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Voto: 5/10 Titolo originale: Imperium , uscita: 19-08-2016. Regista: Daniel Ragussis.

Imperium: la recensione del film di Daniel Ragussis con Radcliffe infiltrato tra i nazi

03/02/2017 recensione film di Sabrina Crivelli

Daniel Radcliffe è un poco plausibile infiltrato in un gruppo di neonazisti nel pretenzioso ma superficiale film d'esordio del regista, tratto da una storia vera

imperium radcliffe

Sospeso tra il drama e l’action thriller, Imperium dell’esordiente Daniel Ragussis, disponibile su Netflix, che a quanto pare se ne è assunta il carico della distribuzione in Italia, sembra non soddisfare a pieno le prerogative di nessuno dei due generi, risultando privo di reale suspense, abbozzato senza grande approfondimento del definire i personaggi e incapace di rendere con toni abbastanza crudi il reale.

Il film, ispirato ad una storia vera, vede protagonista Daniel Radcliffe, che veste i panni di un idealista agente dell’FBI con molto ingegno ma poca prestanza fisica. Nuovo arrivato che smania per prendere parte al’azione, vediamo subito le doti del ragazzo, che induce un sospettato a confessarsi con lui, parlando il medesimo idioma, e rivela con una certa tracotanza dopo averlo interrogato che questi è assolutamente innocente e che si limita a dichiarare di voler compiere atti di violenza in nome della  causa islamica, ma l’essere colto in pieno in una retata mentre compiva atti non meglio definiti dalla pellicola non è certo sufficiente, si tratta solo di una sorta di capro espiatorio o abbaglio che l’agenzia ha preso.

Sin dall’apertura, dunque, piuttosto superficiale e che poco ci dice dei fatti, nonché del supposto terrorista, capiamo che tutto ruoterà intorno all’eroico protagonista e che il resto, in particolare la descrizione degli eventi, poco conta è solo grezzamente imbastita, è tutto ancillare a evidenziare ancor di più la statura morale e intellettuale di lui.

imperium locandinaConclusa dunque la sua prima indagine, dopo aver ripreso i suoi capi (nell’FBI…) per la loro faciloneria nell’accusare e aver salvato la situazione, Nate attira così l’attenzione di Angela Zamparo (Toni Collette), che rimane colpita dalle sue capacità relazionali mostrate poco ante. Intanto il Boureau ha rilevato una nuova terribile minaccia: dall’Africa settentrionale è arrivato negli stati uniti un carico di Cesio, isotopo altamente radioattivo utilizzato per le bombe sporche. Subito tutti additano qualche gruppo fondamentalista islamico, ma la Zamparo, più avveduta e meno precipitosa, basandosi sulle dichiarazioni del sito internet di Dallas Wolf (Tracy Letts), figura a dir poco controversa che inneggia alla supremazia ariana, è convinta che siano dei gruppi di estrema destra i responsabili.

Gli indizi alla base del suo sospetto, che su per giù si limitano alle dichiarazioni dell’uomo riguardo alla scomparsa di materiale radioattivo (la fonte potrebbe essere qualsiasi) portano l’agente in gonnella a reclutare il suo giovane collega per una missione sotto copertura, per scoprire se la sua teoria è giusta e sgominare l’attentato. Quindi Nate si rasa la testa ed entra a far parte, grazie a un altro infiltrato, di un manipolo di suprematisti.

Un tema sociale che potrebbe ispirare uno spaccato brutale e vivido di una delle implicazioni più problematiche della democrazia e quindi della libertà di parola, la pellicola spreca tale possibilità. Palese infatti è il giudizio di chi sceneggia e dirige, sempre Ragussis, che così facendo realizza degli stereotipi, delle maschere, privi di sfumature e scialbi. Non basta l’argomento a rendere il risultato critico e valido, questo è un assunto che molti registi ‘impegnati’ dovrebbero prendere in considerazione e il più delle volte basta limitarsi a delineare i fatti con piglio verista per renderli molto più d’impatto, poiché ad eccedere nel manifestare una troppo esplicita morale (il film addirittura si chiude con una sorta di lezioncina) si rischia solo di conferire un tono fasullo, quasi farsesco.

Più immediato risulta il concetto se Imperium viene paragonato a un suo omologo, almeno nel soggetto: American History X di Tony Kaye, in cui le frange neo-naziste sono rappresentate con una forza, nelle parole come nelle immagini, da lasciare chi le vede scioccato, un film indimenticabile, come lo è il suo protagonista, Edward Norton. Qui al contrario abbiamo un poco credibile e molto petulante Radcliffe, sempre alla ricerca di nuove e complesse parti che lo allontanino il più possibile dall’iconico Harry Potter che l’ha reso famoso, tuttavia non ne è all’altezza.

Quasi il maghetto fosse approdato all’FBI, l’attore replica la medesima mimica saccente ed eccessivamente emotiva per rendere un agente sotto copertura, che peraltro viene infiltrato come ex Marine, che peraltro la fisicità poco atletica dell’interprete non rende molto credibile (anche l’altezza di 1,65 m non lo rende proprio in linea con il soldato americano tipo dell’immaginario collettivo che marcia per ore sotto il sole del deserto…).

La recitazione però non è la sola nota negativa, poi ci sono i dialoghi, al limite del grottesco. Emblematico è quello in cui la Zamparo insiste perché Nate si cimenti nella missione, lui è recalcitrante perché dubita di essere il candidato migliore (e da quanto messo in scena nel primo quarto d’ora, come dargli torto?), ma lei replica che lui è speciale, delineando con enfasi il suo passato problematico di emarginato intellettualoide, tirata già di per sé piuttosto ridicola; l’apice tuttavia è toccato alla risposta di lui, che arrabbiato lamenta un’invasione della privacy perché quello che potrebbe essere il suo capo, nel Boureau, prima di affidargli un’indagine delicatissima ha osato leggere il suo fascicolo …

E la gran parte degli scambi verbali sono così, altisonanti e drammatizzati a dismisura, perlopiù contenenti alcune notevoli incongruenze, per essere eufemistici, e professati da Radcliffe con la stessa enfasi di Francesca Bertini in Assunta Spina.

imperium radcliffeNon solo, se l’aspirazioni di realizzare un’opera di seria denuncia è palesemente fallita, il grosso problema è che Imperium non riesce nemmeno nel compito, molto meno elevato, di costruire una vicenda avvincente, un thriller al cardiopalma denso d’azione in cui una recluta piena d’entusiasmo e buona volontà rischia la vita in continuazione per combattere dei criminali.

Abbandonate eccessi intellettualoidi infatti, sarebbe stato senza dubbio più semplice costruire una narrazione densa di colpi di scena incentrata sulla ricerca di pericolosi terroristi in procinto di far saltare una bomba sporca e uccidere centinaia di persone, una versione cinematografica e semplificata della serie televisiva Homeland – Caccia alla spia, o ancor meglio una declinazione in chiave terroristica di The Departed – Il bene e il male di Martin Scorsese.

Purtroppo, però, Daniel Ragussis è quanto mai lontano dal creare un racconto davvero coinvolgente, magari inframezzando qualche sequenza spettacolare, mantenendo così il pubblico in preda all’ansia sul destino dell’eroe, non c’è un momento nell’intera pellicola in cui si tema davvero per lui, anche quando viene quasi scoperto, il suprematista di turno lo porta davanti a un fiume – forse con cattive intenzioni – credendo sia una spia, ma lui urla istericamente un paio di frasi e l’altro ne esce convinto, o così pare.

Pretenzioso dunque negli obiettivi, ma troppo didascalico e approssimativo per far sorgere in uno spettatore avveduto una seria riflessione e al contempo troppo concettuoso per fornire un adeguato intrattenimento, Imperium si impantana in un’informe terra di mezzo, sprecando una storia decisamente promettente e banalizzando un fenomeno complesso.

Di seguito il trailer ufficiale di Imperium: