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Voto: 5/10 Titolo originale: Don't Knock Twice , uscita: 13-11-2016. Regista: Caradog W. James.

Non bussate a quella porta | La recensione del film horror di Caradog W. James

05/02/2017 recensione film di Alessandro Gamma

Katee Sackhoff e Lucy Boynton sono le protagoniste dell'ennesima pellicola demoniaca in cui i personaggi ignorano quello da cui il titolo vuole mettere in guardia. Poche idee ma confuse

don't knock twice film

I registi hanno bussato ben più di due volte quando si è trattato di attraversare gli stessi routinari territori che anche Non bussate a quella porta (Don’t Knock Twice) intende varcare. La storia di una – supposta – strega morta suicida il cui riottoso spirito perseguita chiunque osi evocarla è, con le minime variazioni del caso, alla base tra gli altri di Candyman, Ringu (e il suo remake americano The Ring) e i recenti Lights out e The Bye Bye Man. Non c’è pericolo quindi che il regista Caradog W. James (The Machine) e gli sceneggiatori Mark Huckerby e Nick Ostler vincano il premio per l’originalità, ma provano comunque a cimentarsi con questo soggetto abusato.

Purtroppo ogni idea, e persino il rapporto madre-figlia al centro del film, risultano semplicemente denutriti e cucinati solo a metà. Se i singoli momenti sono quasi efficaci per conto proprio, l’insieme è innegabilmente insoddisfacente.

dont-knock-twice-caradog-posterPer fare un esempio, nella sequenza più interessante della pellicola, la star di Battlestar Galactica Katee Sackhoff – che interpreta Jess – dice alla figlia Chloe (Lucy Boynton) di amarla fin “dal primo momento che ti ho visto”. E’ un momento emozionante, ma anche la chiave di lettura Non bussate a quella porta: la Sackhoff non può guardare a lungo la Boynton perché Jess sa bene di essere colpevole di aver trascurato sua figlia.

Ma aspettate, c’è di più: Jess snocciola addirittura un elenco di volte in cui ha saputo di amarla. Questo dovrebbe essere il punto in cui la conversazione si fa oscura; dovrebbe dire qualcosa di sostanziale circa il bisogno di possessione di Jess, qualcosa che lo colleghi a una sequenza successiva in cui la donna urla che Chloe le “appartiene”. Perché davvero, se si guarda oltre il ridicolo spettro mutuato malamente da The Grudge e mille altri e lo sventurato colpo di scena finale, ci si accorge che Non bussate a quella porta parla di un mostro materno, anche se ci vuole un po’ di tempo prima che questa dinamica diventi chiara. Purtroppo, il film non va mai da nessuna parte interessante, perché i suoi creatori non sanno davvero cosa fare con i loro personaggi.

Per cominciare, non sappiamo molto di Jess e Chloe. Tutto quello che sappiamo su Jess è che è una scultrice di successo sposata con il ricco avvocato Ben (Richard Mylan) – e che in passato ha avuto problemi con l’abuso di sostanze stupefacenti che hanno portato all’affidamento forzato della figlia. Ora che Chloe è adolescente, Jess si vorrebbe riavvicinare … anche se il perché ci sia voluto così tanto tempo non è chiaro. Non sappiamo molto di più nemmeno sulla ragazzina: ha un fidanzato di nome Danny (Jordan Bolger) e ha la tendenza a prendere decisioni sbagliate, come quando il ragazzo la convince a bussare due volte sulla porta d’ingresso di una casa abbandonata che secondo le credenze locali sarebbe infestata dallo spirito vendicativo di una strega.

dont-knock-twice-filmFacciamo un passo indietro ora: perché si dovrebbe fare una cosa del genere? Ovviamente, c’è molto di più dietro a questa leggenda di quanto l’iniziale quadretto lasci pensare, visto che scopriamo che Chloe ha un legame personale con l’ex abitante della casa. Supponiamo però di stare guardando questa scena cercando di dare un senso a quanto accade, in un momento cruciale in cui siamo stati sfidati a sospendere la nostra incredulità.

Cosa ci trattiene dall’alzarci e andare via quando una coppia di ragazzini bussa per le due fatidiche volte alla porta di una casa maledetta, percuotendo peraltro un batacchio sinistramente caprino? La risposta sta lì nel titolo, che sta a indicare chiaramente che bussare due volte è ASSOLUTAMENTE vietato (o almeno fortemente sconsigliato)! Va bene che si deve innescare il film il più velocemente possibile, però dovrebbero esserci dei limiti alle modalità … Naturalmente, una scena più tardi, un’entità/creatura dinoccolata e rantolante che va in giro a gattoni (ma che all’occorrenza può ovviamente assumere un altro aspetto o diventare invisibile), si manifesta nell’appartamento di Danny e lo ‘porta via’.

Scioccata, Chloe corre quindi urlando tra le braccia di sua madre. A quanto pare, tutto quello che serve a un’adolescente scettica per superare anni di abbandono e trascuratezza è un fidanzato sparito e un fantasma non-così-spettrale. In ogni caso: Jess e Chloe stringono in qualche modo un legame, e come tutto il resto in Non bussate a quella porta, il loro difficile rapporto è piuttosto in-credibile (senza contare che le due hanno nella realtà solo 13 anni di differenza). L’unica cosa che tiene insieme quest’opera, oltre alla performance come sempre convincente  di Katee Sackhoff, è l’insinuazione che ci sia in ballo con Jess più di quanto appaia.

Don’t Knock Twice 2Purtroppo, questa strategia di lasciare che i protagonisti rivelino lentamente le loro idiosincrasie in realtà non funziona quando le sfumature e le debolezze in questione non sono consistenti. Jess ha una tendenza a voler possedere altre cose. Notiamo che la donna a un certo punto dice di possedere la metà della sua casa insieme a Ben, una puntualizzazione che emerge dopo che Chloe ha insistito sul fatto che sia Ben probabilmente il proprietario della loro abitazione. Inoltre, quando Chloe insiste nell’affermare di essere perseguitata da una Baba Yaga, la sua versione della storia coinvolge un essere umano familiare, identificato come “schiavo“.

E’ proprio la menzione di questo “schiavo” che dovrebbe portare Non bussate a quella porta su strade molto più interessanti: Jess pensa anche a sua figlia come una cosa, che una volta possedeva ma che ora ha perso. Riconquistare la proprietà di sua figlia motiva le sue azioni, quindi, per gli standard moralistici del genere horror, ci dovrebbero essere delle ripercussioni a quello che fa.

Peccato che regista e sceneggiatori non sappiano davvero come rendere il rapporto tra Jess e Chloe abbastanza forte così che valga poi la pena farlo a pezzi. Non c’è assolutamente niente che indichi che le due attrici, lasciando stare la minaccia soprannaturale che devono affrontare i loro personaggi, abbiano un rapporto di qualche tipo anche al di fuori dello schermo. Jess e Chloe prendono decisioni costantemente ridicole e anche la loro relazione secondaria influisce negativamente sulla resa.

Ci sarebbe un film interessante sepolto sotto una montagna di deboli e classicamente prevedibili salti sulla sedia e twist illogici. Purtroppo però i protagonisti non riescono mai ad emergere come essere umani, lasciando gli spettatori ad alzare gli occhi al cielo ogni volta che questi aprono la porta sbagliata.

Di seguito il trailer ufficiale di Non bussate a quella porta: