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I diari del FEFF18: giornata 8 da Udine

30/04/2016 news di Alessandro Gamma

Penultima giornata dominata dalla star Ryuhei Matsuda, presente in sala per la commedia Mohican Comes Home e dal thriller Saving Mr. Wu con l'altra superstar Andy Lau (purtroppo non presente al FEFF)

Venerdì 29, penultima giornata del Far East Film Festival, si è aperto con la proiezione di Our Times, opera prima della taiwanese Frankie Chan, una romantica commedia giovanile dove non manca qualche colpo di scena che vede protagonisti alcuni liceali alle prese con i primi patemi amorosi e conseguenti rivalità. E’ stata poi la volta di un’altra commedia, questa volta dal Giappone, Flying Colors di Nobuhiro Doi. Il film, ispirato a una storia vera, è interpretato da Kasumi Arimura, un’adolescente ribelle e un po’ superficiale che per smentire quelli che si limitano a giudicarla dalle apparenze decide di impegnarsi per diventare una studentessa modello e provare ad essere così ammessa a una prestigiosa università di Tokyo (il titolo è un’espressione idiomatica che indica l’ottenere risultati brillanti). All’apparenza scontato, si rivela meno banale del previsto.

mohican-comes-home-posterPrima opera del pomeriggio è stata come di consueto un documentario, Reach for the Sky, co-produzione tra Sud Corea e Belgio diretto da Choi Woo-Young e Steven Dhoedt che racconta l’insidioso e terribile Suneung, l’esame che gli studenti coreani devono affrontare alla fine del liceo il cui risultato determinerà il loro futuro professionale e sociale (solo l’1% riesce a entrare nelle università più importanti del paese). Sguardo inedito e crudo sulla società coreana e sulle regole sulle quali si basa. A seguire è arrivato il wuxia The Master, col quale il regista cinese Xu Haofeng continua nella sua personale esplorazione dello spirito e della tradizione delle arti marziali. Ambientato nella Tianjin coloniale degli anni ’20 – amministrata da un governo italiano – vede il maestro di wing chun Chen Shi, arrivato in città per aprire una sua scuola, dover lottare per proteggere il sistema di valori che sottende alla filosofia delle arti marziali in un mondo che sta cambiando vorticosamente, per di più in un sistema che strumentalizza politicamente i combattimenti (realizzati in modo molto realistico e ben poco stilizzati).

Curiosa e interessante la colonna sonora jazz, che ammanta una pellicola dove umorismo e un pizzico di romanticismo si venano di malinconia per i bei tempi andati. Ultimo film del pomeriggio è stato A break Alone del coreano Cho Jae-Hyun, alla sua prima regia dopo aver lavorato a lungo come attore nei film di Kim Ki-duk. Spaziando senza sosta tra due piani temporali grazie a un uso del montaggio molto libero e che più di una volta confonde lo spettatore, ma che riflette perfettamente lo stato mentale del protagonista, racconta la vicenda agrodolce di Gangjae, un uomo dalla vita apparentemente felice ma in realtà incredibilmente solo, che non riesce a dimenticare la vecchia amante, abbandonata in gioventù perchè spaventato dall’intensità dei sentimenti che provava per lei.

Saving-Mr.Wu_posterLa presenza in sala del protagonista Ryuhei Matsuda e del regista Shuichi Okita ha invece garantito a Mohican Comes Home le luci della ribalta della prima serata. Cercando di coniugare con risultati molto altalenanti e poco incisivi commedia leggera e drama, racconta del classico figlio buono a nulla che sogna di sfondare nella grande città (fa il cantante in una punk band), tornare mestamente all’isoletta rurale dove vivono i genitori insieme alla stralunata fidanzata incinta. Quando all’anziano padre viene diagnosticato un tumore terminale, decide però di impegnarsi per esaudire tutti i suoi desideri e renderlo così felice almeno una volta. Subito dopo è stato il turno di Saving Mr. Wu del cinese Ding Sheng, incredibilmente sciapo e soporifero thriller che pure conta sulla presenza della superstar Andy Lau, qui nel ruolo decisamente metacinematografico di una stella del cinema che viene rapita da alcuni malviventi pronti a tutto e assetati di denaro. La polizia inizia così una corsa contro il tempo per ritrovare l’uomo, prima che la scadenza imposta dai rapitori giunga, condannandolo per sempre.

Tratto da una vicenda reale, ed escludendo il prevedibilissimo finale ‘cinese’ (polizia esemplare, criminali brutti e cattivi ecc), è più che altro curioso e straniante per i riferimenti diretti a Chow Yun-Fat e Jackie Chan, ma pecca completamente su quelli che dovrebbero essere i punti di forza, ovvero ritmo e climax, inesistenti. A chiudere un’altra lunga giornata è infine arrivato Gamera 3: The revenge of Iris, terzo capitolo del 1999 del trittico diretto da Shusuke Kaneko, vede da una parte Gamera lottare contro i Gyaos e dall’altra una ragazzina in cerca di vendetta contro il mostro protagonista che alcuni anni prima, durante le sua devastazioni, aveva ucciso i suoi genitori. Senza abusare della CGI e usando ancora effetti speciali di vecchio stampo, l’opera mescola brillantemente il folklore passato con una sorta di pseudo-scienza moderna, mettendo in scena scontri impressionanti ed esprimendo al contempo tutto il timore dei giapponesi non solo verso gli eventi naturali catastrofici ma anche verso gli orrori della guerra atomica.

Di seguito tutti i trailer dei film della serata:

Mohican Comes Home

https://www.youtube.com/watch?v=sudyav2yMKk

Saving Mr. Wu

Gamera 3: The revenge of Iris