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I diari dal 49° Festival di Sitges: il Cineocchio in Catalogna – Giorno 2

09/10/2016 news di Alessandro Gamma

Un sabato ricco di eventi, tra Zombie Walk, interviste a quattro super ospiti e la visione di tre pellicole tanto diverse quanto convincenti

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Il primo weekend di ogni Festival è per antonomasia il più affollato, di persone, di ospiti e di eventi. E Sitges non fa certo eccezione. Un sabato caratterizzato dai preparative per l’annunciatissima – e attesissima – Zombie Walk, che come si può intuire dal nome è stata una sfilata di appassionati – di ogni età – truccati da non morti per le vie della cittadina, tra concerti metal e proiezioni a tema. Una sorta di Halloween anticipato e proseguito fino a tarda notte che ci ha ricordato l’evento omonimo tenutosi qualche settimana fa a Milano in occasione dei 30 anni di Dylan Dog.

zombie-walk-2016-sitges-2Anche nei pressi del quartier generale, ovvero l’Hotel Meliá, la giornata è stata decisamente ad alto tasso di memorabilità. Vi anticipiamo soltanto che nel giardino interno, gremito di fotografi, televisioni e cacciatori di autografi, abbiamo incontrato nell’ordine il disponibilissimo Miguel Ángel Vivas (qui con Inside), l’assonnato Nacho Vigalondo (regista di Colossal), la scream queen (ma non azzardatevi mai a chiamarla così) dagli ipnotici occhi azzurri Barbara Crampton e Kyle Reese  – o Caporale Hicks se preferite -, Michael Biehn. Curiosi di quello che ci hanno detto? Beh, le interviste integrali le troverete nei prossimi giorni, quindi abbiate pazienza (ne varrà la pena)!

Ma quindi oggi niente proiezioni in anteprima? Certo che si, e ancora tre, anche se questa volta si è trattato di tre pellicole totalmente diverse l’una dall’altra. Andiamo con ordine. Risolti i problemi di aria condizionata nelle sale – e in sala stampa -, abbiamo aperto la giornata con Hell or High Water, sorta di western moderno ambientato nel Texas rurale bruciato dal sole destinato a diventare una piccolo classico, che viaggia lungo strade conosciute ma sempre con un taglio fresco e originale. La direzione di un David Mackenzie in stato di grazia è elettrizzante, la sceneggiatura di Taylor Sheridan (Sicario) è ricca, intrisa di oscuro senso dell’umorismo e profondamente penetrante, le musiche di Nick Cave Warren Ellis sono tanto country quanto puntuali e le interpretazioni dei tre protagonisti Chris Pine, Ben Foster e Jeff Bridges sono tra le migliori dell’anno. Un avvertimento: non avvicinatevi alla visione se non capite il texano stretto (e non avete sottotitoli).

zombie-walk-2016-sitgesNel pomeriggio abbiamo invece visto l’atteso Shin Godzilla / Godzilla Resurgence, 31° film della saga sul lucertolone atomico e primo prodotto dalla Toho dopo molto tempo diretto da Hideaki Anno e Shinji Higuchi. Un’opera piuttosto spiazzante e dal taglio inaspettato, che si concentra più che mai sui problemi burocratici messi in moto da un evento imprevedibile (l’ironia – o critica – verso il sistema giapponese è quantomai palese) piuttosto che sul Re dei Mostri stesso, la sua opera distruttiva e gli sforzi militari per provare ad arginarne l’avanzata. L’azione e le grandi sequenze nel solco della tradizione non mancano, ma gli appassionati potrebbero trovarsi davanti a una bella sorpresa.

A chiudere la giornata – prima della simpatica bomba d’acqua che ci ha sorpreso all’uscita costringendoci a rintanarci sotto i tendoni assieme a chi era in coda per la proiezione notturna… – è stato The Autopsy of Jane Doe del norvegese André Øvredal (Troll Hunter). Difficile parlarne senza spoilerare di cosa tratti veramente (il trailer e la trama lasciano intendere qualcosa che solo parzialmente è quello che è in realtà), ma si tratta di una pellicola che gioca bene tutte le sue carte, con spaventi all’apparenza telefonati che invece fanno balzare sulle sedie, claustrofobia e poi un twist con grandi ripercussioni generali che la rendono ancor di più interessante. Emile HirschBrian Cox, nei panni di padre e figlio medico legale che si ritrovano a dover fare un’autopsia notturna a una ragazza deceduta in circostanze misteriose, offrono una prova convincente, riuscendo a non rendere ridicole molte sequenze che in mano ad altri avrebbero potuto diventarle facilmente.

A domani per la nuova pagina del nostro diario iberico.