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[riflessione] Il futuro degli anime appare fulgido, ma non mancano i timori

20/02/2017 news di Sabrina Crivelli

Dal redivivo Studio Ghibli agli adattamenti americani, cosa ci spaventa e cosa ci rassicura di più guardando ai prossimi mesi

Se si guarda il lungo e favoloso cammino della storia dell’animazione giapponese, subito si può comprendere come questo magico universo sia refrattario alle restrizioni di genere, così come di idee: dai giocatori di baseball ai fantasmi amichevoli, dagli antichi miti alle indagini di investigatori canini a gatti robot dal futuro, non c’è limite alla fantasia degli sceneggiatori del Sol Levante. Tutti i tipi sono rappresentati: sci-fi e horror, fantasy o comedy, erotico e dramma storico. Benché quasi ogni nazione sul globo terracqueo possa contare su una propria cinematografia animata, quasi nessuna riesce ad avere quell’incredibile varietà e ricchezza che il Giappone può vantare.

Perfect Blue Satoshi KonTuttavia, negli ultimi anni, il mondo degli anime ha dovuto fronteggiare non poche minacce provenienti da più fronti. Anzitutto, c’è una minaccia a cui tutti siamo sottoposti: il tempo stesso. Nel 2010, il genere ha perso uno dei suoi più grandi narratori, Satoshi Kon, geniale artefice di alcuni capolavori come Perfect Blue, Millennium Actress, Paprika – Sognando un sogno, Tokyo Godfathers e la serie TV Paranoia Agent. Il corpus del visionario regista era al contempo visivamente incredibile, critico, acuto e talmente contorto da risultare estremamente inquietante, dei veri e propri trip animati. Purtroppo un tumore al pancreas si è portato via uno dei più grandi ingegni del cinema d’animazione contemporaneo ad appena 46 anni, mentre ancora stava lavorando a Dream Machine, rimasto quindi incompiuto. Ci sono altri tristi sviluppi però. Nel 2014 due padri dell’animazione, Hayao Miyazaki e Isao Takahata, hanno annunciato il loro pensionamento, abbandonando così il loro Studio Ghibli – casa dei sogni e fucina di opere dalla bellezza disarmante come La città incantata, Il castello errante di Howl o Una tomba per le lucciole. Purtroppo l’età avanza e i due cineasti hanno deciso di farsi da parte, sebbene lo Studio non abbia certo chiuso i battenti, anzi, dopo aver co-prodotto il bellissimo La Tartaruga Rossa dell’olandese Michaël Dudok de Wit è al lavoro sulla serie Ronja. La figlia del brigante con Goro Miyazaki.

tartaruga-rossa-filmNon bisogna però dimenticare la piaga della pirateria, l’aumento dei costi per l’animazione, nonché il crescente seguito della CGI, insomma tutti fattori che mettono seriamente in pericolo le produzioni ancora legate al disegno a mano, che richiede tempi di realizzazione decisamente più lunghi.

Eppure, qualche notizia positiva la si può trovare. Prima tra tutte quella che riguarda Mary And The Witch’s Flower (adattamento dal romanzo britannico The Littlest Broomstick di Mary Stewart), creata dal regista Hiromasa Yonebayashi, che ci regala uno spiraglio di luce nelle tenebre, nonché nuove speranze dai lidi nipponici. La pellicola d’animazione è la prima opera dallo Studio Ponoc, fondato da Yoshiaki Nishimura, in precedenze produttore allo Studio Ghibli, che ha contribuito a diffondere tra gli altri Il castello errante di Howl, Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento e Quando c’era Marnie. Inoltre, più lodevole d’ogni altro, Nishimura ha seguito da vicino e sostenuto Takahata nella lunga gestazione del bellissimo La storia della principessa splendente. Infine, se molti sono i disegnatori e animatori ghibliani che hanno desiderato prendere la loro strada e affermarsi, lo Studio Ponoc si è rivelato un perfetto ricettacolo per svariati artisti, nonché ex membri della casa produttrice di Miyazaki e Takahata.

ronja-la-figlia-del-brigante-ghibliCi sono poi altri esempi positivi, come Makoto Shinkai, che ha ottenuto quest’anno un successo incredibile di pubblico – specie in patria – con il suo Your Name. L’autore di pellicole liriche e meravigliose quali 5 cm al secondo e Il giardino delle parole ha avuto infatti in questi ultimi tempi un diffusissimo riconoscimento in termini di critica. E non è tutto. La sua ultima fatica rappresenta uno dei pochissimi anime non-Ghibli ad aver ottenuto un’uscita in sala nel Regno Unito (in Italia invece è già da qualche tempo che si sono accorti del valore e del potenziale del regista). Al contempo, Shinkai è ancora legato all’animazione 2D, con un’estetica efficace e immediatamente riconoscibile a cui accompagna storie dolci venate di malinconia. L’animatore di Nagano è altresì uno degli esponenti più dotati di quella nuova generazione di che non teme di mescolare tecniche tradizionali e computer graphic, riuscendo così a conseguire un risultato eccellente e a ridurre unitamente i costi e i tempi. Tra gli altri nomi da tenere d’occhio è giusto inoltre segnalare anche Mamoru Hosoda, regista dei lodevoli The Girl Who Leapt Through Time, Summer WarsWolf Children.

Migrando invece sul piccolo schermo, si può scorgere una notevole lista di serie davvero ragguardevoli, di cui solo una minima porzione arriva dalle nostre parti. Sicuramente la situazione è migliorata esponenzialmente con Netflix, che ha garantito un’essenziale via d’accesso a diversi titoli vecchi e nuovi, tra cui L’attacco dei giganti, Sword Art Online o Little Witch Academia (ma ogni settimane ne vengono aggiunti di nuovi). Rimando sempre sulle nuove piattaforme streaming che si stanno affermando anche nel nostro paese, la sopracitata Ronja. La figlia del brigante verrà messa a disposizione degli utenti in esclusiva da Amazon Prime Video e non va dimenticato la nostrana VVVVID, piattaforma gratuita e legale che mette a disposizione moltissimi contenuti animati inediti.

ghost-in-the-shell-mamoruA conclusione di questa lunga considerazione, non possiamo non scrivere qualcosa sulla piuttosto grigia situazione degli adattamenti hollywoodiani di classici anime e manga che sta prendendo piede. Certo, alcune saghe altrimenti conosciute solo da pochi eletti otterranno (forse) un pubblico decisamente più esteso, ma a quale prezzo? In particolare, per Ghost in the Shell tremano tutti i fan di Mamoru Oshii (e forse ancor prima di Masamune Shirow, autore del manga) a ciò che potrebbe venir fuori dall’ardita combinazione di Rupert Sanders (che ricordiamo ha diretto solo Biancaneve e il cacciatore) e Scarlett Johansson nei panni del Maggiore/Major (non è necessario aggiungere altro). In ogni caso ci auguriamo di rimanere stupiti e di sbagliarci su questo adattamento, così come pure su quello in lavorazione di Alita: Battle Angel (manga scritto e illustrato da Yukito Kishiro) ad opera di James Cameron e Robert Rodriguez, su Death Note (manga e anime di Tsugumi Ōba e Takeshi Obata) che Netflix ha affidato ad Adam Wingard o sull’Akira di Katsuhiro Ōtomo, il cui live-action era stato messo in cantiere alcuni anni fa e che al momento risulta in stand-by (ma aspettiamo di vedere i risultati al botteghino dei primi due per esserne certi).

L’unica speranza, forse, è che l’arrivo nei cinema di queste trasposizioni possa almeno garantire la riscoperta dei capolavori originali.