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Voto: 7/10 Titolo originale: Trauma , uscita: 25-12-2017. Regista: Lucio A. Rojas.

Trauma | La recensione del film di Lucio A. Rojas (BIFFF 36)

23/04/2018 recensione film di Sabrina Crivelli

Il regista cileno ci regala un torbido horror pregno di efferate torture, con protagonista il sadico Daniel Antivilo, in un delirio sospeso tra presente e passato del paese sudamericano

Tra presente e passato, Trauma del cileno Lucio A. Rojas (Sendero) declina il survival horror estremo alla storia e allo scenario autoctono, discendendo nelle più torbide fantasie di una mente degenerata.

Incursione nei peggiori orrori della dittatura, il film si apre con un centro di detenzione in cui una donna, una comunista, viene torturata come dissidente. Il figlio, un ragazzino, assiste sconvolto alle violenze sulla madre e viene addirittura costretto a partecipare, lasciando così un segno indelebile sulla sua psiche. Stacco. Trascorrono diverse decadi e ormai lo spietato regime è solo un lontano e orribile ricordo. Un gruppo di amiche, Andrea (Catalina Martin), Magdalena (Dominga Bofill), Camila (Macarena Carrere) e Julia (Ximena del Solar) decidono di trascorrere qualche giorno insieme nella casa di famiglia di una di loro, in una sperduta località di campagna.

Lungo la strada, le quattro ragazze si fermano in uno squallido bar, in cui vengono approcciate in maniera fin troppo impetuosa da un manipolo di autoctoni. Nel locale attraggono anche, a loro insaputa, le attenzioni di uno psicopatico della zona, Juan (Daniel Antivilo) e del figlio Mario, (Felipe Ríos), che rapiscono e seviziano le loro sfortunate vittime. Le quattro sventurate turiste saranno quindi prese di mira dal killer locale e avranno un assaggio degli inumani metodi a cui ricorrevano i peggiori aguzzini durante il regime di Augusto Pinochet.

Horror che indulge in molti dettagli scabrosi con palpabile realismo, Trauma si concentra anzitutto su una variegata gamma di supplizi, mettendo in scena diverse immagini piuttosto scioccanti. Così si alternano stupri, vessazioni verbali, poi in un crescendo aggressioni fisiche d’ogni tipo, fino ad arrivare a scene di cannibalismo; uno dei due seviziatori mangia addirittura una guancia ad una delle povere vittime, lasciandola irrimediabilmente e orribilmente sfregiata, e non contento butta sopra alla ferita una manciata di sale. Si tratta dunque di un susseguirsi di sequenze molto disturbanti, in cui non viene lasciato nulla all’immaginazione, ma ogni efferato gesto viene catturato con dovizia di sangue e particolari. Non solo, strutturato in maniera discontinua, Trauma alterna realtà e ricordo, materializzando i turpi trascorsi di Juan in una successione di vivide allucinazioni. Straniante e da incubo è l’atmosfera che ne consegue, resa ancora più torbida quando la scena si sposta dalla lussuosa villetta a un edificio dismesso dove si consumavano gli interrogatori anni prima. Le spesse pareti di cemento, i detriti a terra, traccia di passati orrori, le stanze pervase da una tetra penombra, tutto della evocativa location da i brividi, concorrendo a conferire una sensazione di angoscia, di surreale inferno emerso dalla più oscura fase della storia nazionale.

In tale perfetto scenario, prendono quindi vita le degenerate fantasie del sadico torturatore, tra gas letali, acido e trappole di cui dissemina l’intera decadente struttura. Concorrono allora a creare un film profondamente disturbante gli ottimi effetti pratici ad opera di Isabella Marchesse, che rendono ancor più tangibile l’agghiacciante serie di efferatezze. Allo stesso modo corrobora la sensazione di disagio e terrore trasmessa a livello estetico l’ottima performance di Daniel Antivilo, che nelle espressioni come nei gesti riesce a incarnare perfettamente il perverso killer al centro della storia.

Non altrettanto intensa, ma comunque apprezzabile è l’interpretazione delle quattro protagoniste, Catalina Martin, Dominga Bofill, Macarena Carrere e Ximena del Solar, mentre un po’ troppo abbozzati e quasi caricaturali sono alcuni personaggi di contorno, soprattutto due poliziotti il cui ruolo è del tutto marginale e che entrano ed escono dalla scena in maniera piuttosto casuale. Uno di loro addirittura accenna di essere a conoscenza del pericoloso concittadino (seppure si spera non sappia tutto a riguardo, ma su ciò non ci sono forniti elementi), ma lo difende col collega più giovane … Diversi, d’altra parte, sono gli elementi narrativi non esattamente ben motivati o approfonditi in Trauma, come una singolare “missione di soccorso” nel covo del killer, la figura della sorella di lui e così via.

In generale, non c’è particolare attenzione al dettaglio nella trama, forse poiché ciò che conta davvero non è tanto la ratio nel raccontare una serie di spaventosi eventi, ma il rappresentarli nella maniera più raccapricciante possibile, e in ciò in effetti Lucio A. Rojas è indubbiamente riuscito.

Di seguito trovate il trailer ufficiale: