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Voto: 7.5/10 Titolo originale: Josie , uscita: 16-03-2018. Regista: Eric England.

Josie | La recensione del film di Eric England

20/03/2018 recensione film di Sabrina Crivelli

Sophie Turner è una lolitesca e ambigua seduttrice che irretisce un emarginato Dylan McDermott in un fosco e desolante noir dall'epilogo inaspettato

Sophie Turner in Josie (2017) film

Noir estremamente cupo ambientato nella malinconica provincia americana del Sud, Josie di Eric England (Contracted) riesce a far sprofondare lo spettatore in uno stato di estrema desolazione procrastinato a lungo, per poi destarlo con una svolta narrativa sul finale inaspettata e allo stesso tempo in qualche modo ovvia.

Sin da principio, difatti, siamo latentemente consci che lo sfortunato e solitario Hank (Dylan McDermott), sempre disponibile e sovente preso di mira dai membri della piccola comunità, non avrà un ridente futuro. Il tono marcatamente drammatico con cui viene descritta la sua desolante esistenza ne rafforza la sensazione. Tuttavia non è ben chiaro cosa patirà questo sventurato antieroe, che pare punire sé stesso in un esilio autoimposto e con cui impossibile è non empatizzare almeno un po’.

Ancor più, la percezione che l’uomo stia per sprofondare in una spirale di disperazione aumenta quando fa la sua comparsa nel vicinato la fascinosa Josie (Sophie Turner), singolare studentessa liceale che si trasferisce nel motel con piscina proprio nella stanza davanti alla sua e inizia a manifestare per lui lolitesche attenzioni.

Il poveretto, il cui senso di colpa per un’azione commessa in passato, abbandona quindi il suo volontario isolamento confortato solo da un paio di tartarughe di terra, e come comprensibile inizia ad interessarsi sempre di più alla ragazza, con cui trascorre parecchio tempo. L’atteggiamento di lei, tuttavia, è parecchio enigmatico, tra ammiccamenti al vicino e flirt con il compagno di classe Marcus (Jack Kilmer), il quale peraltro già da tempo ha preso di mira Hank e lo tartassa con crudeli scherzi.

A questo punto i presupposti sono già tutti delineati, un tragico finale è pressoché certo, ma è decisamente inaspettato il colpo di scena che vede protagonisti Hank e Josie nell’ultima manciata di minuti e che si discosta felicemente da qualsiasi precedente supposizione (è impossibile specificare ulteriori dettagli senza rovinare la sorpresa).

Particolarmente riuscita nel film è la descrizione di luoghi e persone, che immediatamente trasmette quel senso di incombente squallore di cui il thriller di Eric England, scritto da Anthony Ragnone II, si nutre. Anzitutto, lo scenario in cui sono ambientati gli eventi ha quel torbido e hitchcochiano sapore del motel alla Psycho, luogo perfetto in cui ambientare un crimine e che richiama subito nella mente di chi guarda un centro disagio.

La tranquilla cittadina dispersa nel nulla e i suoi abitanti, d’altra parte, celano segreti, misteriosi trascorsi e desideri repressi, che vengono pian piano in superficie con il passare dei minuti…

Poi c’è il voyeurismo, quello sguardo tra inquietante e patetico di Hank mentre osserva Josie – consapevole di essere spiata da lontano – che prende il sole lascivamente. Ha profili ambigui la relazione trai due, a tratti incoraggiata dalla ragazza, a tratti invece scoraggiata, in un atteggiamento civettuolo quanto bipolare, mai realmente concretizzata. Rimaniamo dunque a lungo dubbiosi tra l’attesa che l’uomo compia gesti inconsulti e quella che la piccola manipolatrice abbia un sinistro fine ultimo.

In tale arguta sospensione la costruzione della storia è ben riuscita, capace di conferire infine un senso ultimo al succedersi di azioni sconnesse, che nello svolgimento concorrono tutte a comunicare una strisciante angoscia e che sono coronate dall’acme conclusivo.

Sfuggenti sono quindi i personaggi principali: da una parte la bella forestiera, che ammalia più di un autoctono con le proprie lusinghe, ha qualcosa di fortemente inquietante nascosto da atteggiamenti amichevoli e comprensivi, dall’altra l’emarginato bistrattato in certi momenti sembra quasi supportare le dicerie diffuse che lo vedono come pericoloso omicida. In ambedue i casi tale indeterminatezza è supportata dalla performance dei due interpreti. 

Sophie Turner, in un ruolo che decisamente si discosta da quello che l’ha resa celebre, ossia Sansa Stark in Il Trono di Spade (Game of Thrones), è perfettamente a suo agio quale femme fatale che si finge candida adolescente. Allo stesso modo Dylan McDermott è capace di rendere perfettamente un personaggio estremamente passivo e malinconico e al contempo, al momento giusto di dare il sentore che possa essere più tenebroso di quanto suggerito in precedenza. Una sequenza in cui guida in preda alla rabbia sorseggiando whisky, per poi scendere con un grosso coltello e tagliare uno pneumatico, certo fa pensare a una deriva violenta …

Thriller dunque stratificato e per nulla scontato, Josie gioca in continuazione con le aspettative del pubblico e mantiene il dubbio sino all’epilogo su chi sia realmente vittima e chi carnefice, ammantando poi il tutto di una pressante atmosfera tragica, che pervade l’intero film.

Di seguito trovate il trailer ufficiale: