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Voto: 6/10 Titolo originale: Avengers: Infinity War , uscita: 25-04-2018. Budget: $300,000,000. Regista: Joe Russo.

Avengers: Infinity War, la recensione del film firmato Anthony e Joe Russo

25/04/2018 recensione film di William Maga

Tutti i supereroi uniti contro Thanos, cuore viola pulsante della prima parte di un dittico che si concluderà solo nel 2019, tanto gargantuesca quanto frustrante per il suo finale sospeso

thanos avengers infinity war

Cosa si è disposti a fare per (ri)portare equilibrio nell’universo? È una domanda che innumerevoli personaggi hanno dovuto porsi nel corso della storia del cinema. Eroi e cattivi – Jedi e Sith, hobbit e Oscuri Signori … – hanno da sempre tentato incessantemente di rovesciare le sorti del Bene e del Male, in un modo o nell’altro. Pochi però hanno avuto in mente una soluzione tanto concisa come Thanos (Josh Brolin). Ed è questo ciò a cui ci conduce Avengers: Infinity War, un film – e il suo villain -, dopo un decennio faticosamente passato a mappare e a meticolosamente realizzare le intricate narrazioni del Universo Cinematografico Marvel. La Marvel ha fatto una promessa ai suoi fan quando Samuel L. Jackson ha indossato la prima volta la benda sull’occhio di Nick Fury e ha rivelato al Tony Stark di Robert Downey Jr. l’Iniziativa Avengers alla fine del primo Iron Man: tutto sarebbe culminato a un certo punto nel tempo qui.

Ha quindi raddoppiato questa promessa più e più volte nei seguenti dieci anni di film del MCU, alzando la posta in gioco ogni qualvolta una nuova Gemma dell’Infinito è stata gettata nella mischia o che il Matto Titano ha fatto una delle sue rare apparizioni sul grande schermo. L’attesa è ora finita e il Guanto dell’Infinito è saldamente sulla mano sinistra di Thanos. E i fratelli registi Joe e Anthony Russo ci offrono una ricompensa di proporzioni galattiche, seppur il finale lasci una certa amarezza per come tutto venga lasciato in sospeso in vista della seconda parte, prevista per il 2019.

Thanos è rimasto in agguato ai margini del MCU per anni, tirando fili e orchestrando trame nell’ombra, come l’invasione della Terra di Loki (Tom Hiddleston) nel primo film degli Avengers o l’assalto di Ronan a Xandar in Guardiani della Galassia. Dopo aver perso la pazienza per tali sotterfugi e possedendo già alcune delle sei Gemme dell’Infinito, il Matto Titano decide così di scendere in campo e sporcarsi le mani, andando a cercare personalmente alcune di quelle che gli mancano e mandando i suoi fedeli servitori sulla Terra per recuperare quelle custodite da Visione (Paul Bettany) e dal Dott. Strange (Benedict Cumberbatch).

Avengers: Infinity War non introduce molti nuovi personaggi, considerando il cast di partenza incredibilmente numeroso con cui doveva lavorare (anzi, un paio di volti noti mancano proprio del tutto). I ‘Figli di Thanos’ compongono proprio quattro di questi volti inediti, attestandosi tra i tipici scagnozzi baldanzosi e fintamente crudeli e la carne da macello: molto curati nell’aspetto, non contano un granché nell’economia generale del film. E lo schema sul tavolo qui è davvero molto vasto. Per non rovinare nessuno dei camei presenti – almeno un paio dei quali davvero sorprendenti – Avengers: Infinity War trascina nella in gioco supereroi e loro spalle dai mondi di Iron Man, Captain America, Doctor Strange, Black Panther, Guardiani della Galassia, Thor, Spider-Man e i Vendicatori.

E altrettanto incredibilmente, la pellicola dei fratelli Russo riesce a rendere giustizia a ognuno di questi personaggi. Alcuni di loro ottengono poche battute nei 140′ di durata, o solamente un paio di inquadrature nel corso di una delle battaglie che si susseguono praticamente senza sosta, ma è comprensibile. La sensazione è che lo spazio sia stato comunque ben bilanciato, senza lasciare indietro nessuno, inframmezzando anche con brevi – forse troppo – momenti emotivi e drammatici il susseguirsi di scontri dagli effetti speciali ad alto budget.

Due fattori aiutano in tal senso. Per prima cosa, salvo alcune eccezioni, si tratta di personaggi con cui abbiamo ampia familiarità (sempre che abbiate tenuto il passo coi 18 lungometraggi precedenti). In secondo luogo, ci troviamo davanti a quella che a tutti gli effetti è la prima delle due metà del film completo. Frustrante, ma probabilmente optare per un’unica soluzione sarebbe stato ben più caotico e tirato via (e poi perchè mai la Disney / Marvel Studios avrebbero dovuto farlo, sapendo che due film significa due incassi stratosferici?).

Tra l’altro, Avengers: Infinity War termina con quello che in un certo senso non è esattamente un cliffhanger, quanto piuttosto un finale ‘ponte’ verso Avengers 4. Come da tradizione consolidata ormai invece (pure troppo stando a Thor: Ragnarok), le battute e i nomignoli si sprecano, facendo inappropriatamente capolino anche durante quelle scene che si presterebbero decisamente a momenti più riflessivi e cupi, interrompendo la tensione senza alcun motivo apparente (ci sta che quando si parla di morte e estinzione di mezzo universo l’aria si faccia seria no? anche solo per 30 secondi di fila …).

Se Spider-Man (Tom Holland) si conferma degno compare di Deadpool sulle citazioni, a sorprendere non sono tanto Stark o Drax (Dave Bautista), quanto Strange e addirittura Thor (Chris Hemsworth). D’altro canto, l’azione è tanto immaginifica e armonizzata quanto si potesse sperare e i trailer facessero intuire, con tutti questi eroi con poteri tanto diversi che uniscono le forze e si ritrovano a combattere fianco a fianco, a terra o in cielo, nello stesso momento. Un merito dei fratelli Russo, che avevano fatto (bene) le prove generali di scontro collettivo all’aeroporto in Civil War. Come promesso, Avengers: Infinity War è tuttavia il film di Thanos, che a conti fatti dovrebbe guadagnarsi qui il minutaggio maggiore. Una situazione che permette alla sceneggiatura di svolgere un lavoro decente, arricchendo di dettagli la sua storia passata e le sue motivazioni (e coinvolgendo naturalmente Gamora / Zoe Saldana e Nebula / Karen Gillian nell’equazione).

Se avete per caso familiarità con il materiale a fumetti originario che lo riguarda, potreste ritrovarvi con più di qualche pezzo mancante (strano vero?), ma considerato che è sempre meglio evitare certi paragoni, sin dall’apertura scioccante del film Thanos si presenta come una forza assurdamente potente e quasi inarrestabile. E Josh Brolin interpreta il Matto Titano dalla pelle violacea con la giusta dose di minaccia, sagacia ed emozione che un personaggio sorprendentemente complesso richiederebbe. Lascia tuttavia un po’ perplessi come Captain America (Chris Evans), Black Panther (Chadwick Boseman) o la Vedova Nera (Scarlett Johansson) possano anche solo tenergli testa in un corpo a corpo, o come, dopo dieci anni, ci metta lo spazio di un solo lungometraggio a completare il suo piano. Ma così è.

Siamo ancora di fronte a un film dei Vendicatori, e i fan troveranno certo grande soddisfazione negli incontri e nelle reunion (in)aspettate. Quando nel 2012 il primo film degli Avengers portò sullo schermo contemporaneamente Captain America, Iron Man, Hulk, Thor, la Vedova Nera e Occhio di Falco, a molti si strinse il cuore vedere eroi provenienti dai più disparati franchise lottare assieme, dimostrando che il progetto Marvel funzionava bene anche su larga scala.

E quello succedeva dopo solo pochi film e quattro anni dal lancio del progetto MCU; Avengers: Infinity War estrapola quelle stesse sensazioni dopo un decennio e 18 titoli, e i risultati, almeno per quelli che sono rimasti fedeli, sono esponenzialmente più divertenti, eccitanti e stimolanti che mai. Il blockbuster dei fratelli Russo rende giustizia sia alla promessa che la Marvel ha sussurrato per i passati 10 anni, sia in qualche modo al materiale di partenza che l’ha ispirata.

In qualche modo, superando la moltissima carne al fuoco e il ritmo necessariamente serrato, Avengers: Infinity War risulta sotto sotto una storia sorprendentemente umana, sia per gli eroi che devono mettere da parte tutti i loro dubbi passati e le diatribe in corso e riavvicinarsi per un bene superiore, che per Thanos, un essere alieno genocida che ha successo come personaggio perché intriso di emozioni reali (il cui arco avrebbe però a questo punto potuto/dovuto essere anticipato meglio nelle puntate precedenti). Qui la Marvel ci ricorda perché questi personaggi, tutti quanti, contano, e perché significano così tanto per i fan.

In definitiva, è quasi sicuro che, nonostante le esagerate aspettative, qualcuno possa rimanere deluso dal risultato (finale sospeso a parte). È stata una lunga strada, ma la (quasi) meta ripaga della fatica. Adesso vediamo se Avengers 4 sceglierà di confermare la spettacolare e nichilistica scelta, oppure scenda a compromessi tornando sui propri passi.

Ah, è presente soltanto una breve scena dopo i titoli di coda, che farà la gioia di tutti quelli che non vedono l’ora di veder entrare in azione un certo supereroe (o supereroina?). Ah 2, qualche giorno fa James Cameron ha in un certo senso attaccato il franchise, augurandosi – per il bene della sci-fi – che la gente si stanchi quanto prima degli Avengers: ebbene, i fratelli Russo gli rendono omaggio apertamente e direttamente. Chissà che non ritratti le sue affermazioni (probabilmente no).

Di seguito il secondo full trailer italiano del film, nei nostri cinema dal 25 aprile: