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Voto: 6/10 Titolo originale: Spectral , uscita: 09-12-2016. Budget: $70,000,000. Regista: Nic Mathieu.

[recensione] Spectral di Nic Mathieu

12/12/2016 recensione film di Alessandro Gamma

Nonostante le ambizioni, l'opera sci-fi con James Badge Dale distribuita in esclusiva da Netflix non riesce a elevarsi oltre un onesto citazionismo

Nel giugno 2016 era uscita la notizia che la Universal Pictures aveva tolto Spectral, un thriller di fantascienza dal forte sapore di videogame, dal calendario delle sue uscite autunnali. La società di produzione del film, la Legendary, si è occupata anche dell’adattamento per il grande schermo di Warcraft, e l’insuccesso al box-office americano di quest’ultimo avrebbe spinto la Universal alla drastica scelta, o almeno a ridimensionare il budget destinato dallo studio hollywoodiano a un altro progetto della Legendary.

spectral-netflix-sci-fiGuardando però Spectral emerge tuttavia un altro probabile scenario: i capi della Universal potrebbero aver semplicemente deciso che la pellicola non possedesse un grande richiamo a giustificarne l’uscita nelle sale. Spectral, che Netflix ha raccolto nel mese di novembre e fatto uscire il 9 dicembre, è un miscuglio di topoi familiari, con riferimenti cinematografici che spaziano da Black Hawk Down, Edge of Tomorrow e soprattutto Aliens – Scontro Finale. Ricorda anche un segmento perduto di Gears of War, con protagonisti di dimensioni normali al posto dei soldati pompati della saga di videogiochi. E proprio come in Gears of War, Spectral ruota attorno a una serie di missioni e combattimenti – porta questa tecnologia in questo posto, trova il commilitone disperso, ottieni alcune informazioni, usale per passare alla fase successiva. La seconda metà del film, quando le sequenze d’azione e la posta in gioco si alzano, ci dà la sensazione di guardare qualcuno che gioca a fare il tiratore scelto. All’opposto nella prima parte, che delinea la storia, sembra di ascoltare qualcuno che spiega i temi della stessa partita. Il livello di interesse suscitato in voi dalla premessa è un rapido e semplice test del vostro potenziale interesse a procedere nella visione di Spectral.

spectral-netflix-3Alla sua prima prova registica, Nic Mathieu mira a un’atmosfera urbana realistica e grintosa, e una volta che l’azione inizia, in gran parte ci arriva, ma senza l’intensità coinvolgente dell’opera diretta da Ridley Scott nel 2001, o le connessioni emotive create da James Cameron nel 1986 con i suoi combattenti dal destino segnato. La vicenda inizia con un soldato delle forze speciali che si imbatte una figura spettrale e ostile tra le rovine di una città moldava. L’ingegnere DARPA Mark Clyne (James Badge Dale), che ha progettato i visori che hanno reso tale anomalia visibile ai soldati, è chiamato in Moldavia come consulente. Un regime fallito, una rivolta in crescita e una guerra civile incombente hanno reso l’intera zona instabile e pericolosa, ma proprio come un vero marine, Clyne entra in quella che sembra essere una città quasi deserta, fatta eccezione per i soldati americani gettati nella mischia in cerca delle molte squadre andate disperse. Dopo mezz’ora di lenta costruzione del personaggio e di chiacchiere tecnologiche, a seguire, viene fuori che gli americani vengono uccisi da quelli che sembrano essere fantasmi – figure bianche e blu che si muovo rapidissime ignorando il potere delle armi convenzionali e uccidendo con il semplice tocco.

spectral-netflix-2Spectral inscena tutto questo più o meno esattamente come Aliens, costruendo prima un gruppo di soldati multiculturali in gran parte indistinguibili, per poi ridurne i ranghi fino a pochi sopravvissuti arrabbiati e duri. E c’è anche una traumatizzata ragazzina dagli occhioni sgranati che ricorda incredibilmente Newt (per raddoppiare il topos, si è nascosta assieme al fratellino, che al suo pari diventa informatore – e mascotte – del team di soccorso armato). In questo caso però, al posto dell’infido rappresentante di una potente corporazione troviamo un onesto agente della CIA di nome Fran (Emily Mortimer), che per lo più si limita a fare da traduttrice. Al posto della disperata, infuriata e dolorosamente umana Ripley c’è invece Clyne, un competente ma insipido genietto, la cui soluzione alla maggior parte dei problemi è sostituire con parti che trova in giro le videocamere o le armi della sua squadra, macgyverizzandole fino a quando non sono abbastanza futuristiche per risolvere l’ultimo problema sorto.

Per un film di guerra sovrannaturale/sci-fi destinato al grande pubblico, Spectral è curiosamente dedicato a decantare la scienza e a considerare le implicazioni morali delle scoperte scientifiche. E’ anche piuttosto certo che la scienza sia la risposta a tutti i problemi, tra cui quello che sembra essere decisamente un attacco inspiegabile. L’equivalente in Spectral all’iconica battuta di Predator “Se può sanguinare… può essere ucciso” è affidata a Clyne: “Se qualcuno li ha creati, non sfuggono alle leggi del mondo. Nulla può”. Clyne è una strana specie di eroe: è sicuro, silenzioso e riflessivo, e fa un buon lavoro nel legare scienza ed etica. Ma non ha famiglia, nè storia, neppure difetti o altre caratteristiche significative o un antefatto accattivante, solo un elenco di cose che ha costruito per i militari. E’ un mistero, e incarna perfettamente l’essenziale superficialità di Spectral.

spectral-netflixTutte queste mancanze potrebbero anche non importare molto, se il film fosse rigorosamente una storia da videogame di 15 anni fa, che passa da una scena d’azione all’altra. Ma troppo della narrazione si basa sulle logorroiche spiegazioni di Clyne e su quelle altrettanto prolisse che ottiene in risposta, oppure su lunghe sequenze in cui l’ingegnere costruisce il dispositivo da usare nel livello successivo. Per quanto riguarda invece la citata devozione per il rigore scientifico, le nozioni effettivamente messe in campo sono in puro stile Hollywood, partendo da “Se solo inverto la polarità di questa fotocamera …”, al climax di “Premi l’interruttore giusto al momento giusto.”

Prima della conclusione, i personaggi si aggirano brandendo comicamente gigantesche armi di guerra in stile Gear of Wars, nel corso di una gigantesca ed esplosiva scena d’azione che trasmette finalmente l’emozione e il coinvolgimento in cui Spectral intendeva immergere lo spettatore fin dall’inizio. Tuttavia, per la maggior parte della durata, siamo davanti a un’opera ben più piccola e molto parlata. I dialoghi non sono particolarmente intelligenti o abbastanza impegnati per rivaleggiare con le idee inebriante di un film di fantascienza come Arrival, mentre la storia non viene valorizzata abbastanza bene per rivaleggiare solo vagamente con l’azione di Aliens. Mathieu guarda ai giusti modelli, omaggiandoli nei modi sbagliati. E’ comprensibile che Netflix abbia colto al volo la possibilità di mettere in catalogo un lungometraggio che era stato inteso per il grande schermo. Spectral però finisce per sembrare qualcosa di molto più piccolo, qualcosa inteso fin dall’origine come un’ informale esperienza in streaming.

Di seguito il trailer ufficiale di Spectral: