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I diari del FEFF18: giornata 6 da Udine

28/04/2016 news di Alessandro Gamma

Quello di oggi è stata ribattezzo - a ragione - lo Pyscho Horror Day: ben 8 le pellicole del terrore inserite nel programma

Mercoledì 27 aprile è stato ribattezzato Psycho Horror Day, e non a caso, visto che l’intera programmazione di questa giornata del Far East Film Festival è stata dedicata interamente all’horror.

the tag along posterAd aprire le danze alle 9.15 è stato The Priests, opera prima del coreano Jang Jae-Hyun campione di incassi in patria che vede l’iconico Gang Dong-won agghindato in abiti talari nei panni di un diacono che ha il compito di affiancare – e monitorare – l’esperto e sciatto sacerdote incaricato ufficialmente dal Vaticano di praticare un esorcismo su una studentessa coinvolta in un incidente che ha cominciato a manifestare sintomi sospetti. Horror demoniaco di stampo curiosamente cattolico marchiato da un’insolita cupa ironia, pecca un po’ sul lato degli effetti speciali e su alcune sequenze che soprattutto ad un pubblico italiano possono risultare eccessivamente sopra le righe e grottesche pur senza intenzionalità.

The Tag-Along di Cheng Wei-hao (Vic), record di incassi degli ultimi 10 anni a Taiwan, prende invece spunto da una vicenda davvero accaduta nel 1998 e documentata su video, in cui un’inquietante bambina vestita di rosso e identificata come un mosien, un demone della montagna che si nutre della paura e del senso di colpa delle sue vittime. Il regista infarcisce questa moderna leggenda urbana con altri spunti presi folklore locale e getta nella mischia una ragazzo la cui nonna scompare misteriosamente dopo essere stata in gita in montagna. Aiutato dalla fidanzata dj – che a metà film diventa la vera protagonista – cerca di far chiarezza sulla sparizione, ma i due si troveranno ben presto invischiati in un mondo soprannaturale che scaverà nel loro passato portando alla luce segreti che avevano cercato di dimenticare. Purtroppo l’interessante spunto di partenza orrorifico è poco più di un pretesto per mettere in scena le solite ‘raccapriccianti’ bambine dai lunghi capelli neri che si arrampicano all’impazzata sui muri (che qui ricordano Gollum e sono realizzate in una CGI davvero povera), anche se più o meno si intuisce che il vero intento del regista era di parlare del dolore, del rimpianto e dell’importanza della famiglia.

senior posterIl pomeriggio è cominciato con The Lovers and the Despot, documentario diretto a quattro mani da Ross Adam e Robert Cannan sugli incredibili rapimenti del regista sudcoreano Shin Sang-ok e della sua ex moglie e attrice Choi Eun-hee operati alla fine degli anni ’70 per ordine del dittatore della Corea del Nord Kim Jong-il, intenzionato a utilizzarli come cineasti fantoccio del regime con intenti propagandistici. I due, dopo anni di lontananza e soprusi (l’uno rinchiuso in un campo di concentramento e l’altra confinata nella residenza privata del ‘despota’), scoprono però che questa potrebbe rivelarsi un’assurda e pericolosissima occasione per riavvicinarsi. Narrato come una sorta di noir, i due registi si sono avvalsi di rarissime – quanto agghiaccianti – immagini di repertorio e persino di ancora più rare registrazioni audio dell’epoca.

E’ poi toccato a The Inerasable, ritorno di Yoshihiro Nakamura all’horror (è stato sceneggiatore di Dark Water di Nakata), adattamento del best seller da brividi Zange scritto da Fuyumi Ono nel 2012, peculiare declinazione del mokumentary – ne mantiene la struttura narrativa pur non applicandole gli stilemi visivi tipici – che racconta la stratificatissima vicenda di una famosissima scrittrice di mistery che, mentre sta cercando materiale per il nuovo libro, incappa nella lettera di una ragazza che descrive un’inquietante presenza che infesterebbe il suo appartamento. Incuriosita, la scrittrice inizia a indagare, scoprendo che in quello stesso stabile si sono verificati nel tempo numerosi suicidi e omicidi che rimandano tutti a elementi soprannaturali demoniaci sui quali però nessuno a mai indagato a fondo. Interessante senza dubbio nella struttura, ma lo svolgimento è eccessivamente prolisso, senza contare che le sequenze ‘sconvolgenti’ – che ci si aspetterebbe – latitano quasi totalmente.

Ultimo film del pomeriggio è stato il thailandese Senior di Wisit Sasanatieng – tratto dal suo primo romanzo – nel quale la giovane protagonista ‘sente – o meglio odora – la gente morta‘. Il Senior del titolo è il fantasma di uno studente che cerca la pace e per questo chiede alla ragazza di indagare sulle misteriose morti avvenute anni prima tra le mura della scuola cattolica che frequenta, all’epoca la residenza di una contessa poi assassinata in circostanza mai troppo ben chiarite. Assieme scopriranno che la matassa della verità è molto più intricata di quanto previsto. Prodotto senza dubbio curioso ma indirizzato a un pubblico di adolescenti (anche se non lesina sul problema del bullismo, affrontato piuttosto duramente), mescola diversi elementi del folklore locale con riferimenti diretti all’Europa (location dal sapore italiano e francese, Hansel e Gretel citato apertamente…) risultando visivamente molto interessante – e ben fatto – solo quando Senior si improvvisa ‘spiritello porcello’ tormentando un insegnante colpevole di un atto riprovevole.

silenced locandinaUno dei film più attesi è arrivato alle 19.30, ovvero Creepy, l’attesa nuova opera di Kiyoshi Kurosawa (già presentata al Festival di Berlino) che vede Takakura, un ex detective – ora insegnante di criminologia all’università – tornare in azione quando un giovane collega della polizia lo coinvolge per risolvere il caso irrisolto di una famiglia misteriosamente scomparsa anni prima. Indagando, i due scoprono ben presto che proprio il sinistro e instabile vicino di casa di Takakura potrebbe essere coinvolto. L’elegante Kurosawa prova a sprofondarci ancora una volta nella periferia malata giapponese, ma se le atmosfere sono come sempre affascinanti, l’ultima mezz’ora (il film dura 130′) che dovrebbe tirare le fila del mistero e rappresentare il climax orrorifico della vicenda risulta invece ai limiti del ridicolo, tra poliziotti ‘sbadati’ e siringhe che iniettano misteriosi quanto in-credibili veleni.

A risollevare un po’ le sorti della serata è stato il coreano The Silenced di Lee Hae-Young, fiaba nera d’atmosfera ambientata in uno sperduto collegio/sanatorio femminile degli anni ’30 in cui una dopo l’altra le giovani ospiti cominciano a scomparire in circostanze inspiegabili. A provare a far luce sulla vicenda è l’ultima arrivata, la tubercolotica Ju-ran (o Shizuko, in giapponese). Oltre con la sinossi è meglio non andare, perchè a metà il regista piazza un twist decisamente inaspettato per quella che all’apparenza si presenta come la solita storia di spettri. Ricostruzione impeccabile di ambienti e costumi, il film pecca però nel non prendere una direzione precisa, tra dramma adolescenziale, mistery e una terza via che scoprirete se avrete voglia di vederlo.

Questa lunga giornata si è quindi conclusa a mezzanotte con Keeper of Darkness, secondo film diretto da Nick Cheung che vede protagonista Fatt, un esorcista solitario, tatuatissimo e dai capelli bianchi, che gira per Hong Kong scacciando spiriti maligni e cercando di mettere in riga gli altri fantasmi. Sulla sua strada si mette però un pericoloso demone assetato di vendetta, intenzionato a non fermarsi davanti a nulla pur di trovare i colpevoli che hanno distrutto la sua vita e così Fatt deve accettare l’aiuto di una giovane e curiosa giornalista affinchè la situazione non precipiti. Ironico e quasi per nulla horror, pesca a piene mani dalle pellicole fantasy dell’ex colonia britannica degli anni ’80 aggiornandole, e sembra fatto apposta per lanciare un personaggio iconico che possa dare il via a un numero infinito di sequel (ma ci starebbe bene anche una serie televisiva alla Constantine)

Di seguito tutti i trailer di questo Horror Day:

The Priests

The Tag-Along

The Inerasable

Senior

Creepy

The Silenced

Keeper of Darkness