Home » Cinema » Horror & Thriller » iBoy | La recensione del film di Adam Randall (su Netflix)

Voto: 6/10 Titolo originale: iBoy , uscita: 27-01-2017. Budget: $1,500,000. Regista: Adam Randall.

iBoy | La recensione del film di Adam Randall (su Netflix)

28/01/2017 recensione film di Alessandro Gamma

Maisie Williams e Bill Milner sono i protagonisti di un thriller sci-fi originale di Netflix che promette molto ma mantiene ben poco prendendosi troppo sul serio

Film di superpoteri con una premessa assurda anche per gli standard inverosimili del genere, iBoy manca l’opportunità di intrattenere a dovere gli abbonati di Netflix a causa di un approccio troppo serioso al materiale di partenza e alla mancanza di logica interna alla storia. Coinvolto nel fuoco incrociato dell’attacco di una gang a una compagna di scuola, Tom (Bill Milner) finisce a terra con frammenti del suo smartphone infilzati nella corteccia cerebrale. Il ragazzo si risveglia con più di una semplice emicrania, e quello che inizia come un crepitio di rumore bianco digitale nella testa si evolve rapidamente in un superpotere versatile e di vasta portata, che ricade da qualche parte tra quello che Neo sa fare in Matrix e quello che i dispositivi della Apple potrebbe probabilmente raggiungere in un futuro non troppo lontano.

iboy posterTom può infatti entrare nella rete di telefonia mobile con la mente; può controllare la chiusura centralizzata di una macchina; detonare dispositivi elettronici; trasferire denaro in conti bancari e introdursi nel sistema informatico di un elicottero della polizia alto nel cielo. E ancora più notevole, ha una copertura 4G quasi perfetta in ogni momento!

Questo dramma urbano di stampo fantasy/sci-fi, interpretato anche dalla giovane star di Il Trono di Spade (Game Of ThronesMaisie Williams e basato su un romanzo di Kevin Brooks, è il primo film britannico ad essere pienamente finanziato da Netflix, che spenderà l’incredibile somma di 6 miliardi di dollari nei contenuti a livello globale nel 2017.

In termini di ambienti urbani sotterranei e di protagonisti adolescenti, il film ha più in comune con Misfits che con la maggior parte delle proposte americane in merito ai superpoteri. Tuttavia, a differenza della serie britannica ideata da Howard Overman, che condisce i suoi suggestivi elementi sci-fi con un umorismo decisamente da strada e non poco sboccato, iBoy presenta il suo implausibile preambolo con faccia seria. E sarebbe anche giusto così, data la brutale violenza che innesca la trasformazione di Tom: si imbatte nello stupro della sua compagna di classe Lucy (Williams), un atto di vendetta contro suo fratello maggiore dopo che lui si è rifiutato di aderire a una banda di delinquenti. In ogni caso, la serietà dell’approccio alla premessa sempre più improbabile suggerisce che sia il regista Adam Randall, qui al suo esordio, sia il giovane target young adult non si siano divertiti con il materiale a disposizione quanto avrebbero potuto.

La cosa che attira davvero il pubblico verso questo tipo di opere è di solito vedere l’eroe di turno, che è spesso un perdente, rendere la sua vita migliore e divertirsi un po’ con i nuovi superpoteri, così da poter compiacere un po’ le proprie fantasie immedesimandosi in lui. Uno dei più grandi difetti di iBoy è che questi momenti non ci sono, a causa essenzialmente della storia, che in sostanza è costruita come un film di vendetta. L’unico obiettivo di  Tom è di usare i poteri per farla pagare al branco, non vengono mai esplorati oltre a questo fine, e il risultato di questa soluzione è molto frustrante.

iboy netflixHackerando con il pensiero la memoria del cellulare che ha filmato l’aggressione alla ragazza, Tom è in grado di identificare le figure incappucciate, ovvero molti dei suoi compagni di scuola. Si organizza quindi per fargliela pagare, assumendo l’identità anonima del vigilante ‘iBoy’. Il suo piano si intensifica presto – in uno dei momenti più indolenti della pellicola, il suo superpotere gli permette di visualizzare graficamente e in modo chiarissimo un organigramma che spiega la catena di comando malavitosa. La mancanza di limiti – e di logica – nelle abilità di Tom comincia quindi a minare la credibilità, e la nostra soddisfazione, dell’azione.

Gli effetti speciali sono utilizzati nel modo più efficace in principio, quando Milner – che fa comunque un ottimo lavoro nel mostrare l’angoscia interiore di un adolescente in una posizione in cui non vorrebbe trovarsi – sta ancora lottando per controllare al meglio i suoi poteri. Le informazioni digitali sanguinano letteralmente nell’aria; il sound design è tutto assalti e scoppi di dati e voci. Mentre iBoy procede tuttavia, si ricorre sempre più al collaudato dispositivo dei messaggi di testo in bolle in sovrimpressione sullo schermo. La colonna sonora, per lo più costituita da palpitante musica elettronica, funziona bene, iniettando un’energia propulsiva alla storia.

Le interpretazioni sono di buon livello, anche se l’approccio vigoroso della Williams al suo personaggio suona un po’ troppo inaspettato, considerato il trauma subìto. Il plauso maggiore va a Rory Kinnear (Penny Dreadful), la cui comparsa in scena verso la fine del terzo atto eleva notevolmente e focalizza il film. Troppo tardi però.

Di seguito il trailer ufficiale di iBoy: