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Esclusivo | Intervista a Simone Bianchi, dalla bolla dei supereroi al cinema al collezionismo di tavole originali

06/02/2017 news di Alessandro Gamma

Abbiamo fatto una lunga chiacchierata con l'artista toscano, che ci ha aperto le porte del suo studio per parlarci del suo rapporto con il MCU e il DCEU, con i social network e con George Lucas

Simone Bianchi studio (2)

Agli appassionati di fumetti della Marvel, il nome di Simone Bianchi è certamente molto noto. Diciamo Marvel perchè negli ultimi 10 anni l’illustratore toscano ha lavorato in esclusiva per la Casa delle Idee, dove si è occupato di moltissime copertine e storie, tra gli altri, di X-Men, ThorSpider-Man e Star Wars, ma i più attenti sapranno che in realtà nel suo passato – e futuro – ci sono anche la DC Comics (specialmente Lanterna Verde e Batman) e la nostrana Bonelli (non ultimo il numero 200 di Dampyr).

Abbiamo avuto il piacere di fare una lunga chiacchierata con Bianchi direttamente nel suo studio/bottega, dove, immersi tra molte delle sue tavole storiche e alcune tele ancora in fase di completamento, abbiamo affrontato moltissimi argomenti, dall’invasione dei supereroi al cinema e in TV ai manga, dall’utilizzo dei Social Network al fenomeno del collezionismo di originali che sta prendendo sempre più piede.

simone bianchi x-menMarvel vs. DC Comics: da disegnatore per entrambe le scuderie, come vivi l’esplosione dei supereroi al cinema e in TV degli ultimi anni?

Guarda, personalmente sono d’accordo con quello che ha detto non molto tempo fa Steven Spielberg, ovvero che come per il western, anche il genere supereroistico è una bolla destinata prima o poi a sgonfiarsi. Lo dico con grande dolore e interesse personale, visto che per 10 anni ho lavorato in esclusiva per la Marvel, perchéè questa enorme visibilità dei supereroi nel mondo ha fatto bene a tutto il settore e a chi ci lavora dentro. Ovviamente spero che succederà tra vent’anni, quando ormai mi sarò ritirato a vita privata a suonare la batteria e coltivare l’orto! [ride].

Mi sembra abbastanza fisiologico comunque, ora stanno spremendo qualsiasi cosa. Stan Lee fu geniale, per molti aspetti ovviamente, ma soprattutto perché cominciò a progettare l’universo Marvel con l’intenzione specifica di trasformarlo in un universo cinematografico. E’ chiaro che negli anni ’70, se vi ricordate il primo film di Spider-Man [1977], mancavano il budget e le possibilità tecnologiche, mancava la CGI ecc. Venendo alla qualità dei film di oggi è chiaro che sia altalenante, alcuni mi piacciono di più, altri meno, però essendo io nato come ‘uomo Marvel’ sulla carta, ma lo stesso si può dire per la DC, tutto sommato rimango tale sul fumetto, nel senso che preferisco leggere queste avventure sulle pagine disegnate che vederle sul grande schermo.

Mi è un po’ passato l’effetto degli inizi … Quando vidi i primi due film dei Fantastici 4 e soprattutto il secondo con Silver Surfer, rimasi colpito perché era palesemente ispirato alle opere di John Buscema. Inizialmente in me, ma penso in tutti, c’è stata una sorta di eccitazione visiva e una curiosità nel capire come avrebbero reso dal vivo questi personaggi, ma è chiaro che dopo quasi venti anni, l’effetto sorpresa è un po’ scemato. Parlando invece delle produzioni al di fuori di questi due studi, i primi film degli X-Men, che sono Fox, sono i miei preferiti in assoluto e non solo i primi due, ma ad esempio anche Giorni di un Futuro passato mi è piaciuto tantissimo, ma più che altro perché adoro proprio gli X-Men come personaggi. Anche Deadpool, che ho visto poche settimane fa, mi ha divertito molto.

Premetto però che mi approccio a queste trasposizioni senza avere l’occhio critico di chi ha letto il fumetto alla base e nemmeno cinematografico, quindi diciamo in modo più leggero, non sono un fan oltranzista. Per dire, il Civil War di Mark Millar e Steve McNiven non c’entra nulla con quello che si è visto in sala, ma non mi importa. Trovo invece un po’ assurdo l’ennesimo reboot di Spider-Man. In termini assoluti invece, Watchmen di Zack Snyder è probabilmente la pellicola che ho più preferito in assoluto.

Per quanto riguarda invece le serie televisive Netflix come Daredevil o DC come Arrow, The Flash, Legends of Tomorrow ecc. le segui? Te lo chiedo per l’idea di serialità insita che magari è più simile a quella del fumetto di partenza.

Mi vergogno un po’, ma ammetto di non averne visto nemmeno un episodio delle serie DC… Arrow e Flash, da quanto ho potuto intravvedere, mi piacciono molto visivamente, come character design. Ho visto invece tutto Daredevil, essendo uno dei miei personaggi preferiti. Forse come forma mentis, lo show televisivo si adatta di più all’idea originale e permette di lavorare meglio sul supereroe.

Thanos Rising BianchiCosa pensi del lento e inesorabile abbandono degli X-Men – e dei Fantastici 4 – da parte della Marvel/Disney in favore degli Inumani ad esempio?

Allora, gli Inumani sono il mio gruppo preferito di sempre. Sono anni che rompo le scatole alla Marvel perchè mi faccia disegnare qualcosa su di loro! Da questo punto di vista sono quindi contento che si stiano sforzando di farli diventare i nuovi X-Men. Le dinamiche con cui si è arrivati a questo però sono piuttosto opinabili… Me ne duole sia dal punto di vista di un fan che da disegnatore. Come dicevo però, mi auguro che la bolla esploda il più in là possibile e non mi sento di criticare il meccanismo del marketing che guida i grandi studi che pensano solo agli incassi, perchè bisogna considerare tutte le persone che ci lavorano in queste produzioni, comunque con passione e professionalità, al di là del risultato finale che può piacere o meno al pubblico.

Tornando invece su un punto precedente, dicevi che la visibilità in sala ha dato nuova linfa anche alla carta. Come ti rendi conto dall’interno di questa cosa?

A dire il vero non ti so rispondere nel dettaglio, ma penso che le vendite di fumetti ne traggano giovamento. Posso dirti che per il mio L’ascesa di Thanos ho visto in prima persona un aumento significativo delle vendite dopo che il personaggio ha fatto la sua comparsa al cinema. Inoltre negli Stati Uniti il mercato del fumetto è sano, e penso lo sia anche grazie ai film. Ritengo che dal mio punto di vista sia un buon momento storico in cui vivere. Le dinamiche del mercato sono comunque strane e imprevedibili, ma recentemente si è assistito a un rinnovamento della base di lettori, basta vedere cos’è successo qui in Italia con la serie Bonelli di Tex, che è piuttosto particolare come genere, eppure ora ha moltissimi lettori appena maggiorenni.

Cosa mi dici invece di Star Wars e George Lucas? Anche qui fumetti, film e serialità si intrecciano…

Premetto che non ho ancora visto Rogue One, mentre Il Risveglio della Forza diciamo che non mi è dispiaciuto. Detto questo, io sono italiano, toscano nello specifico, cresciuto a pane ed Editoriale Corno, ma è diverso per molti miei colleghi americani, e ti cito il mio amico Mark Brooks in particolare, i quali sono cresciuti a pane, Marvel e Guerre Stellari, che è un po’ una religione per loro. Io non ho quel tipo di idolatria verso questa saga e mi sfuggono anche parecchie sfumature del fenomeno… Per quanto mi riguarda, la Lucas mi ha dato solo soddisfazioni e mi ha accolto benissimo.

L’albo che ho disegnato ha venduto tantissime copie ed è stato recensito come l’opera migliore che io abbia mai realizzato, anche se non lo è e mi fa un po’ rabbia, benché ci abbia messo il cuore. Certo sapere che George Lucas abbia acquistato alcune mie copertine e una ventina di pagine, che finiranno nel suo museo, è bellissimo e mi inorgoglisce. Sicuramente questa notizia mi ha dato maggiore visibilità rispetto a tutto quello che avevo fatto nei 10 anni precedenti. Se me lo chiedessi, ti direi che ridisegnerei tutto quello che ho disegnato per Star Wars, ciò nonostante amo sopra ogni cosa disegnare i personaggi della Marvel e alcuni di quelli della DC.

star wars simone bianchiVisto che l’hai accennato tu, qual è invece la cosa migliore che hai mai disegnato?

Penso di essere più legato alle mie copertine che agli interni. Lo scorso anno ho disegnato sei numeri di Amazing Spider-Man ed è stata un’esperienza tragica, sia per le scadenze che per chi ha colorato le tavole. Detto questo, quelle degli ultimi 3 episodi penso siano le tavole interne più belle che abbia mai realizzato in assoluto, e le più brutte uscite su carta… Ho trovato un equilibrio perfetto tra qualcosa di più grafico e un po’ più pulito e meno pittorico. Da un punto di vista fumettistico penso invece che il numero di Star Wars sia una delle cose più mature che abbia disegnato, più leggibili e pulite, funzionano bene. Come personalità invece dico forse la seconda run di Wolverine, dove oltre che con Jeph Loeb trovai un equilibrio perfetto con il colorista Simone Peruzzi

Come sta evolvendo il tuo stile?

Ho una risposta molto semplice: per gli interni sta andando in una direzione ‘mignolesca’, ovvero molto più grafica, meno pittorica e più ‘pulita’, pur continuando a piacermi molto l’idea di continuare a riempire le pagine di dettagli. Da un punto di vista delle illustrazioni sto andando sempre più verso la pittura, e spero che gli editor, i lettori e i collezionisti mi vengano dietro su questa strada. C’entra molto anche lo studio della musica, una cosa per cui ho pochissimo tempo purtroppo… Da circa sei mesi ho ricominciato a studiare le percussioni e la batteria e sento che quello che suono finisce in quello che disegno, anche se non riesco a spiegarti come, e penso ci entrerà sempre più nel futuro.

Michaelangelo Creation of Batman simone bianchiPensi ancora a una tua sceneggiatura? C’è qualche personaggio in particolare di cui vorresti scrivere una storia?

Ego Sum è sempre lì da finire… da qualche parte c’è pure il finale, ma non so quando succederà. C’è stato un momento in cui avrei tanto voluto scrivere, ma tra copertine, interni, due bimbi e la volontà di studiare meglio la musica sono stato risucchiato altrove. Ho anche quattro o cinque paginette per Batman che sono lì nel cassetto da 15 anni… Per il personaggio direi assolutamente Wolverine. Manca proprio il tempo …

Un personaggio che non hai invece mai disegnato e col quale vorresti cimentarti?

Ghost Rider e Actarus! Lui è fighissimo! Ci sono cresciuto. Ero piccolo, ricordo che lo vedevo in TV e rimasi folgorato da Goldrake. Non chiedermi però niente di anime giapponesi perchè ne so davvero poco… Ho visto i classici, come Akira e Ghost in the Shell, i film di Hayao Miyazaki, ma non ho una cultura specifica in merito.

E dei manga cosa pensi?

Non li seguo. Ho adorato Akira di Katsuhiro Ōtomo, che ha avuto una forte influenza anche sul mio lavoro e mi ricordo la miniserie in tre numeri di fantascienza 2001 Nights di Yukinobu Hoshino, che era stata pubblicata dalla Granata Press e vorrei rileggere. In generale, quella dei manga, è un tipo di estetica molto lontana da me e che non mi piace molto, appiattisce un po’. Mi piace da impazzire, di contro, il risultato che questo tipo di estetica – dei ‘robottoni’ e degli ‘occhioni’ – sortisce quando influenza artisti occidentali più cartoonizzati come Humberto RamosJoe Madureira. E’ un effetto strano, non so come spiegarmi questa cosa. Mi succede anche con la musica: a me piacciono i Metallica e gli U2 per esempio, così spesso mi è capitato di andare ad ascoltare quei gruppi che loro citano tra le loro influenze principali. Ci credi che difficilmente ne ho trovata qualcuna che mi sia piaciuta? Eppure questa è la cosa meravigliosa dell’arte, come ogni artista rielabori e faccia suo qualcosa di precedente, trasformandolo in qualcosa di nuovo e diverso.

supersons simone bianchiChe rapporto hai con i fan sui canali social?

Purtroppo esistono i social… una premessa importante. Nel senso che io li uso solo esclusivamente per lavoro. Chi mi segue sa che non pubblico mai immagini private. Diciamo che io gestisco personalmente i canali Facebook e Twitter, mentre mia sorella Gloria si occupa di Instagram. Le immagini da pubblicare però le scelgo tutte personalmente. Si tratta di un modo velocissimo di arrivare alle persone, portarle sul sito prima e alle fiere poi, perché conoscano il mio lavoro ed eventualmente facciano acquisti. E’ una parte del mio lavoro di cui purtroppo devo occuparmi. Certo non sono come alcuni che passano due o tre ore al giorno a rispondere ai post …

Quello è un discorso di comunicazione che capisco benissimo e rispetto, ma io non ne ho voglia, senza contare la tipologia di persone che spesso rispondono … Io vorrei solo dipingere e ascoltare/fare musica. Ogni tanto però leggo quello che dicono gli altri in bacheca, specie gli scrittori che ho tra i miei contatti.

Parlando di novità, mi sembra di capire che ti sia cimentato per la prima volta col personaggio di Superman per l’imminente Supersons …

Si, è stata la prima volta ufficiale che ho disegnato Superman. E’ stata una faticaccia, ma sono soddisfatto del risultato finale del viso. Ero partito un po’ da Christopher Reeve ovviamente, ma alla fine penso che abbia finito per assomigliare a Henry Cavill. Mi ha fatto diventare matto perché essendo un’icona classica bisognava stare molto attenti. Batman ad esempio mi viene molto più semplice. Anche Robin con la sua moto mi sono divertito molto a disegnarlo.

Simone Bianchi studioArriviamo infine al mondo del collezionismo di tavole originali. E’ un aspetto piuttosto recente del mondo del fumetto e tu ne hai vissuto l’esplosione. 

Diciamo anche che Internet e i cinecomics hanno aiutato molto in questi ultimi 15 anni. Io e Gloria abbiamo avuto molta fortuna in tal senso perché, partendo dagli albori, ho potuto subito contare sull’appoggio dell’agente di Alex Ross, Sal Abbinanti, che mi ha voluto nella scuderia Ross/Sienkiewicz/Bianchi. Da un punto di vista dei collezionisti mi ha dato molta credibilità, considerando che avevo 30 anni all’epoca. Poi nel 2009 ho deciso di comune accordo con Sal di affidare tutto il lavoro a mia sorella, ed è diventata la sua occupazione a tempo pieno. Avere un art dealer in casa – peraltro è l’unica che nel nostro paese segue di professione il management di un unico disegnatore – è senza dubbio un grande vantaggio. Adesso quello del collezionismo è un boccone che fa gola un po’ a tutti.

Essere già arrivato a un certo livello aiuta, ma è comunque una lotta. Sicuramente dove vanno a finire i tuoi lavori influisce positivamente sulla quotazione finale di un disegnatore, ovviamente la notizia del museo di George Lucas incide; quello che mi piacerebbe fare è iniziare una mostra itinerante in Italia con le mie opere, ma è una cosa molto complessa da organizzare. Io e Gabriele Dell’Otto credo siamo i due disegnatori italiani che soffrono di più quando vediamo una nostra creazione stampata su carta … e la pittura va vista da vicino per colpirti, è l’unico modo per vedere un’opera come è veramente. E naturalmente andrebbe a influire anche sulle quotazioni di mercato. Per capire un po’ come funziona questo mondo, consiglio di leggere Lo squalo da 12 milioni di dollari di Donald Thompson, i cui meccanismi – lì ci si concentra sulla fine art – si possono benissimo applicare al fumetto. Alla fine si dice che i pezzi più importanti sono ormai tutti finiti nei musei, non sono più in circolazione.

Fondamentalmente, quello del fumetto sta cominciando a sostituire un po’ il mondo dell’arte contemporanea, è un discorso meramente basato sulla quantità di pezzi in circolazione, che sono sempre meno. La fine art ovviamente lavora su volumi di denaro e clienti enormi, ma ora, per riempire il gap esistente tra il top come Damien Hirst o Andy Wharol, e chi fa l’accademia, c’è questo mercato emergente nel mezzo, anche per venire incontro ai numerosi giovani collezionisti, che vogliono comprare per piacere ma anche per investimento. Non è un caso che in Francia le opere di Hergé vengano battute a prezzi esorbitanti. E’ un dato di fatto che esista questo nuovo mercato e che tra molti anni sono certo che il valore di queste opere sarà cresciuto. C’è anche da dire che oggi ci sono molti giovanissimi, che magari già dopo la prima copertina ti chiedono cifre insensate per le commission …

Ecco questo, magari no. Dal lato dei collezionisti, è un mondo dove serve competenza e occhio e bisogna conoscere benissimo il mercato, non ci si improvvisa, e dal mio è un motivo per continuare a fare bene. Ora come ora rappresenta il 50% del mio lavoro in termini di introiti, ma queste entrate mi servono anche per tenere in piedi una elaborata struttura organizzativa che mi permette di dedicarmi esclusivamente al disegno e non pensare alle cose più pratiche!

Qui di seguito un breve filmato che abbiamo girato all’interno dello studio / bottega di Simone Bianchi: