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Intervista a Gianfranco Florio in occasione di La notte milanese del Dr. Fulci

29/03/2016 news di Redazione Il Cineocchio

Abbiamo fatto due chiacchiere con l'illustratore barese, che ha ideato e organizzato la mostra nel ventennale delle scomparsa del regista

Il 19 e 20 marzo scorso, presso lo Spazio 36 (viale Umbria 36 – Milano), si è tenuta la mostra ‘La notte milanese del Dr. Fulci’, evento organizzato dall’illustratore Gianfranco Florio per ricordare a 20 anni dalla scomparsa Lucio Fulci (avvenuta il 13 marzo 1996) attraverso le tavole di un gruppo eterogeneo di disegnatori (Francesco Abrignani, Antonio Campo, Gianfranco Florio, Fabio Folla, Giuseppe Fontana, Nicola Genzianella, Sergio Gerasi, Carolina Livio, Alberto Locatelli, Alessandro Mazzetti, Raffaele Riccioli, Luca Usai e Marco Zambelli), che hanno reinterpretato secondo il proprio stile alcuni dei film più significativi della carriera del regista romano.

Quello che segue è il resoconto della nostra chiacchierata con Florio.

notte milanese dr. fulci 4Come nasce la tua passione per Lucio Fulci?

La passione per Lucio Fulci è nata verso la fine degli anni ’90, intorno al ’98/’99, quando guardando su Telemontecarlo una rassegna di film horror, tra cui quelli di Argento, che era ovviamente più conosciuto, era apparso anche il trailer di Voci dal profondo. Incuriosito – anche dal fatto che fosse un film italiano – ho visto il film e ho poi approfondito la produzione dell’orrore di Fulci. Successivamente ho scoperto che quest’uomo, che si è rivelato per me un po’ ‘l’uomo delle sorprese’, aveva sperimentato molti generi diversi, inventandone persino alcuni, come ad esempio i musicarelli. Per cui sono rimasto affascinato dalla personalità dell’autore e così ho approfondito tutto ciò che lo riguardava, dai libro ai saggi, alle pellicole, a prescindere dalla maggiore o minore qualità, dal film più riuscito a quello meno riuscito. Lo apprezzavo soprattutto dal punto di vista emozionale, era sempre presente una fiammata, un suo tocco personale, in ogni sua opera. Inizialmente ho scoperto molto di lui grazie al libro di Michele Romagnoli, L’occhio del testimone, successivamente è arrivato Il terrorista dei generi e poi gli articoli e i dossier su riviste come Nocturno e Amarcord. Da spettatore notavo l’aspetto molto personale dei suoi lavori, qualcosa di diverso dal resto, soprattutto in quei film un po’ anarchici come L’aldilà, che hanno influenzato molto quello che è venuto dopo, si veda Kill Bill. Se poi si pensa al budget e alla genialità delle trovate sceniche e tecniche acquisisce inoltre ancor più valore, anche se magari oggi possono sembrare un po’ datate, ma ciò mi affascinava tantissimo perchè incredibili se contestualizzate all’epoca in cui sono state realizzate quelle pellicole.

notte milanese dr. fulciDa dove viene l’idea per questa mostra e come sono stati coinvolti i disegnatori e gli illustratori che vi hanno preso parte?

Tre o quattro anni fa ho iniziato a pensare di fare qualcosa per il ventennale della morte di Fulci. L’idea iniziale era di realizzare un fumetto di una certa estensione, perchè la produzione e gli aneddoti legati al regista per me costituiscono un mondo denso di stimoli che, come fumettista, rappresentano a loro volta molteplici fonti di ispirazione. Basti pensare che passava dal set di un western a uno di zombie a un’erotico… Tuttavia io sono soltanto un disegnatore, quindi avrei avuto bisogno di uno sceneggiatore che fosse innamorato quanto me di questo regista e che si immergesse del tutto nel progetto. Il tempo però passava e si avvicinava la data dell’anniversario e non riuscivo a trovare la persona giusta, per cui, pur mantenendo intatto il desiderio di realizzarlo un giorno o l’altro, ho optato per questa mostra. La versatilità di Fulci è sempre stata uno degli aspetti centrali che volevo trasmettere e all’interno dello studio in cui lavoro ho trovato un’affine varietà di approcci e stili al fumetto, quindi ho deciso di coadiuvare gli ingegni e incanalarli verso un tale omaggio. Sono molto fiero del risultato finale, perchè spesso manifestazioni simili risentono della mancanza di tempo – lavorativo – e sembrano afflitte da scarsa cura, mentre qui ho trovato da parte degli artisti coinvolti una grande disponibilità e un grande interesse, forse anche per il mio costante stressarli e parlare di Fulci. Gli ho fatto un vero e proprio lavaggio del cervello! Ne sono così scaturite molteplici visioni dell’opera del regista e ho lasciato a ciascuno degli artisti totale libertà su come tradurre nelle loro tavole il concept iniziale, io mi sono limitato a dare un input iniziale.

notte milanese dr. fulci 2Perchè hai privilegiato alcuni film piuttosto che altri nelle rappresentazioni?

Sono stato accusato di aver tralasciato grandi film e ne sono consapevole, ma ho fatto questa scelta anzitutto per prendere dei capisaldi di alcuni generi e in secondo luogo è prevalso un po’ di gusto personale. Per cui, ad esempio, ho scelto L’aldilà come rappresentante della ‘trilogia della morte’. Era necessario fare una cernita, legata in parte alle qualità specifiche di ogni artista, ma anche perchè alcuni film rappresentavano meglio di altri delle fasi importanti nel percorso del regista, come ad esempio Un gatto nel cervello, non solo rilevante [Fulci vi recita nel ruolo di se stesso] ma mi avrebbe permesso di inserire molti aneddoti legati alla lavorazione a latere. Ho iniziato a scegliere le opere che volevo trattare, considerando anche lo spazio limitato in cui sarebbero state esposte, e ho poi scelto i disegnatori a cui destinarle. E qui sono nati contrasti molto interessanti: ad esempio Luca Usai, illustratore Disney che lavora per Topolino da sette o otto anni e ha disegnato parecchie storie di Paperino, ha realizzato la tavola dedicata a Non si sevizia un paperino (che inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi Non si sevizia Paperino, poi ‘ritoccato’ per ovvi problemi), giocando così sul suo lavoro. Alessandro Mazzetti, che ha lavorato a Una sull’altra, è invece esperto di disegni erotici, mentre Nicola Genzianella, che ha realizzato quella di L’aldilà, aveva già familiarità con le vicende di vampiri e aveva addirittura già inserito Fulci in una storia di Dampyr, quindi gli abbinamenti non sono stati del tutto casuali. Alcuni artisti hanno invece proprio richiesto specifici film.

notte milanese dr. fulci 1Come si evolverà – o come speri si evolverà – questa iniziativa?

Alcune persone si sono presentate senza sapere di cosa si trattasse, ma molti altri erano veri esperti e appassionati. Mi piacerebbe portare la mostra a Bari, la mia città natale, e magari anche a Roma, la città di Fulci, provando a sfruttare il 2016, anno del ventennale. Sarebbe inoltre bello affiancarla al documentario La notte americana del Dr. Fulci dei ragazzi della MarechiaroFilm, che mi hanno già dato la loro disponibilità, e avere come ospite qualche esperto come Paolo Albiero [co-autore del volume Il terrorista dei generi]. E’ stata un’esperienza del tutto nuova per me, e anche un po’ faticosa, ma in definitiva sono molto soddisfatto di quanto realizzato, non solo per la risposta del pubblico ma perchè sono riuscito a far conoscere di più Lucio Fulci, e questo era l’obiettivo.