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Voto: 6/10 Titolo originale: Beware the Slenderman , uscita: 11-03-2016. Regista: Irene Taylor Brodsky.

[recensione] Beware the Slenderman di Irene Taylor Brodsky

31/01/2017 recensione film di Alessandro Gamma

Il documentario della HBO getta uno sguardo aspro e convincente su uno sconcertante fatto di cronaca, che racconta l'enorme influenza della cultura pop sui soggetti più deboli

Nel 2014, in un sobborgo di Milwaukee, due ragazze dell’età di dodici anni portarono una loro amica nei boschi e la pugnalarono più volte per guadagnarsi i favori dello Slender Man, un allampanato gigante senza volto in abito nero e cravatta nato su Internet. Speravano di uccidere la loro preda per poi recarsi a piedi a centinaia di miglia di distanza nel parco nazionale dove si trovava la dimora del novello Uomo Nero e dove le sue servitrici avrebbero potuto vivere sicure per tutta l’eternità. La vittima è però sopravvissuta (e da allora si è ripresa) e le aspiranti assassine sono state trovate dalla polizia mentre vagano lungo una strada ancora in possesso del coltello insanguinato. L’evento – rinominato Slender Man stabbing – tanto spaventoso nell’atto quanto sconcertante nelle motivazioni, ha fatto ovviamente grande scalpore negli Stati Uniti.

Beware the Slenderman, documentario della HBO diretto da Irene Taylor Brodsky, risulta viscerale nel suo tentativo di rispondere alle domande che tutti gli spettatori si pongono sul caso. Come è potuto succedere? Perché? Avrebbe potuto essere evitato? Qualcuno aveva detto a queste ragazze che lo Slender Man non è reale? Il film della Brodsky dà voce alle famiglie delle colpevoli, i Geyser e i Weier, che non cercano facili scuse per le figlie.

beware-the-slendermanLe loro domande rispecchiano quelle del pubblico. Parlano con piacevole candore, ciascuno accettando il loro destino con differenti gradi di rabbia e confusione. Non esiste un gioco delle colpe in Beware the Slenderman; solo una schiacciante tristezza che pervade tutta la faccenda.

Ci sono digressioni che ricordano Cropsey di Joshua Zeman e Barbara Brancaccio del 2009, un altro documentario con accuse di omicidio e leggende metropolitane, che peraltro sono le tangenti meno interessanti dell’opera della Brodsky. Cropsey non era minimamente un film emotivo, così che quando venivano esplorate le radici della leggenda di Cropsey con uno stile vagamente horror, risultava adeguatamente inquietante. Nel momento in cui Slenderman tenta la stessa carta, i suoi spaccati da brivido risultano una nota piatta rispetto alle lacrime molto reali che cadono sulle guance dei padri di queste ragazze che lottano per esprimere a parole quanto l’accoltellamento abbia segnato indelebilmente le loro vite.

E’ particolarmente frustrante ascoltare esperti e folkloristi intervenire sulla leggenda dello Slender Man come se si trattasse di un moderno bigfoot, senza davvero riconoscere e risalire a ritroso la traccia digitale che rivela come il boogeyman sia frutto di un creepypasta, il risultato di un concorso fotografico del 2009 lanciato su un sito web comico. “Non si può dimostrare che non esiste,” è una dichiarazione ripetuta nel film che supporta quanto fosse difficile far si che le ragazze riuscissero a smettere di credere nello Slender Man.

Lo Slender Man non è però una creatura tramandata per generazioni; si tratta di qualcosa creato da un ragazzo con Photoshop. Le fotografie risultarono abbastanza spettrali da ispirare fan fiction e film fai-da-te su YouTube, ma si tratta in ogni caso pur sempre di qualcosa nata dalla fantasia di una persona. Eric Knudsen, il creatore dello Slender Man, ha riconosciuto gli omicidi in un comunicato stampa pro forma, ma nemmeno in questo caso si è preso la briga di suggerire a quelli che ci credono che il suo personaggio non è reale.

Knudsen non è in alcun modo responsabile ovviamente, ma se avete intenzione di esplorare il modo in cui una leggenda metropolitana può diffondersi su Internet, bisogna riconoscere che, a differenza di altri racconti popolari, qui si è in grado di rintracciare la fonte del meme con precisione millimetrica. L’apparente volontà di Knudsen di mantenere vivo lo Slender Man come moderno Uomo Nero è quindi in conflitto con qualsiasi tipo di annuncio di non responsabilità rivolto ai pre-adolescenti impressionabili di non credere tutto quello che scovano online.

Beware the Slenderman (HBO Documentary Films)Fine dell’excursus. La pellicola include a malapena Knudsen nella sua spiegazione del fenomeno dello Slender Man. Il vero punto di forza della Brodsky come documentarista non risiede in queste digressioni espositive, piuttosto nella fiducia e nell’accesso che lei ha avuto ai Geyser e ai Weier. I filmati rivelano che Morgan Geyser e Anissa Weier erano delle brave ragazze, con un’educazione normale e una brama condivisa per fantasie con solo lievi riferimenti al crimine che sarebbe venuto.

Beware the Slenderman mette in scena la valutazione psicologica della Geyser e della Weier più o meno come una rivelazione durante il terzo atto, e anche questo è un peccato. Relegando la discussione sulla salute mentale praticamente alla fine del film si può arrivare a un epilogo più ordinato, ma accorcia senza dubbio le possibili interessanti discussioni sulla sanità mentale dei più piccoli. Più importante di come i ragazzi usino Internet per cercare storie e video raccapriccianti è il dibattito su come i genitori siano in grado di rilevare i sintomi della malattia mentale nei figli e di come possano essere trattati al meglio tali indizi.

In ogni caso, la visione del documentario è vivamente raccomandata, sia come vero e proprio resoconto di un crimine realmente accaduto, sia come prospettiva piena di energia e vitale da parte dei genitori di potenziali assassini. Si tratta di un’opera insopportabilmente dolorosa, e le immagini di queste due pre-adolescenti geek che parlano di prendere una vita umana con imperturbabile e fredda sicurezza nelle motivazioni rimarrà per un lungo, lungo tempo con lo spettatore. Beware the Slenderman non si tira indietro, non sensazionalizza e non offre un senso di appagamento, lasciando in testa una sensazione simile a quella che i genitori di Morgan e Anissa si sono lasciati alle spalle.

Di seguito il trailer ufficiale di Beware the Slenderman: