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Riflessione | Star Wars: perché l’Impero si ostina a costruire basi come la Morte Nera?

14/12/2016 news di Alessandro Gamma

Nonostante i continui fallimenti, l'arma di distruzione definitiva rimane un'ossessione per l'Imperatore e il Primo Ordine

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Nel 1977, nel primo film di Star Wars, l’Impero terminò la complessa costruzione della sua ‘arma definitiva’, la Morte Nera. Centrale nelle vicende descritte nella pellicola, intorno a essa ruotavano gli attacchi, i contrattacchi e via dicendo di ambedue le fazioni in guerra, e anzi poco senso avrebbe addirittura il titolo stesso, Guerre Stellari, senza l’esistenza della famigerata Death Star. Quest’ultima fu portata a compimento e distrutta subito dopo, grazie alla scoperta di un difetto strutturale, dall’Alleanza Ribelle. Al primo prototipo ne seguì un secondo, ma anche questa volta fu distrutto in Il Ritorno Dello Jedi (Return of the Jedi), stesso motivo e stessi responsabili.

Nel 2015, in Star Wars: Il risveglio della Forza (Star Wars: The Force Awakens), ritroviamo il Primo Ordine, ha a disposizione la Base Starkiller, una versione più grande (è addirittura un planetoide ghiacciato) e potenziata della Morte Nera che, invece di distruggere ‘soltanto’ interi pianeti, può eliminare interi sistemi solari e, sorpresa sorpresa, viene tolta di mezzo dalla Resistenza sfruttando… una debolezza strutturale! Dunque, se errare è umano, perseverare è diabolico e a quanto pare l’Impero, o almeno i suoi progettisti, insiste a realizzare armi letali dalle proporzioni gigantiformi che però hanno punti deboli piuttosto determinanti. Perché dunque tutto ciò continua a ripetersi e con gli stessi risultati? Ci sono due spiegazioni, una concreta e l’altra legata al mondo di finzione della saga.

star-wars-rogue-oneLa prima: la Morte Nera è fantastica. Non esiste miglior fulcro diegetico su cui fondare l’azione, lo scontro tra Impero e Ribelli. Grande come la Luna, nonché lo strumento con la capacità distruttiva maggiore dell’intero universo, la Death Star è frutto di una tecnologia davvero impressionante. Una sorta di gigantesco ammasso di materia che galleggia nello spazio profondo dalla struttura piuttosto complessa, cosparsa di angoli e fessure dalle svariate dimensioni.

E’ tanto incredibile da essere uno degli elementi fondanti e fondamentali della saga, tanto iconica da essere entrata nell’immaginario collettivo come emblema del Lato Oscuro e dell’Impero stesso. Di qui il reiterare la sua presenza come una delle minacce principali e quale epicentro dello scontro tra Bene e Male.

La seconda: rimandando invece dalle origini della suddetta, leggenda vuole che tanto tanto tempo fa un Sith abbia utilizzato enormi cristalli kyber (quelli più piccoli sono utilizzati invece nella costruzione delle spade laser) per creare un super laser in grado di cancellare all’istante interi pianeti. Gli ingegneri di armamenti di Geonosis saltarono fuori con un progetto similare su istruzioni del Movimento Separatista, di cui poi entrò in possesso Lord Sidious all’inizio delle Guerre dei Cloni, ovviamente tramite una buona dose di manipolazioni e tradimenti. Quando Palpatine divenne poi imperatore, limitò al massimo l’accesso a Geonosis e nel frattempo costruì una stazione da battaglia, in totale segreto; tuttavia, certo il suo disegno era di lunga e difficile realizzazione e ancor più arduo era farlo in clandestinità.

Il risultato è che i cristalli kyber attirarono sospetti e sabotatori, la Principessa Leila riuscì a impadronirsi dei piani tecnici per la Morte Nera, dopo che era stata attirata l’attenzione dei Ribelli sulla costruzione di qualcosa dal nome decisamente poco rassicurante. A spiegarci in quale modo ne venne in possesso la protagonista della pellicola del ’77 ci pensa proprio Rogue One: a Star Wars Story (le 15 curiosità sullo spin-offla nostra recensione). Il film diretto da Gareth Edwards inserisce un cambiamento significativo, descrivendo Galen Erso sia come il progettista della Morte Nera che la causa della sua debolezza strutturale. Questa modifica rende la distruzione della sferica base spaziale molto più comprensibile e soddisfacente, dando il là a una serie di piccoli atti di ribellione che lentamente sfociano in qualcosa di più grande, piuttosto che essere basata quasi esclusivamente sulla fortuna.

rogue one morte neraE’ a questo punto da considerare che il progetto era tanto megalomane da trovare alcuni detrattori perfino tra le fila dei fedeli all’Impero, ma il Grand Moff Tarkin ne era talmente convinto da dedicarci quasi venti anni della sua vita, certo un vero e proprio incubo in termini fattivi, viste le palesi difficoltà di edificare un’enorme stazione spaziale, delle dimensioni di una piccola luna, in segreto, utilizzando i Wookie come forza lavoro.

Tarkin e i suoi sostenitori credevano fermamente che la Morte Nera sarebbe stata il deterrente ultimo e avrebbe disincentivato qualsiasi moto rivoluzionario con la minaccia di utilizzo del suo potentissimo laser (un po’ come la bomba atomica dopo Nagasaki e Hiroshima). Tuttavia, sebbene la vittoria fosse vicinissima, il tutto si rivelò come sappiamo un sonoro fallimento.

L’Imperatore punì il creatore della Death Star con la morte, visto che non si era accorto del difetto strutturale, poi lo clonò in modo da avere chi potesse realizzare una secondo prototipo più perfetto. Il nuovo modello fu iniziato sotto la supervisione dell’ufficiale Tiaan Jerjerrod, a cui però furono concessi molto meno tempo e fondi per edificare la nuova base. Se apprendendo poi dai propri errori, gli alberi di scarico erano stati stavolta messi in sicurezza, la rapidità e il potenziale richiesti erano praticamente irrealizzabili. Anzi l’Imperatore giunse sulla Morte Nera II quando era ancora in costruzione, sentendosi protetto dallo scudo deflettore attivato dai generatori su Endor. E sicuramente ci sarà stata un’ottima ragione per lasciare tali generatori al di fuori dello scudo protettivo…

La nuova stazione venne quindi costruita sul bordo della Galassia e nuovamente finalizzata a sostenere il clima di terrore e il controllo del potere, oltre che a ripristinare la fiducia nelle sue fila dopo la cocente disfatta. A ciò si aggiunge la speranza, una volta ultimati i lavori, di distruggere tutti i ribelli in un colpo solo e, per non sbagliare, l’intero pianeta dove risiedeva la loro base. Della serie, quando sei convinto di avere la vittoria in tasca, perché non radunare milioni di truppe in un’unica location così che se qualcosa va storto ti giochi l’esercito in un colpo solo? (per la seconda volta …). Come noto, anche questo piano andò a monte miseramente.

In realtà ci sono diversi paralleli storici assimilabili a questo comportamento reiteratamente masochista (forse il più noto è la campagna di Russia di Hitler dopo quella altrettanto fallimentare di Napoleone).

Star Wars - Il risveglio della ForzaIn ultimo, abbiamo il Primo Ordine in Il Risveglio della Forza, ispirato alle storie delle prime due Death Star, a loro volta ispirate dalle leggende dell’antico Sith, ma che al contempo basa la sua speranza di successo su un assunto non per forza veritiero, ovvero che “più grande è sempre meglio“.

Delle dimensioni di un corpo celeste, capace di distruggere un’intera galassia e come al solito celata negli estremi confini dell’universo, i suoi ideatori non avevano pensato a una verità molto semplice: più grande è l’arma e maggiore deve essere la fonte di energia necessaria ad alimentarla, e in questo caso l’entità era tale da costituire un pericolo per l’intera base stessa; non solo, necessitava di essere regolata, un altro punto debole.

Infine, lo scudo protettivo aveva problemi di dimensioni e i suoi controlli si trovavano in un unico luogo, ancorché stavolta fossero posti, più avvedutamente, all’interno e non all’esterno, come nella precedente versione. Purtroppo per l’Impero, anche qui i risultati si sono rivelati tutt’altro che entusiasmanti e per l’ennesima volta l’eccesso di ambizione ha portato al fallimento.

Concludendo, il peggior difetto del Lato Oscuro e dei suoi seguaci è stato l’eccesso di tracotanza, che li ha guidati a una megalomania dannosa e poco avveduta, causa di una inevitabile e durissima sconfitta (per somma gioia di tutti gli altri abitanti dell’universo).

Di seguito la scena in cui Luke distrugge la Morte Nera: