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La curiosa storia di come Gizmo dei Gremlins è diventato un Furby giocattolo

22/03/2018 news di Redazione Il Cineocchio

Ovvero di come la Hasbro ha provato a fare la furba e, dopo essere stata scoperta dalla Warner Bros., ha deciso di porre rimedio con una joint venture molto redditizia per entrambe le società

Ogni Natale per i genitori di tutti il mondo scatta la ricerca spasmodica del regalo perfetto per i loro pargoli. Non sempre è facile, ma c’è stato un anno, il 1998, in cui non v’è stato dubbio alcuno su quale fosse il giocattolo del momento: il Furby! Il simpatico animaletto peloso, perfetto sostituto elettronico di un cane o di un gatto, era stato difatti distribuito con notevole successo dalla Hasbro in tutto il globo terraqueo e ogni bambino in età scolare ne aveva richiesto uno ai propri mamma e papà. Risultato? Furono venduti milioni di Furby, tanto che la produzione continuò senza sosta anche con l’avvento dei primi anni 2000.

Con i suoi enormi e teneri occhioni, le buffe orecchie, i corpi tondi e pelosi e le bocche a forma di becco, tali simpatici pupazzi interattivi erano – sono – sostanzialmente un incrocio tra un gufo e un orsetto, risultando comprensibilmente irresistibili e dando la possibilità di sperimentare ai più piccoli come fosse prendersi cura di un animaletto domestico, senza la responsabilità e l’onere per i genitori di adottarne uno in carne e ossa. Il Furby fu dunque una vera e propria rivoluzione nel design dei giocattoli, aprendo la strada a una miriade di simili robot casalinghi; eppure il suo aspetto non era poi così innovativo, anzi c’era qualcosa di molto familiare a ben vedere … Non ci volle molto per rendersi conto infatti che la nuova creazione della Hasbro fosse invero mutuata sull’adorabile aspetto del Gizmo del film Gremlins di Joe Dante, fatto che immediatamente prospettò un’azione legale ai danni dell’azienda produttrice di giochi da parte della Warner Bros., che del celebre mostriciattolo filmico deteneva ovviamente i diritti e che non era stata affatto consultata.

Contrariamente a quanto paventato, lo studio cinematografico, che all’epoca era in ottimi rapporti con la Hasbro, non intentò però una causa, ma piuttosto iniziò una fruttuosa collaborazione e, nel 1999 realizzò un prototipo speciale del Furby, modellato direttamente proprio su Gizmo. Il nuovo modello non aveva solo l’aspetto del piccolo protagonista dei Gremlins, ma aveva anche la “la vera voce di Gizmo” (come era stato astutamente pubblicizzato in TV) ed era un’edizione limitato a ‘soli’ 250.000 pezzi in tutto il mondo. La joint venture tra le due società, la creazione del mash-up Gremlins Furby e la relativa operazione commerciale confermarono dunque i sospetti che la Hasbro si fosse fin troppo sfacciatamente ispirata al creature design del film, cosa resa palese dal giocattolo stesso in arrivo nei negozi. Difatti alcune minime variazioni, come il cambiamento dei colori della pelliccia e l’aggiunta di braccia e gambe simili a quelli dell’esserino canterino, bastarono per trasformare immediatamente l’animale robotico in quello fantastico al centro della celebre pellicola del 1984.

La maggior parte dei consumatori era però completamente ignara delle controversie che ne determinarono la creazione. Joe Dante in persona parlò del complesso dietro le quinte della vicenda in una sessione Ask-Me-Anything su Reddit nel 2015, confermando la storia sulle origini del Gizmo Furby quando un fan gli chiese cosa pensasse della linea di giocattoli anni ’90.

“Divertente che tu lo chieda”, rispose il regista. “Il produttore Mike Finnell e io notammo una certa somiglianza tra Furby e il Mogwai, e lo facemmo notare alla Warner Bros. Poco dopo venne messo in vendita Gizmo Furby e, senza dubbio, una certa somma ha cambiato mani a mo’ di risarcimento”.

In ultimo, la Hasbro promosse l’edizione limitata del Furby con uno spassoso spot (lo trovate in chiusura), che ricreava la scena di Gremlins in cui Rand Peltzer (incarnato da Hoyt Axton) entrava in possesso per la prima volta di Gizmo. Sebbene poi la pubblicità destinata al piccolo schermo riproponesse le rigide linee guida fondamentali per i possessori di un Mogwai (non esporlo alla luce, non dargli cibo dopo la mezzanotte, ecc. …), il giocattolo rispondeva anche agli stessi stimoli dei Furby tradizionali. Era così in grado di comunicare con la semplice pressione di un pulsante sul petto e di interagire con tutti gli altri modelli.

Dato il numero comunque limitato che ne è stato prodotto, e soprattutto i 20 anni trascorsi, non è molto comune imbattersi in un Gizmo Furby al giorno d’oggi, ma con un’attenta ricerca su eBay potrete facilmente accedere ad alcune decine di questi giocattoli ad un prezzo quasi ragionevole: un massimo di 200 dollari se ancora inscatolati, 50 dollari per quelli già aperti e ‘giocati’.

Di seguito la clip dal primo film dei Gremlins in cui Billy incontra Gizmo: