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[I diari del Lido: il Cineocchio a Venezia 74] Pronostici e pagelle

09/09/2017 news di Giovanni Mottola

Permetteteci. No, noi ... scusate, noi siamo in due. Come antifurto, per esempio. O anche bocciati e promossi. Capite?

Arrivati all’ultimo vero giorno della Mostra – stasera avranno luogo soltanto le premiazioni, oltre alla proiezione del film di chiusura di Kitano Takeshi, Outrage: Coda – esponiamo i nostri pronostici sui vincitori. A seguire, trovate invece le pagelle di questa edizione. La prima parte va presa sul serio. La seconda non del tutto.

I PRONOSTICI

lazzarettoPer quanto riguarda il premio principale, cioè il Leone d’Oro per il miglior film, puntiamo su Mektoub, My love: Canto Uno di Abdellatif Kechiche. Già nei primi giorni, quando avevamo presentato una rosa di tre film lo avevamo inserito. A convincerci definitivamente sono state la sua capacità di provocare, scandalizzare, dividere e pure annoiare: tutte le caratteristiche necessarie per vincere. Per il secondo premio, ovvero il Leone d’Argento, anche definito come premio alla miglior regia, siamo per Foxtrot di Samuel Maoz. Questo regista libanese è appena al secondo film, ma già con il primo (Lebanon) era stato capace di vincere proprio il Leone d’Oro nel 2009. Ora si è confermato con una storia che vede i protagonisti succubi del Fato. Il Gran Premio della Giuria lo assegniamo a un altro dei film della nostra terna iniziale, The Human Flow, documentario di 140 minuti sul tema delle migrazioni realizzato dal regista cinese Ai Weiwei. Il tema e la nazionalità dell’autore solitamente non vengono trascurati in sede di premiazione. Difficilmente i film americani vincono nelle competizioni cinematografiche festivaliere (perché sarebbe banale e le giurie vogliono sempre stupire a tutti i costi), ma spesso ne vengono premiati gli attori. Quindi, propendiamo per Donald Sutherland (Ella & John – The Leisure Seeker di Paolo Virzì) per la Coppa Volpi maschile e per Sally Hawkins (The shape of water di Guillermo del Toro). Il ballottaggio al maschile sarà con Ethan Hawke, quello al femminile con Frances McDormand. Segnaliamo anche due premi minori: per la sceneggiatura Sandome No Satsujin (The Third Murder) di Kore-eda Hirokazu (molti dubbi); il Mastroianni al miglior attore giovane a Charlie Plummer per Lean On Pete (qui, nessun dubbio).

LE PAGELLE (rigorosamente in ordine alfabetico):

venezia 74 lido 2017Aria condizionata, 1 (da dividere col meteo, quindi 0.5 a testa): basta contare il numero di starnuti che si sentono al Lido.
Aronofsky Darren, 3: il suo Madre! è incomprensibile. Merita un anagramma.
Barbera Alberto, 6.5: media tra il voto al selezionatore (5) e quello al Gran Cerimoniere (8).
Cibo, 10: crostini con baccalà, gnocchi con granseola, bigoli in saor, capesante, fritti misti. Tutto buono.
Concorso Venezia 74, 6: ci sarebbe piaciuto dargli 9, ma anche 3. Invece un festival dove il film più apprezzato è Tre manifesti a Ebbing, Missouri (bello, ma dimenticato nel giro di sei mesi) rappresenta al meglio la mediocrità del cinema di oggi. Unici a far parlare come si conviene a una Mostra del Cinema Aronofsky (vedi sopra) e Kechiche (vedi sotto).
Conferenze stampa, 4: la fiera delle banalità.
Friedkin William, 3: quasi rinnega “L’Esorcista” per promuovere un documentario, da molti giudicato finto, che mostra Padre Amorth in azione. Per vedere cose serie sul tema, proiettare “L’Esorciccio”.
Giuria, giudizio sospeso: si vedrà in base ai premi.
Depardieu Gerard, 9: Vederlo che si asciuga il sudore in una sala dalla temperatura polare è la perfetta fotografia di un anticonformismo che è molto mancato in questo Festival. Nel discorso assai breve da lui tenuto, la parola più usata è stata “merda”.
Disegni Stefano, 8: Le sue vignette sul Ciak Daily, giornalino della Mostra, si dimostrano le recensioni più affidabili per il pubblico che deve decidere per quali film pagare il biglietto.
Forze dell’ordine, 10: perquisiscono con scrupolo tutti coloro che entrano negli spazi della Mostra. Eccezionalmente chiedono anche i documenti, come hanno fatto con noi una sera dopo una festa. Forse perché ci hanno colti mentre pedalavamo a zig-zag.
Hotel Des Bains, non pervenuto (ormai da anni). Come la temperatura di Cuneo.
Hotel Excelsior, 8: porto sicuro.
Ippoliti Gianni, 7: festeggia il ventennale del concorso per la miglior stroncatura (Coppa Codacons “Aridatece i soldi”) premiando un ragazzo che si è concentrato su Madre! A dire il vero, stroncature meno divertenti degli scorsi anni, ma lui non ne può nulla.
Isola del Lazzaretto Vecchio, s.v.: chiusa per restauro tranne una piccolissima porzione, dove non c’è nulla da vedere.

venezia 74 lidoKechiche Abdellatif, 8: purtroppo abbiamo perso il suo film. Ma ha scosso il festival, cosa che nessun altro ha saputo fare, prendendosi anche del “maiale” da una giornalista spagnola.
Madrino (Alessandro Borghi), la scelta si commenta da sola …
Manetti Bros, 9 (come i minuti di applausi conquistati dal loro Ammore e malavita): dementi ma ribaldi.
Mondanità (al Lido), 4: serate loffie, tutti a Venezia o a San Clemente.
Omaggi ai grandi vecchi morti di recente o in corso di Festival (Jerry Lewis, Jeanne Moreau, George A. Romero, Gastone Moschin), 0 (nel senso di nessuno e nel senso di colpa di chi non ha provveduto).
Programma cartaceo della Mostra, 3: come le pagine su cui è scritto e che non fanno capire nulla.
Ranieri Luisa, 8: novella Sofia Loren e madrina rimpianta.
Realtà Virtuale (VR), 4: non lascia traccia, come il suo presidente John Landis.
Rech Michele: chi?? (da leggere con la voce di Maurizio Mosca), vedi Zerocalcare.
Rosita (Ernst Lubitsch, 1923), 9: IL capolavoro di Venezia 74
Sala Giardino, 2: si allaga con facilità.
Vigili, 10: la nostra macchina, parcheggiata davanti a casa e mai spostata, in dieci giorni ha collezionato ben tre multe. Efficienza totale.
Zerocalcare, 0: presenza sfuggente.

A domani