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[recensioni in gondola] The Shape of Water / Diva! / Invisible / La villa

06/09/2017 news di Teresa Scarale

Qualche parola anche sul documentario La lucida follia di Marco Ferreri

Una carrellata panoramica su molti dei film presentati alla Mostra del Cinema di Venezia di quest’anno, un giudizio sintetico (non una recensione tradizionale quindi), ma funzionale, per capire cosa promuovere o cosa invece bocciare.

Queste le gondolette:

The Shape of WaterIl clima temporalesco dei primi giorni ben si accorda con la favola subacquea raccontata da Guillermo del Toro in The Shape of Water (la recensione completa). Meno fantasy e più adulta di quello che lascerebbe supporre il trailer, la pellicola del regista messicano tratta il tema della diversità inserendolo nel contesto del 1960 (il periodo è quello della crisi dei missili cubani). Non è certo di politica che parla il film, anche se la Guerra Fredda fornisce un ottimo spunto narrativo a questa fiaba ben confezionata in cui spiccano le interpretazioni della protagonista Sally Hawkins e di Octavia Spencer.

La proiezione di Diva! (oseremmo dire “Divina”…), documentario di Francesco Patierno dedicato a Valentina Cortese, è una gioia per gli occhi e le orecchie, ma solamente per la presenze di spezzoni – molti – dei suoi film. L’idea di affidare a ben otto attrici italiane dei giorni nostri (Barbora Bobulova, Anita Caprioli, Carolina Crescentini, Silvia d’Amico, Isabella Ferrari, Anna Foglietta, Carlotta Natoli e Greta Scarano) le parole che la Cortese stessa ha scritto nella sua autobiografia non risulta felice. Grande attenzione è riservata alla carriera cinematografica e holliwoodiana di quest’attrice, il cui talento si riscopre inaspettatamente contemporaneo.

La lucida follia di Marco FerreriLa lucida follia di Marco Ferreri di Anselma Dell’Olio è invece dedicato a Carla Fendi, la cui Fondazione ne ha permesso la realizzazione. Questo documentario mette insieme interviste e stralci di film di un autore assoluto, fra i più geniali di tutta la storia del cinema, non solo italiano. La bellezza di un’opera come questa sta soprattutto nel ricordare allo spettatore che cosa sia davvero la settima arte e quali siano le sue infinite possibilità espressive e filosofiche. Gli ottanta minuti del film ripercorrono la dissacrazione e la poesia di Ferreri attraverso la sua stessa voce e le testimonianze di attrici, attori e registi come ad esempio Roberto Benigni, che apre il film con una poesia dedicata al maestro, benché Ferreri sia definito come “il contrario di un Maestro”. “Contrario” che passa anche per lo splendore del corpo nudo di Ornella Muti ne L’ultima donna.

Invisible Pablo GiorgelliSi piomba quindi nella temuta categoria “Prozac” con Invisible dell’argentino Pablo Giorgelli. Realismo post contemporaneo per un film che traccia il percorso che la giovane Ely (Mora Arenillas) si ritrova a compiere dal momento della scoperta di una gravidanza indesiderata al giorno in cui è stato programmato l’aborto in una clinica clandestina. Toni drammaturgici attutiti e nessun picco emotivo per questo film noioso e deprimente la cui sceneggiatura scarna procede verso la conclusione monoliticamente.

La riattivazione cardiaca giunge però inaspettatamente grazie al delizioso La villa di Robert Guédiguian, un lungometraggio che, a leggerne la trama, dovrebbe far scappare a gambe levate lo spettatore: due vecchi fratelli e una sorella si riuniscono nella dimora di famiglia dopo anni per dividersi l’eredità del padre ridotto a uno stato quasi vegetativo e per assisterlo. Lungi dall’essere una celebrazione nostalgica e passatista, la vicenda assorbe invece tutta la luce che riverbera sulla superficie dell’acqua del Golfo di Marsiglia che ne fa da sfondo. Quella particolare stagione che viene dopo l’estate nei luoghi di mare è qui simbolo di una rinascita dolce, profondamente inattesa e robusta. E i balzi nel passato la illuminano.