?

E’ solo una questione di tempo e soldi. Nei lungometraggi per il cinema di solito circolano molti più soldi. Nightmare Cinema ad esempio sarà realizzato con un budget bassissimo, anche rispetto agli standard di un show televisivo. Minore sono i soldi, maggiore però è il potere creativo che hai. Per i film, quando hai per le mani un cinecomic da 200 milioni di dollari, la Marvel ti dice cosa devi fare. Uno come James Gunn ha avuto però parecchia libertà espressiva nel fare Guardiani della Galassia. In TV, se hai un’idea, devi trovare il modo di metterla in pratica in modo economico e molto veloce. Devi inoltre preoccuparti degli spazi pubblicitari, delle pause ecc…

Il trailer di L’ombra dello Scorpione: