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I diari del Lido: il Cineocchio a Venezia 73 – Giorno 2

01/09/2016 news di Giovanni Mottola

Hollywood sbarca al Lido con i suoi divi per La La Land e La luce sugli Oceani in un trionfo di pubblico, ma un plauso va anche al documentario jazz I called him Morgan

Il desiderio di rendere omaggio alle vittime del terremoto, da un lato, e la paura che ormai suscita ogni occasione in cui si prevedono grandi folle, dall’altro, hanno prodotto un’inaugurazione senza sfarzo. Sonia Bergamasco si è rivelata una madrina perfetta: in un odierno incontro con la stampa ha infatti dimostrato che l’elegante sobrietà con cui ha presentato la serata di ieri non è stato un abito da cerimonia messo su per l’occasione, ma il suo vestito di tutti i giorni. Ha ricordato con umiltà quanto si sentiva impacciata, lei abituata al teatro, quando sostenne il suo primo provino con Silvio Soldini per il debutto sul grande schermo; ha rivelato di non aver mai avuto dubbi, lei che aveva lavorato con Strehler, nell’accettare il ruolo offertole da Checco Zalone nel suo ultimo film, Quo Vado?, pensando anzi che, al limite, si sarebbe pentito lui di averla scelta; ha mostrato di interpretare con lo spirito giusto la Mostra, dicendo che vede la competizione del concorso solo come un gioco, perché non è detto che i film premiati siano i migliori e ottengano poi nelle sale il maggior successo.

venezia fassbenderNon sappiamo se vincerà qualcosa, ma certamente otterrà successo La La Land di Damien Chazelle, che qui ha messo d’accordo critica e pubblico, e non è cosa che accada spesso. Dice Paolo Conte che “le donne odiavano il jazz” e infatti la protagonista Emma Stone odia il jazz, però si innamora del jazzista squattrinato Ryan Gosling, con il quale vive una storia fatta di musica, ballo, cinema e soprattutto sogni. Un musical pieno di ritmo, piacevole e a tratti persino commovente, in cui la tecnica del regista compensa appieno qualche pecca dei due attori protagonisti in fatto di canto e ballo, che non è propriamente il loro mestiere. Gli interpreti sono invece il pezzo forte dell’altro atteso film di questi primi giorni, La luce sugli oceani (The light between oceans, il trailer lo trovate in fondo), un melodramma in cui un reduce della Prima Guerra Mondiale (Micheal Fassbender) decide di isolarsi dal mondo accettando un posto di guardiano del faro. Con sua moglie (Alicia Wikander) è un perfetto idillio fino a quando lei ha difficoltà ad avere un bambino e il forte desiderio di maternità la spinge a commettere un’azione spregevole che finirà col rovinare la vita di quattro persone. Il film ha il difetto di indugiare più volte su inquadrature banali e retoriche, ma l’asciuttezza dei due protagonisti nella resa dei loro personaggi – accanto ai quali merita una menzione anche Rachel Weisz, non meno brava di loro – e la forza delle tematiche trattate lo rendono comunque assai apprezzabile.

venezia lido mostraQuesti due film hollywoodiani, così diversi tra loro, si somigliano sul fatto di non parlare solamente d’amore, ma anche delle scelte che si fanno e delle conseguenze che ne derivano: il primo, costruito con allegria su una sorta di “cosa sarebbe successo se…” ; il secondo, con toni drammatici sul tema “fino a che punto ci si può spingere nelle proprie azioni”. Entrambi hanno portato poi al Lido l’entusiasmo del pubblico, felice di vedere da vicino tre pezzi grossi del cinema americano (assente giustificato Gosling, sul set di Blade Runner 2), che si sono ampiamente concessi ai fan con foto e autografi. Sull’onda di questi due film, tra ieri e oggi le sale del Lido hanno registrato il tutto esaurito per qualsiasi proiezione, comprese quelle dei classici restaurati, con la solita coda di proteste di chi, dopo essere stato a lungo in fila, non è riuscito ad entrare.

L’unica proiezione disertata – tra quelle a cui abbiamo assistito – è stata nella tarda serata di ieri per il film I called him Morgan di Kasper Collin, interessante documentario sulla vita del trombettista jazz Lee Morgan, con immagini d’epoca e interviste ai musicisti che suonarono con lui. I presenti in sala erano pochi e dormivano quasi tutti. Peggio per loro.

A domani