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Voto: 6/10 Titolo originale: The Heretics , uscita: 01-11-2017. Regista: Chad Archibald.

[recensione Sitges 50] The Heretics di Chad Archibald

20/10/2017 recensione film di William Maga

Nina Kiri e Jorja Cadence sono le convincenti protagoniste di un incubo pagano realizzato con una perizia tecnica e una cura dei dettagli tali da sopperire al budget risicato ed elevarlo al livello di produzioni più blasonate

La canadese Black Fawn Films e il regista Chad Archibald hanno nel tempo consolidato una bella partnership fatta di horror indie solidi, i cui valori della produzione se la giocano spesso alla pari con prodotti mainstream, utilizzando attori poco conosciuti ma dotati e spaziando tra i sottogeneri senza paura. Tra i migliori risultati possiamo annoverare il thriller The Drownsman e il post-apocalittico Antisocial e anche se non tutti i titoli brillino allo stesso modo, la varietà dell’offerta resta lodevole. Pur non sfociando nel delirio di un Bed of the dead o nelle nefandezze viscerali di Bite (sempre di Archibald), The Heretics può contare ora su una narrazione competente, che, mettendo da parte colpi di testa autoriali e nuovi modi per scioccare a tutti i costi, si accontenta di raccontare una storia piuttosto comune di sette misteriose e possessioni demoniache con un grande colpo di scena finale (più o meno spoilerato nel trailer …). Certo, se per caso vi è capitato di vedere The Shrine di Jon Knautz (2011), molto di quello che apparirà sullo schermo perderà subitamente di freschezza, ma se lo avete apprezzato, qui troverete un altro bel boccone di paganesimo e cattolicesimo mescolati con dovizia.

The Heretics posterGloria Farrow (Nina Kiri) è ancora perseguitata dall’incubo/ricordo dell’insperata fuga da un’orribile cerimonia occulta. Cinque anni prima, sotto la luce della Luna della locusta, i membri di una setta in abiti bianchi e con raccapriccianti maschere di legno e ossa si sono infatti recisi ritualmente le gole, bagnando la giovane nel loro sangue mentre lei si dimenava e urlava legata a un altare sacrificale. La strada verso il completo recupero è stata lunga, anche se Gloria ha potuto contare sulla vicinanza e il supporto della fidanzata Joan (Jorja Cadence), anche lei vittima di abusi, e della  madre Ruth (Nina Richmond). La tranquillità è ancora però ben lontana, visto che Gloria scopre che il precedente rituale non solo era la prima fase di un piano ben più insidioso che la vede al centro, ma che adesso che sta per sorgere una nuova Luna della locusta, lo spettro della setta è pronto a riaffacciarsi alla sua porta, con l’implacabile promessa della venuta del loro signore oscuro Abaddon.

I pregi e i difetti di The Heretics si possono ritrovare negli stessi ambiti. Per esempio, da un lato abbiamo Jorja Cadence, che offre una prestazione convincente nei panni di Joan e grazie al suo mix tra lo charme alla Emma Stone e l’aria malandrina alla Lindsay Lohan riesce a dar vita a un personaggio interessante e sfaccettato, che, sebbene facilmente decifrabile dai più sgamati, aiuta a rendere il clima sufficientemente drammatico. Dall’altro c’è invece, Thomas, aka Ry Barrett (volto familiare per chi bazzica le produzioni della Black Fawn), che spalanca così spesso gli occhi per accentuare la sua costernazione da portare a chiedersi se abbia le palpebre … Taciamo consapevolmente sulla Kiri e il suo ruolo passivamente attivo, pena il rivelare l’irrivelabile (se non che partecipa a una delle scene di sesso più disgustose a memoria d’uomo). Questo comunque per sottolineare lo squilibrio nella recitazione – in fondo stiamo parlando di un film con tre personaggi -, che deriva soprattutto dalle oscillazioni di quanta carne offra lo script di Jayme Laforest a ciascuno dei partecipanti al banchetto.  Per farne un altro, c’è una scena all’inizio in cui Joan chiede a Gloria cosa avrebbe scelto se le fosse stata data la possibilità di sperimentare il terribile trauma che alla fine le ha fatte incontrare o invece evitarlo completamente, salvo il non conoscersi e conseguentemente innamorarsi, che cattura un momento prezioso del loro rapporto. Altri (molti) dialoghi sono al contrario meno intriganti, spesso motivato puramente dal dover far progredire la trama attraverso spiegazioni basilari.

the heretics filmLa struttura della sceneggiatura bara anche nel voler a tutti i costi iniettare un’aria di mistero digredendo in flashback inutilmente rivelatori un po’ alla volta. Funziona sul momento nel rendere il setup meno semplice, ma in fin dei conti risulta come minimo contorto (ad esempio, Thomas potrebbe risparmiarsi un sacco di sforzi semplicemente spiegando tutta la situazione in anticipo, e perché mai il villain cattura un personaggio in particolare durante il climax invece di ucciderlo?). Le incongruenze di questi aspetti sono comunque legate insieme da una fotografia cupamente maligna e da un sound design ben progettato, che fa leva sullo stile per contrastare il fiato corto delle ambizioni sul piatto. Potendo contare su un budget da B-movie, la Black Fawn cerca giustamente di prestare attenzione a ogni dettaglio tecnico per dare un respiro più ampio di quanto lecito alle sue pellicole e The Heretics è l’ennesimo sforzo – riuscito – progettato per provare a stupire contando su un cast e una troupe ridotti all’osso e pochi ambienti intimi.

In definitiva, quello firmato da Chad Archibald è un piccolo horror soddisfacente per chi è in cerca di culti e riti arcani, demoni antichi pronti a scatenare l’Apocalisse in Terra e capanni nei boschi. Prendere o cercare l’ennesimo sequel di qualche saga sulle case stregate.

Di seguito il full trailer internazionale di The Heretics: