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Titolo originale: Victor Crowley , uscita: 12-09-2017. Regista: Adam Green.

Recensione | Victor Crowley di Adam Green

31/01/2018 recensione film di Sabrina Crivelli

Il Macellaio del Bayou ritorna a colpire nel quarto capitolo della saga slasher di Hatchet, tra secchiate di sangue e nuove inventive uccisioni

Erano alcuni anni che il Macellaio del Bayou non si aggirava armato d’accetta per le paludi della Louisiana, quindi i fan della saga slasher di Hachet – partita in sordina nel 2006 – saranno lieti di vedere il loro beniamino tornare in azione nel quarto capitolo ‘a sorpresa’, Victor Crowley (naturalmente sempre scritto e diretto da Adam Green), che prende il titolo dal nome del mastodontico killer, e che ripropone in toto gli elementi e il mood che contraddistinguono la serie, risultando quindi un seguito derivativo, ma proprio per questo capace di intrattenere i suoi estimatori.

Sono passati dieci anni dai terribili fatti accaduti in Hatchet III, e ritroviamo Andrew (Parry Shen), sopravvissuto alla carneficina e che molti credono essere il killer, che ora si aggira per talk show a presentare il suo libro, dall’evocativo titolo “I, Survivor”. Il novello scrittore capita così anche nel programma condotto dalla ex moglie Sabrina (Krystal Joy Brown) per parlare della sua opera, scoprendo che gli autori sono intenzionati a garantirgli laute ricompense se lui acconsentirà a recarsi di nuovo sul luogo degli omicidi, con tanto di aereo privato e troupe. Da una parte dunque l’equipe televisiva, il protagonista e la sua agente approdano in maniera piuttosto tortuosa (non si può specificare senza incorrere in spoiler) sul terreno di caccia del brutale e sfigurato assassino; dall’altra un secondo gruppo di personaggi, aspiranti filmmaker (Katie Booth, Chase Williamson e Laura Ortiz), si addentrano nella palude sperando di realizzare un trailer di successo per il loro mockumentary incentrato sugli omicidi avvenuti in Louisiana una decade addietro. Ovviamente gli uni si imbatteranno negli altri nel folto della vegetazione ma, soprattutto, incontreranno dal vivo Victor Crowley, il cui spirito si risvegliato ed è assetato di sangue fresco.

Il film è, anzitutto, in linea con le aspettative che il marchio Hatchet instilla nel proprio pubblico: vengono ripresi tutti gli ingredienti che han fatto la fortuna dei predecessori, dall’iconico e mostruoso villain (incarnato ancora una volta da Kane Hodder) e la sua accetta, alla profusione di sangue, alle uccisioni decisamente truculente con tanto di decapitazioni, fino agli effetti speciali pratici e un po’ camp. Insomma non manca nulla, variano i personaggi e in lieve parte la trama, che non è certo essenziale in questi casi. Da sottolineare un’immagine particolarmente gustosa, almeno per gli amanti del gore più libero, ossia quella di un cellulare con tanto di mano attaccata che viene spinto fuori a viva forza nella bocca di una vittima. Questo, come molti altri passaggi, è contraddistinto dalla solita folle brutalità che ha caratterizzato tutti i film fino ad ora e che abbiamo imparato ad amare. A ciò si somma poi quel dark humor che contraddistingue ogni sequenza e che conferisce quel tocco d’irriverenza e leggerezza in più. D’altro canto, Victor Crowley non si prende sul serio né conosce censura, come spesso capita invece per quei prodotti commerciali di un grande studio che in fondo paiono tutti uguali; è più vicino a un fan film realizzato con estremo amore, magari con meno mezzi, ma con grande attenzione ai dettagli, tra scalpi e zampilli di liquido rosso, mettendo in scena una grande e auspicabile veracità, e facendosi perdonare così tutti gli altri piccoli difetti.

Ci sono comprensibilmente anche delle pecche nello slasher; prima tra tutte il lunghissimo preambolo, tra lo show televisivo e il tempo passato sull’areoplano, che sì, è disseminato di battute caustiche, ma risulta anche un bel po’ tedioso, in particolare se si pensa che si dilunga per una trentina di minuti, ossia su per giù un terzo dell’intero svolgimento. Inoltre, è difficile da apprezzare e poco coinvolgente per chi sia del tutto digiuno non solo dei precedenti capitoli, ma anche di questo tipo di prodotti low budget, anzi può risultare parecchio ostico. Ma si tratta di un male che bene o male lo accomuna a molti altri franchise di lunga data, quali Halloween e Venerdì 13. Tuttavia, è proprio l’approccio così originale e genuino di Green, oltre al merito di aver dato vita a un killer che può tranquillamente inserirsi nell’Olimpo delle icone horror al fianco di Freddy Krueger, Jason Voorhees o Leatherface, a rendere piacevole l’intera saga di Hatchet.

In definitiva, Hatchet IV Victor Crowley riesce nel non scontato compito di riportare sul grande schermo il Macellaio del Bayou in tutto il suo sanguinario e trasandato fascino, quindi auguriamoci che Green prosegua ancora a lungo, come peraltro lascia intendere la scena inserita sui titoli di coda.

Di seguito trovate il trailer originale: