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Titolo originale: 打ち上げ花火、下から見るか?横から見るか? , uscita: 18-08-2017. Regista: Nobuyuki Takeuchi.

Fireworks – Vanno visti di lato o dal basso? | Recensione del film di Akiyuki Shinbō e Nobuyuki Takeuchi (Sitges 50)

16/10/2017 recensione film di Sabrina Crivelli

I due registi giapponesi declinano una delicata storia d'amore adolescenziale alla fantascienza, perdendo però in parte la sua forza poetica

Fireworks, Should We See It from the Side or the Bottom?

Film pervaso da un delicato romanticismo liceale, Fireworks – Vanno visti di lato o dal basso? di Akiyuki Shinbō e Nobuyuki Takeuchi riprende quella sensibilità tipicamente nipponica nel trattare un coming-of-age a cui aggiunge un tocco fantascientifico che rimane però un po’ straniante.

Fireworks - Should We See It from the Side or the Bottom?,Adattamento di un film live action di Shunji Iwai del 1993, la storia è incentrata su un gruppo di studenti, in particolare su Nazuna, la cui madre in procinto di convolare a nozze con il terzo marito vuole trasferirsi e portare con sè la figlia a Tokyo. La ragazza così decide un pomeriggio di scappare di casa e, quale compagno della sua fuga, sceglie tacitamente di portare chi trai due compagni di classe Norimichi e Yosuke vincesse una gara di nuoto. I due infatti sono entrambi invaghiti segretamente di lei, e lei ricambia i medesimi sentimenti per uno dei due.

Fino a qui assistiamo ad un racconto piuttosto lineare, convenzionale, in cui sono narrate le problematiche adolescenziali, in un triangolo amoroso che coinvolge due amici e colei di cui ambedue sono innamorati; poi d’improvviso è presa una direzione inaspettata: un piccolo e singolare marchingegno permette a Norimichi ripetuti spostamenti nel tempo e nello spazio, cosicché lui possa cambiare una serie di accadimenti infelici e vivere una memorabile giornata con la ragazza di cui è innamorato.

Strano ibrido tra due concept del tutto differenti e non molto ben amalgamati tra di loro, da una parte abbiamo il delicata romance che riprende quegli ingredienti fondamentali che hanno portato il grande Makoto Shinkai al gusto riconoscimento e al recente successo con Your Name, ma di cui sono riprese molto più le precedenti e forse anche migliori pellicole, in particolare il bellissimo e struggente 5 cm per second. Come in quest’ultimo, viene delineato un tenue e poetico ritratto della psicologia di due adolescenti, si susseguono brevi frammenti di tragicità, tra cui una separazione forzata e il senso di solitudine di due anime sensibili, esperienze comuni che assurgono all’unicità per la purezza dei sentimenti che vengono descritti; tuttavia, nel complesso più leggero (soprattutto per la cornice che si concentra sui compagni di classe dei protagonisti e sul reiterato quesito se i fuochi d’artificio siano piatti o sferici), Fireworks – Vanno visti di lato o dal basso? non riesce a toccare quell’annichilente disperazione, quel senso d’impotenza che fanno di Shinkai un grande maestro dell’anime.

L’indagine interiore e una notevole attenzione per le sfumature dell’umana psiche sono, comunque, ricercate in maniera tutt’altro che superficiale e con risultati a tratti commoventi. Poi c’è la rappresentazione lirica della natura, la raffigurazione raffinata degli effetti luminosi sulle superfici, l’indulgere sui particolare con lentezza, le pale eoliche che ruotano con il vento, i raggi del sole che si rifrangono dando vita a un prisma di colori primari, la consistenza inafferrabile degli schizzi d’acqua e i fuochi d’artificio con i loro mille colori; anche quivi si percepisce il debito verso Shinkai, ma anche verso Hayao Miyazaki, che è ricordato in particolar modo nella scena in cui un treno procede su rotaie in un lembo di terra a filo dell’acqua sul mare, in cui impossibile è non pensare a una delle immagini più sconvolgentemente belle di La città incantata.

Fireworks- Should We See It from the Side or the Bottom?Assai strano in una simile impalcatura risulta però la seconda anima di Fireworks – Vanno visti di lato o dal basso?, quella più sci-fi che, inaspettatamente e senza tante spiegazioni o premesse prevede che una misteriosa sfera permetta, una volta lanciata in aria, di compiere viaggi nel tempo. Svolta inaspettata e a pochi minuti dall’inizio del film, i ripetuti salti nel tessuto spazio temporale, che paiono ausiliari allo sviluppo della narrazione sentimentale, stridono in parte con lo svolgimento. Inoltre, sia per la love story triangolare che per la parte fantascientifica, sia per il macchinario avveniristico, l’anime si avvicina al visionario racconto The Girl Who Leapt Through Time  di Yasutaka Tsutsu (portato al cinema da Mamoru Hosoda in La ragazza che saltava nel tempo), di cui però non condivide purtroppo la coerenza. Soprattutto nel finale, difatti, oltre a non essere in alcun modo ricercato una qualche graduale armonia d’inseme, o raison d’être, viene sempre più calcato il lato surreale, che ex abrupto si concretizza in realtà metafisiche e in un abbozzo di universi paralleli.

Nonostante alcuni problemi, però, Fireworks – Vanno visti di lato o dal basso? è, come buona parte dell’animazione nipponica, qualitativamente più che apprezzabile e ci regala una dolce e amara storia d’amore adolescenziale che, seppur non esageratamente originale, certo supera di molto per dialoghi e profondità pressoché ogni omologo prodotto commerciale americano.

Di seguito il trailer di Fireworks – Vanno visti di lato o dal basso?