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Voto: 6/10 Titolo originale: Darkness Rising , uscita: 30-06-2017. Regista: Austin Reading.

[recensione] Darkness Rising di Austin Reading

03/07/2017 recensione film di William Maga

Tara Holt e Katrina Law sono le protagoniste di un horror ricco di clichè e povero di spaventi e atmosfera

Da quando è apparsa sul mercato della distribuzione americano, la IFC Midnight ha abituato il pubblico di appassionati dell’horror a prodotti quasi sempre di livello discreto – realizzati da registi intraprendenti e attori più o meno noti -, con punte di eccellenza nei casi di Kill List, Berberian Sound Studio, Dream Home e Super – Attento Crimine. Soltanto nel 2016, ha portato poi nei cinema e/o in VOD film interessanti come Antibirth, Beyond the Gates e Autopsy (giunto poi a sorpresa anche in Italia), mentre Darkness Rising dell’esordiente Austin Reading è tra i pochi lanciati nel corso di questi primi sei mesi dell’anno, ma purtroppo si assesta su livelli ben più modesti.

Darkness Rising poster“Mi sento un adolescente”, dice uno dei tre sfortunati protagonisti del lungometraggio poco prima che entrino in una casa che lo spettatore sa già essere stregata. Fa bene a specificarlo, perchè, sebbene abbiano superato i 30 anni, agiscono esattamente come i tipici ragazzetti idioti dei film dell’orrore. L’abitazione in cui si addentrano è quella dove Madison (Tara Holt) è sopravvissuta all’orrendo tentativo di ucciderla da parte della madre quando era bambina, mentre sua sorella non fu altrettanto fortunata. Oggi, la notte prima che il posto venga demolito per sempre, Madison decide che sia una buona idea fare un’ultima visita a tarda notte accompagnata dal suo fidanzato terapeuta Jake (Bryce Johnson) e dalla cugina Izzy (Katrina Law, la migliore del lotto), la cui famiglia ha accolto Madison dopo la tragedia. Nonostante sia rimasta apparentemente disabitata negli ultimi 25 anni (!), custodita da niente più che dal tipico nastro giallo della polizia, la casa è in ottimo stato e pulitissima, come se qualcuno fosse stato nei paraggi tutto questo tempo per scoraggiare i vandali e tenere in ordine. Come naturalmente si scoprirà, qualcuno o qualcosa vi dimora effettivamente ancora ed è tutt’altro che benevolo, iniziando a sottoporre gli incauti visitatori a generici trucchi tanto ad d’effetto quanto prevedibili e visti migliaia di volte prima.

Dopo aver girovagato per le stanze in cerca di ricordi, verso la mezz’ora arriva una scena talmente incredibile che distrugge qualsiasi rimasuglio della già scarna credibilità rimasta in chi guarda. L’atmosfera oppressiva convince il trio che potrebbe essere una buona idea uscire e andarsene, ma quando aprono la porta d’ingresso, si trovano davanti e vengono ricacciati indietro da … un cane lupo. Piuttosto rabbioso certo, ma niente di mostruoso o soprannaturale. Pur comprendendo che le loro vite potrebbero dipendere dall’andarsene il più velocemente possibile da lì, non provano ad affrontarlo e nemmeno a distrarlo in qualche modo, mentre uno di loro magari tenta di raggiungere l’automobile, parcheggiata a meno di 10 metri dal portico. Invece Jake, che – ricordiamolo – fa il terapista di professione, affronta la situazione perdendo completamente la testa.

darkness risingNon bastasse, è a questo punto che lo spettatore che non ci ha ancora pensato si rende conto che il regista e lo sceneggiatore Vikram Weet non hanno ancora giocato la carta del “Non c’è ricezione!”. Nessuno dei protagonisti infatti, nonostante la situazione sia precipitata da un po’, pensa curiosamente a chiedere aiuto attraverso il proprio cellulare fino al minuto 40, e quando decide di farlo, tutto quello che ottengono è la voce minacciosa di qualcuno all’altro capo che esclama: “Lo vedrete [cosa accadrà]!”. Come intuirete, le inaspettate e spaventose parole al telefono non sono l’unico clichè presente in Darkness Rising, un film con trovate vecchie quanto la location usata: c’è la tenda tirata via che rivela una vasca da bagno vuota; c’è la discesa nella tenebrosa cantina; c’è un ragazzino fantasma sotto il letto; c’è Madison che urla un generico “Tira fuori cose dalle nostre menti e le usa contro di noi!”, continuando poi a chiedere ad alta voce cosa voglia la maligna presenza, non ricevendo però mai in cambio una risposta diretta, soltanto indizi criptici.

Per chiudere il cerchio dell’originalità zero, che pesca a caso da classici come Amityville e Gli invasati, Izzy viene posseduta dalla misteriosa entità che li perseguita, che la fa apparire e parlare come uno dei deadite di La Casa. Poco dopo l’ora dall’inizio, Jake dice: “Continuerà ancora e ancora … per sempre”. Per fortuna, restano invece circa 20 minuti ai titoli di coda. Ad appesantire ulteriormente la visione c’è anche l’uso del digitale, che se negli ultimi anni ha permesso di abbassare i costi di produzione, concorre a sabotare la pellicola dall’interno, grazie a una palette cromatica che rende il quadro piatto e ai limiti del monocromo, tutta in scale di grigi e blu desaturati e inutilmente ridondanti.

Tra gli aspetti più vagamente interessanti, Reading sussurra invece l’idea che invece della solita casa infestata da spiriti di varia natura sia l’edificio stesso a portare alla pazzia coloro che vi si trovano all’interno a causa del modo in cui è stato costruito. Tuttavia, anche qui non c’è niente di molto originale. Chi abbia letto qualcosa di H.P. Lovecraft sa bene che lo scrittore è stato tra i primi a parlare di “geometria non euclidea” e una connessione tra architettura e Male è stata suggerita già in Ghostbusters. Un’intuizione comunque apprezzabile, ma affogata in un mare di mediocrità. Infine, la sbandierata presenza di Ted Raimi, di gran lunga il nome più noto presente nel cast, avrebbe potuto essere di per sè un vago motivo di interesse per ogni cultore del genere, non fosse che il suo ruolo è minimo se non addirittura insignificante (come lui stesso ha confermato, è stato l’ultimo ad entrare nel cast, tanto che non ha nemmeno interagito con gli altri sul set, che avevano già concluso le loro scene).

In definitiva, Darkness Rising soffre della mancanza di comportamenti realistici (abbastanza normale per un horror) e di spaventi genuini e atmosfera (piuttosto grave), senza offrire nulla di vagamente appetibile agli appassionati in cerca di qualcosa di fresco o almeno interessante.

Di seguito il trailer: