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Voto: 5/10 Titolo originale: 貞子vs伽椰子 , uscita: 18-06-2016. Regista: Koji Shiraishi.

La Battaglia dei Demoni (Sadako vs. Kayako): la recensione del film di Kōji Shiraishi

02/12/2016 recensione film di Alessandro Gamma

L'atteso scontro frontale tra le due iconiche protagoniste di Ringu e Ju-On arriva troppo tardi e troppo blandamente, vanificando quanto di pur discreto viene messo in scena in precedenza

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Sarebbe divertente se non fosse così assurdo che mentre Hollywood mette ancora in dubbio la fattibilità di una saga guidata da un personaggio femminile (o addirittura diretta…), il Giappone abbia creato due donne dai terribili poteri sconfinati divenute tanto istantaneamente iconiche nella cultura pop da guadagnarsi un film dove si trovano a combattere l’una contro l’altra. Sadako (Elly Nanami), della videocassetta maledetta delle pellicole di Ringu; e Kayako (Rina Endo), gracidante madre del pallidissimo e miagolante Toshio, che abita nella casa di Ju-On / The Grudge – Rancore, sono finalmente pronte per lo scontro decisivo tra lunghi capelli neri in Sadako vs. Kayako (o La Battaglia dei Demoni, scelto come titolo italiano)

Sadako vs. KayakoPurtroppo, l’hype si rivela più forte della lotta finale. Se speravate che questi due fantasmi si sarebbe fronteggiati più a lungo di quanto fatto da Batman e Superman, Freddy e Jason o Godzilla e i Motu, meglio spegnere un po’ gli entusiasmi. Un po’ come per questi tre film, ruota tutto intorno più alla costruzione del main event che al risultato finale. Sulla strada verso lo smackdown tra essere soprannaturali, assistiamo a due perfetti sequel di The Ring e The Grudge, tra i quali il regista Kôji Shiraishi salta avanti e indietro fino a quando finalmente si incontrano e si fondono.

Per facilitare rapidamente i nuovi arrivati nell’orientamento tra le due saghe, la pellicola non si basa troppo sulle storie preesistenti; entrambe le maledizioni sono ora leggende metropolitane spesso discusse dagli studenti nelle scuole, che sono anche riusciti a cambiarne le regole attraverso un processo inconsciamente collettivo.

Sadako ora si palesa dopo soli due giorni dalla telefonata, e la precedente via di fuga di mostrare il suo video maledetto a qualcun altro non funziona più. Kayako e Toshio invece non hanno mai concesso a nessuno una scappatoia … e tutt’ora non lo fanno.

Sadako dimostra inoltre dei nuovi poteri assimilabili a quelli di La Casa / The Evil Dead, quando qualcuno osa provare a togliere la sua maledizione dalle vittime condannate a morte certa; se questo allarga da un lato il potenziale dello spirito, dall’altro fa desiderare che Ash Williams entri in gioco per darle lo scontro che si meriterebbe. Invece ci viene dato un esorcista piuttosto antipatico (Masanobu Andô) accompagnato da un’assistente giovanissima e cieca (Maiko Kikuchi), altrettanto rude.

Costui è in grado di allontanare gli spiriti con rapidi e sprezzanti gesti delle mani, ed è sua l’idea di costringere entrambe le signore dai corvini capelli a combattere tra loro, assicurandosi che almeno una potenziale vittima venga maledetta da entrambe. Toshio sembra essere esonerato da questa equazione, ma possiamo pensare a lui come una forza che interferisce al momento opportuno per garantire la vittoria con le buone o con le cattive della madre.

sadako-vs-kayakoAnche per quelli che hanno continuato a seguire nel tempo le due saghe horror, sia nelle versioni giapponesi che nelle controparti americane, e hanno quindi familiarità con il genere di spaventi che queste sanno provocare, ci troviamo qui di fronte a qualcosa di comunque efficace.

Certo, Toshio improvvisa un paio di mosse da ninja che risultano abbastanza ridicole, ma i raccapricciante capelli di Sadako sono sempre inquietanti, e la spider walk di Kayako è un più che degno omaggio a quella di L’Esorcista. Soprattutto, pur sapendo dove si sta andando a parare, la paura viene dalla disperazione.

Le studentesse ridacchianti che suscitano la furia delle due letali donne questa volta non si trasformano improvvisamente in “final girl” scatenate come molte delle loro omologhe statunitensi, ma rimangono terribilmente mal equipaggiate, adottando atteggiamenti fatalistici in cui l’unico modo per sconfiggere la maledizione è il suicidio. Tematica sottostante: la società (giapponese?) dà vero potere soltanto a figure femminili come Sadako e Kayako, che sono state disprezzate e quindi hanno pieno diritto a scatenare una sacrosanta rabbia sul mondo, anche se allo stesso tempo questo le demonizza indissolubilmente. Gli altri sono intrappolati in una struttura che è quasi impossibile da abbattere e si sentono impotenti per questo.

Se Sadako vs. Kayako fosse stato inteso dai suoi realizzatori come un ultimo grande botto per entrambi i personaggi del titolo (prima forse, dei rispettivi reboot), avrebbe potuto e dovuto culminare in una gloriosa battaglia. Invece, è chiaramente percepito come l’inizio di un’altra trilogia / serie / o qualunque altra cosa, e come tale termina in un modo che infastidisce. Se la scena post titoli di coda mitiga vagamente questo aspetto, l’evidente necessità di lasciare sul tavolo delle carte per un potenziale sequel rischia, paradossalmente, di portare i fan a desiderare di non volerne vedere un altro.

Siamo di fronte a quella che si può definire la sindrome di Mission: Impossible III, in cui un film può essere buono per la maggior parte della durata salvo finire così male da farti uscire dal cinema sconsolato (o peggio), portandoti a un giudizio negativo dello stesso nel suo complesso. E’ difficile consigliare qualcosa che non riesce a mettere in scena veramente quello che promette nel titolo, ma è anche vero che nemmeno Frankenstein ha incontrato l’Uomo Lupo fino alla fine della loro pellicola nel 1943.

Di seguito il trailer ufficiale di La Battaglia dei Demoni / Sadako Vs. Kayako, la cui uscita in Italia pare ancora lontana: