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John Landis: “Ho detto a mio figlio Max di non fare il remake di Un lupo mannaro americano a Londra”

13/09/2017 news di Redazione Il Cineocchio

Il regista del classico del 1981 ha parlato del progetto e di come lo sta vivendo da papà

lupo mannaro americano

Qualche mese fa, Max Landis ha fornito un piccolo aggiornamento sullo stato del remake che intende finire di scrivere e dirigere di Un lupo mannaro americano a Londra (An American Werewolf in London), diretto nel 1981 a suo padre John.

Ora, nel corso di una nuova intervista, è stato chiesto proprio al regista che cosa pensi dell’iniziativa di suo figlio, rivelando che potrebbe essere un boomerang per la di lui giovane carriera. Landis Sr., che ha candidamente affermato che il suo coinvolgimento nel rifacimento si fermerà al ‘percepire denaro’, ha detto:

Un lupo mannaro americano a Londra (An American Werewolf in London)Sinceramente, non ho visto la sua sceneggiatura. Gli ho consigliato di non farlo. Penso che si stia mettendo in una brutta posizione. Mio figlio è brillante, lo è davvero, e lui vuole farlo. Allora cosa devo dire? No? So che non sarà così brutto come Un lupo americano a Parigi, che era merda. Quindi, non lo so. È un grande scrittore. Scrive da quando aveva sette anni. Ha scritto una serie di sceneggiature su questi personaggi chiamati Yelp e Dopey, due cani muti, quando aveva meno di dieci anni. Erano così divertenti.

La situazione è quindi questa. John Landis non è contrario all’idea che suo figlio metta mano sul classico dell’81 perchè lo ritiene prezioso e foriero di bei ricordi, ma per l’ammirazione paterna e per il pensiero delle possibili conseguenze in caso di accoglienza negativa del film finito. Nella sua intervista, Max Landis aveva dichiarato di essere ben consapevole di mettersi addosso un bersaglio mobile portando avanti il progetto, pienamente consapevole quindi che alcuni fan saranno senz’altro prontissimi ad attaccarlo una volta uscito nelle sale. Tuttavia, pare lo stesso disposto a rischiare … anche perchè, quasi sicuramente uscirà meglio della pellicola di Anthony Waller del 1997 …

Fonte: Collider