Home » Cinema » Azione & Avventura » John Woo comincia a girare Manhunt a Osaka

John Woo comincia a girare Manhunt a Osaka

20/06/2016 news di Redazione Il Cineocchio

Il regista cantonese prova a tornare ai fasti del passato avvalendosi della collaborazione di Gordon Chan e di un cast internazionale

John Woo, il celebre regista cantonese dietro a capolavori del cinema d’azione come A Better Tomorrow, The Killer e Hard Boiled, ha iniziato le riprese di Manhunt a Osaka, Giappone. La produzione della Media Asia da 40 milioni di dollari è un remake del film del 1976 interpretato da Ken Takakura, che a sua volta è stato adattato dal romanzo di Kimi yo Fundo no Kawa o Watare di Juko Nishimura.

Manhunt-woo-locandinaIl cast internazionale scelto da Woo comprende la star cinese Zhang Hanyu (The Taking of Tiger Mountain), i giapponesi Masaharu Fukuyama (Like Father, Like Son), Jun Kunimura e Tao Okamoto, l’attrice sudcoreana Ha Ji-won (Duelist) e la cantante cinese Christine Fan Wei Qi. Anche la squadra dietro a Manhunt è ricca di talenti cinesi e giapponesi, tra cui il produttore Gordon Chan e il direttore della fotografia Takuro Ishizaka.

Manhunt racconta la storia dell’avvocato internazionale Du Qiu (Zhang Hanyu), che si ritrova accusato di aver ucciso una collega dopo la sua festa d’addio. Il detective Yamura (Masaharu Fukuyama) è chiamato a inseguire Du, ma quando questi riesce a scappare più volte, il detective hard-boiled inizia a maturare un certo rispetto per il fuggitivo, cominciando a credere alle sue dichiarazioni di innocenza. Alla fine, i due uniscono le forze alla ricerca della verità. 

Le riprese dovrebbero proseguire fino a ottobre, per un’uscita nei cinema cinesi nella primavera del 2018.

Mentre l’ultima opera in due parti di John Woo, il disaster movie ‘alla Titanic’  The Crossing, non è riuscita a catturare i fasti passati, Manhunt lascia pensare a qualcosa di più vicino ai capolavori dei primi anni ’90, grazie anche ai nomi coinvolti e a tematiche come tradimento e lealtà molto care al regista.

Fonte: Screen Anarchy