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[recensione libro + intervista] Guida al cinema erotico & porno. Dal cinema muto a oggi di Alessandro Bertolotti

31/05/2017 news di Alessandro Gamma

L'autore ci racconta la genesi di un volume denso e completo, una finestra sul mondo dell'Eros su pellicola a 360°

Non è difficile capire cosa accomuni personaggi all’apparenza lontani come Lasse Braun, Koji Wakamatsu, Leonora Fani, Gaspar Noè e Louise Brooks. Sono tutti esponenti di produzioni erotiche realizzate a Hollywood così come in Europa e in Oriente. Alessandro Bertolotti (1960), scrittore e regista televisivo, nonchè uno dei più grandi collezionisti di letteratura osé in Italia, già autore di una storia dei libri fotografici di nudo Livres de nus (2007) e della Guida alla letteratura erotica (2015), è da poco tornato nelle librerie con Guida al cinema erotico & porno. Dal cinema muto a oggi [Odoya, 383 pagg.], volume che si propone di raccontare l’intreccio indissolubile e persistente di amore, erotismo e pornografia all’interno della storia del cinema, dagli albori del muto con l’italiano Mario Caserini fino alle pellicole odierne come Cinquanta Sfumature di Grigio di Sam Taylor-Johnson, evidenziando come il romanticismo, il vizio e la trasgressione continuino inesorabilmente ad andare a braccetto nonostante la censura, l’ipocrisia e il perbenismo imperanti e spesso esagerati.

cinquanta sfumature nero dakotaScorrendo le pagine dei cinque capitoli tematici presenti (Passione, Matrimoni e Tradimenti, Primi amori, Orge, Sesso e Violenza) ci si rende conto che l’Eros è trasversale ai generi, non solo confinato alla ‘naturale’ cinematografia erotica e pornografica (che pur al loro interno contengono opere ben più rilevanti e seminali di altre, come The Opening of Misty Beethoven/A bocca piena di Radley Metzger del 1976), ma è ben presente anche nei drammi d’amore (come La Vita di Adele di Abdellatif Kechiche, per citare uno scandaloso caso recente), nelle commedie e nelle italiche parodie scollacciate degli anni ’70 e ’80 (tra insegnanti e infermiere in reggicalze e minigonne), nei film indipendenti e underground di Russ Meyer, negli horror vampireschi di Jess Franco e nei thriller fulciani, senza dimenticare le derive sadomaso (come Maîtresse di Barbet Schroeder) o a tematica omosessuale (pensate al canadese Bruce LaBruce), fino a capolavori giapponesi di Nagisa Ōshima e il deturpatissimo (dai censori) Tokyo Decadence di Ryū Murakami.

Il fittissimo e completissimo volume non dimentica niente e nessuno, sottolineando come anche registi del calibro di David Lynch, Paul Verhoeven, David Cronenberg, Fernando Di Leo o Michelangelo Antonioni abbiano lasciato un segno importando nell’immaginario collettivo costruendo sequenze dense di erotismo pur inserite in contesti tutt’altro che pornografici in senso stretto e ottenuto il consenso del grande pubblico. D’altro canto bastano due persone che si incontrano, i loro gesti, gli sguardi, le parole per scatenare il fuoco dell’Eros sullo schermo.

The Opening of Misty Beethoven posterE naturalmente non basta che la/il protagonista sia di bell’aspetto, ma è necessario un intreccio interessante e una mano sapiente in regia per uscire dalla banalità e assurgere a simbolo. Marlene Dietrich è diventata ad esempio una star internazionale perché sapientemente plasmata – dopo che l’aveva scoperta – dal cineasta Josef von Sternberg (che l’ha diretta in 7 film), mentre Constance Money si è riuscita a distinguersi dalla pletora di attricette attive nel porno grazie alla fantasia e all’audacia di Radley Metzger (aka Henry Paris). I migliori riescono a creare un intreccio – o almeno l’atmosfera adeguata – ritardando quanto più possibile il climax, l’atto sessuale in sé (L’attesa del piacere è essa stessa il piacere …), oppure decidono di infrangere i tabù, scardinando le regole millenarie imposte dal sistema e scandalizzando lo spettatore più puritano.

Abbiamo fatto qualche domanda all’autore, provando ad approfondire la sua passione per il genere e cercando di capire se nel cinema di oggi c’è ancora spazio per l’Eros:

Quanto tempo ci è voluto per portare a termine un volume così completo?

Il tempo di vedere o rivedere tutti i film raccontati.

Da dove è nata l’esigenza di scriverlo?

Le mie passioni sono i libri e il cinema, ma il mio interesse principale è l’erotismo. Quindi, una volta lasciato il mio lavoro di regista RAI, ho pubblicato tre libri: nel primo (Livres de nus, 2007; pubblicato in Francia, Italia e negli USA), analizzo i più importanti libri fotografici di nudo, dalla fine dell’Ottocento a oggi, mentre negli altri due racconto la storia della letteratura erotica a partire dal Medioevo. Mancava il cinema. Come ho scritto nella Guida al cinema erotico & porno le opere dei più importanti scrittori erotici sono state spesso portate sullo schermo. Donne in amore dell’inglese Lawrence, il più tenace nel combattere la morale borghese e puritana imposta nel suo paese, è stato magnificamente adattato da Ken Russell negli anni della rivoluzione sessuale; mentre Maurice, scritto da E. M. Forster nel 1913 (ma pubblicato soltanto dopo la morte dell’autore nel 1971) per denunciare le deprecabili leggi inglesi sull’omosessualità, è stato ripreso da James Ivory nel film omonimo, dove i protagonisti s’innamorano ma devono confrontarsi con la vergogna e il senso di colpa. Lulù, la protagonista del dramma di Wedekind che sfida la morale corrente proponendo relazioni sessuali libere, ha il volto indimenticabile di Louise Brooks. Ma la lista è lunga: Girotondo di Arthur Schnitzler è alla base de La Ronde di Max Ophuls, uno dei film più scandalosi degli anni Cinquanta; La femme et le pantin del francese Pierre Louys ha avuto due versioni una migliore dell’altra: Capriccio spagnolo, dove la femme fatale è la Dietrich diretta dal suo pigmalione Sternberg, e Quell’oscuro oggetto del desiderio di Luis Bunuel dove il ruolo è recitato da due donne diversissime fra loro per evidenziare le diverse possibilità della seduzione femminile…. nei film di Visconti c’è tutto il melodramma dell’Ottocento e la letteratura francese decadente filtrata da Gabriele D’Annunzio … e che dire del marchese de Sade che ha influenzato più volte il cinema.

nicole kidman eyesHa lasciato fuori qualcosa? Se si, perchè? L’animazione non è molto presente ad esempio.

Non la conosco molto bene… penso soprattutto alle anime giapponesi.

L’erotismo è trasversale a qualsiasi genere, ma ce n’è in particolare uno in cui riesce a esprimersi al meglio?

Come ho scritto il genere fantastico, più precisamente il genere horror, forse è quello dove è più facile trovare un’atmosfera dalle inequivocabili componenti erotiche: “l’attesa di qualcosa di misterioso, la suspense che ci fa battere il cuore come in un tormento d’amore, quando la paura si confonde con il desiderio che qualcosa accada e ci possa strappare alla routine della nostra esistenza quotidiana”…. e poi c’è il personaggio del vampiro, sempre alla ricerca di fanciulle ancora vergini, mai sazio del loro sangue: come Dracula il principe dell’Eros, l’esatto equivalente del Don Giovanni dell’oltretomba… oppure le inquiete vampire in cerca del sangue, evidente metafora dello sperma…. Come dimenticare le due giovani vampire di José Ramon Larraz in Ossessione carnale, apparizioni misteriose e affascinanti che avvolte in un lungo mantello nero incedono come regine nel buio della notte.

Qual è il primo film erotico/pornografico di cui ha memoria? In quale contesto l’ha visto?

I santissimi (1974) di Bertrand Blier, in un contesto di trasgressione alle regole familiari, nel buio di una sala, spacciandomi per maggiorenne … la storia di due simpatiche canaglie che condividono le donne in nome della loro amicizia … un film sfacciato, ma dolcissimo perché davanti alle donne, davanti al mistero del sesso, quando si confrontano con loro stessi, i due uomini perdono tutto il loro cinismo.

louise brooks filmCi sveli i film e le attrici a cui è più legato

Come dicevo Lulù, la Louise Brooks diretta da Pabst, uno tra i più grandi registi della prima metà del Novecento, quello comunque più decisamente interessato all’esaltazione dell’eros. In Crisi (1928), dove la protagonista è la bellissima Brigitte Helm, Pabst è abilissimo a raccontare l’insoddisfazione della vita matrimoniale, evidenziando come farà settant’anni dopo Kubrick (Eyes Wide Shut), le lusinghe della trasgressione, il dissidio tra l’impulso del desiderio e le convenzioni della morale … perché è chiaro che non c’è erotismo senza trasgressione, senza un colpo di scena.

Quali sono invece i registi che più hanno lasciato un marchio sul genere?

Pabst, Sternberg, Stroheim, Mauritz Stiller, il nostro Giovanni Pastrone con Il fuoco (1915) in cui la passione di Pina Menichelli per uno sconosciuto viene paragonata al fuoco: prima arde, poi si spegne e diventa cenere … e poi nel dopoguerra Bergman, Oshima, Borowczyk, Paul Verhoeven, Salvatore Samperi e Bertolucci … i film di Elia Kazan scritti con il drammaturgo Tennessee Williams negli anni Cinquanta per sfidare i limiti imposti dalla censura del Codice Hays e il cinema underground omosessuale degli anni Sessanta: Andy Warhol, Kenneth Anger, Jack Smith, i primi a mostrare esplicitamente dei rapporti sessuali…

Score Radley MetzgerCosa pensa dell’attuale situazione del cinema erotico/porno? C’è meno libertà ora – specie nel cinema mainstream – rispetto al passato?

Non direi …. La nostra morale oggi è più convenzionale, ma proprio per questo ci sono dei registi pronti a combatterla.. i film di Larry Clark, Gaspar Noé, Michael Winterbottom usano il sesso per proporre riflessioni esistenziali e incidere sulla realtà quotidiana… il canadese Clement Virgo in Il sesso secondo lei (2005) racconta una storia d’amore attraverso la dinamica sessuale. Per quanto riguarda il porno, l’estrema libertà ha portato soltanto a una rappresentazione senza fine della violenza, soprattutto di quella maschile… non erano queste le premesse dei primi porno degli anni Settanta, quando questi film volevano incoraggiare le coppie a vivere il sesso in modo liberatorio. Score (1974) dell’americano Radley Metzger infrangeva il tabù dei rapporti bisessuali, mentre in Sensations (1975) di Lasse Braun, i protagonisti sono uomini e donne alla ricerca di nuove sensazioni erotiche che discutono apertamente dei loro comportamenti sessuali… s’incontrano per caso su un traghetto all’inizio di un viaggio, inteso come viaggio della vita.

Nello specifico, come vede invece la situazione italiana? Siamo bigotti e puritani (al cinema e/o in libreria)?

Noi non siamo né bigotti né puritani, il sesso per noi è un peccato allegro, ma necessario anche se vissuto un po’ di nascosto, facile da confessare al prete che immancabilmente ci assolve… quello che ci manca è proprio la fantasia della trasgressione e l’ansia del peccato, che troviamo nei paesi protestanti o a Hollywood dove, non a caso, si sono sempre girate le più belle storie d’amore, ricorrendo a metafore e doppi sensi per suggerire ciò che non si poteva mostrare.