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Intervista a One Hitoshi, regista di Bakuman, vincitore dell’Audience Award 2016 al FEFF18

12/05/2016 news di Sabrina Crivelli

Il regista dell'adattamento del manga omonimo ha approfondito con noi il rapporto con il mondo dei fumetti e l'importanza della dedizione

Vincitore dell’Audience Award 2016, Bakuman (バクマン。) è stato senza dubbio uno dei film più interessanti presentati al Far East Film Festival 2016. La pellicola, diretta dal giapponese One Hitoshi, è tratta dall’omonimo manga scritto da Tsugumi Ohba e disegnato da Takeshi Obata, e racconta l’affascinante e iper-competitivo mondo dei mangaka. Protagonisti sono due liceali, Moritaka Mashiro, alias Saiko (Sato Takeru) e Takagi Akito, alias Shujin (Kamiki Ryunosuke), che decidono di creare insieme un manga e di pubblicarlo su una delle più celebri riviste nipponiche del settore, il mitico Weekly Shonen Jump. La loro sorprendente avventura inizia quasi per caso, quando Shujin scopre che Saiko ha un incredibile talento naturale per il disegno, quando vede il ritratto che il compagno di classe ha realizzato di nascosto della bella Azuki (Komatsu Nana), per la quale ha un debole. E’ proprio per conquistare la ragazza che uno dei due giovani protagonisti inizia la propria carriera di illustratore con l’inseparabile amico alla sceneggiatura.

bakuman 1Abbiamo incontrato One, il quale anzitutto ci ha raccontato che la storia è nata dalla sua personale passione per i manga, coi quali egli stesso “è cresciuto” e che hanno formato la sua personalità e “rappresentano circa il 36,5 % delle pubblicazioni giapponesi”, ossia un vero e proprio fenomeno di costume. “Per questo motivo” ha affermato, “una volta divenuto adulto ho voluto fare un film” incentrato su questa realtà. “Inoltre volevo trasmettere questa difficoltà, questo lavoro quotidiano così duro” di chi li crea – di norma si tratta di veri e propri team – non solo a livello locale, ma anche internazionale. Viene a tal proposito strutturata una descrizione quasi documentaria della vita nella redazione di Shonen Jump, che il regista ha definito “molto collaborativo” nel rendere possibile il ritratto della sua realtà lavorativa nella pellicola, esclusion fatta per “la riunione segretissima in cui scelgono quali opere pubblicare e quali no”, durante la quale “immagino dicano tutte le parolacce possibili e immaginabili [ride]”.

bakuman 2Tuttavia, ha rappresentato una fonte indispensabile, non solo la collaborazione con l’iconica casa editrice, ma anche il manga di partenza, da questa pubblicato a partire dal 2008. Interessante è stato quindi approfondire le difficoltà, le dinamiche e le possibili differenze nella resa filmica. “Sono circa una ventina di volumi” ha detto One, “ma considero adattabile al cinema un manga che duri al massimo 3 o 4 volumi, quindi sin dall’inizio ero consapevole che Bakuman non sarebbe potuto essere inserito in toto nella durata prevista”. Inoltre, se è prassi abbastanza comune in Giappone ispirarsi a una serie illustrata, “girare un film che rispecchiasse tutto il manga non aveva senso”, ma è stato necessario selezionare le parti e i personaggi da preferire. Un esempio può essere il personaggio di Azuki, in origine “troppo fantasiosa” per un film. In ultimo un linguaggio prevalentemente desunto “dal manga si trova all’inizio del film, poiché avevo in mente l’originale, ma dalla metà del film si assiste a un mutamento del linguaggio perché ho iniziato a lavorare a un mio arrangiamento e ad allontanarmi dalla fonte, inserendo una rilettura più personale”.

bakuman 6Altro elemento dominante è l’universo giovanile (aspetto già trattato nelle opere precedenti) e One ha dichiarato a riguardo: “Ho visto vari generi filmici, ma quello che mi affascina di più è quello incentrato sulla vita dei giovani. Ovviamente trattandosi di una storia drammatica a loro relativa, desidero che il pubblico di riferimento allo stesso modo sia giovanile”, aggiungendo poi sorridendo: “Mi piace anche molto girare sequenze con le belle ragazze!”.

Bakuman 3Per ciò che rigurda d’altro canto il messaggio ha affermato convinto: “Lavorare, lavorare. I ragazzi devono lavorare”, senza dubbio un argomento preso a cuore da Shujin e Saiko che, sebbene si impegnino duramente, raggiungono solo in parte l’obiettivo prefissato. Se, difatti, il motto vigente alla Shonen (non ufficiale) è “Amicizia, lotta, trionfo”, quello che più è trasmesso è la totale dedizione, che porta il giovane illustratore a rischiare la vita, anche se One sottolinea che è normale, poichè “se un uomo ha trovato qualcosa per cui combattere deve sapersi sacrificare, sacrificare la propria vita per conseguire i propri desideri”. Ciò non garantisce un lieto fine, almeno in Bakuman, il cui finale non è né positivo né negativo, bensì è volutamente aperto, perché non essendo ancora adulti, “non sono ancora realizzati” ma ancora “all’inizio della loro vita”.

bakuman 4Per ciò che concerne in ultimo la parte visiva, in particolare gli effetti speciali utilizzati per animare diverse sequenze, One ha dichiarato che, “considerando il mondo cinematografico internazionale, l’utilizzo delle tecniche di computer grafica e VFX sono indispensabili”, anche se per questioni di budget le produzioni giapponesi hanno meno possibilità di quelle hollywoodiane, ma grazie alla creatività è possibile superare questo gap. “La tecnica di End Roll nei titoli di coda” – ha poi portato come esempio – “non è sfruttata al massimo nel mondo cinematografico, ma essendo io un grande amante del cinema, nel concepire il film, desideravo che il pubblico si divertisse fino in fondo, fino alla fine, per questo ho realizzato tale sequenza”, aspetto che contraddistingue la sua intera scenografia. Altra scena particolarmente interessante è quella della battaglia a suon di pennini e di vignette che “sembrerebbe realizzata in computer grafica, ma per la quale in realtà la tecnica impiegata è il Projection Mapping” che viene considerato analogico dacché combina la proiezione di figure al movimento degli attori stessi.

Dalle complesse dinamiche creative del mondo dei mangaka, alla drammatica storia di due ragazzi che cercano di affermarsi, fino all’originale unione di girato, live action e animazione, alla trattazione insieme lirica e scanzonata di diverse tematiche esistenziali, Bakuman è una pellicola più profonda e matura di quello che potrebbe sembrare, dal trailer ufficiale sottotitolato qui di seguito: