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Riflessione | Star Wars: perché non vedremo mai una donna alla regia di un film della saga

30/11/2016 news di Sabrina Crivelli

Quella delle quote rosa anche dietro la macchina da presa è una promessa da marinaio della LucasFilm

In molti modi, la saga di Star Wars sta promuovendo sempre più la centralità delle figure femminili, a partire dalle protagoniste dei primi episodi del nuovo ciclo a marchio Disney, Rey e Jyn Erso. Rilevante è anche l’apporto del gentil sesso dietro le quinte della LucasFilm, con ruoli chiave ricoperti da Kathleen Kennedy e Kiri Hart e lo stesso vale per metà del team executive. Tuttavia c’è una zona d’ombra, ove i progressi in tal senso sono ben scarsi: il la sedia da regista.

Se la Kennedy continua ad insistere che presto vedremo una donna alla regia di un prossimo capitolo della saga, tale giorno parrebbe essere ancora piuttosto lontano… Le difficoltà sono molte nel trovare la giusta candidata e la manager stessa ha confermato in una recente intervista che finora non hanno scovato la persona con la giusta dose d’esperienza. La battaglia per le pari opportunità è una priorità assoluta, ma la Kennedy ha anche dichiarato:

star-wars-risveglio reyVogliamo essere certi che, quando sceglieremo un regista donna per realizzare Star Wars, sarà un successo. Sono dei film giganteschi e non è possibile entrare in un progetto simile senza nessuna esperienza.

Da un lato, è sensato che vogliano per Star Wars una figura esperta e le loro scelte fino ad ora si sono dimostrare piuttosto caute in effetti in tal senso. J.J. Abrams aveva già diversi film all’attivo, tra cui due capitoli di Star Trek, prima di dirigere Il Risveglio della Forza. Phil Lord e Chris Miller (pronti per il film di Han Solo) hanno sfornato una hit dopo l’altra, compreso The Lego Movie. Gareth Edwards (Rogue One) e Colin Trevorrow (Episodio IX) sono usciti rispettivamente da due blockbuster come Godzilla e da Jurassic World. Il filmmaker meno esperto che la Disney abbia mai assunto per un capitolo di Star Wars è invece Josh Trank (Chronicle), e tutti sappiamo come è andata a finire…

Il problema è che il suddetto requisito fondamentale, ossia l’esperienza, rappresenta un fattore che sfavorisce costantemente le registe donna, dacché poche di loro debutteranno mai con un blockbuster ad alto budget, che difficilmente verrà loro offerto proprio perchè inesperte. Un cane che si morde la cosa insomma. Anche la compagnia sorella, la Marvel, non ha pensato a una donna fino a Captain Marvel, ossia la 21° pellicola del MCU! Non solo, anche nel caso di partecipazione a un colossal di successo difficilmente tale esperienza viene poi replicata, ne sono un esempio Twilight, Cinquanta Sfumature di Grigio e Pitch Perfect 2, tutti titoli che hanno sbancato il botteghino, ma fino ad oggi, Catherine Hardwicke, Sam Taylor-Johnson o Elizabeth Banks non pare abbiano ricevuto offerte per progetti affini. Alcuni studi, anzi, tendono a sottolineare che le registe siano preferite e assunte per pellicole a loro volta destinate a un pubblico eminentemente femminile, e pure in quel caso le grosse produzioni come Hunger Games e Divergent vengono affidate agli uomini…

Rogue One A Star Wars StoryAl contrario l’esperienza non è poi tanto fondamentale per un regista uomo, e anzi molti dirigenti sembrano disposti a scommettere su apparentemente dotati semi-esordienti. Tornando a quelli citati qui sopra, a ben vedere nessun nome ha poi tutte queste pellicole all’attivo: a Trevorrow è stato affidato l’Episodio IX con praticamente solo Jurassic World alle spalle, preceduto dall’indie Safety Not Guaranteed, da un film per la TV, da un documentario e da un cortometraggio. Allo stesso modo, per Vogt-Roberts Kong: Skull Island sarà soltanto il secondo lavoro dopo il coming-of-age indipendente The Kings of Summer. In ultimo, Watts è stato ingaggiato per Spider-Man: Homecoming dopo due produzioni a basso profilo e budget come Clown e Cop Car.

Nessuno però ha mai avuto dubbio alcuno sull’affidare “film giganteschi” a registi maschi non poi così testati. Sembra quasi sussistano due pesi e due misure, fatto per cui il gentil sesso ha bisogno di dimostrare il doppio per ottenere la medesima opportunità che forse non capiterà nemmeno mai, perché “l’esperienza” richiesta diviene una barriera all’entrata praticamente impossibile da valicare!

Per quel che vale, la Kennedy sostiene che LucasFilm si sia attivata per cercare promettenti nuove entrate: “Vogliamo iniziare davvero a concentrarci su persone con cui ci piacerebbe lavorare e vedere che tipo di progetti stanno facendo per fare passi in avanti, per poi coinvolgerli quando sarà il momento giusto”. Lo stesso sembrerebbe valere per la tanto discussa assunzione di una regista che stava “per accadere” l’anno scorso, ma che ad oggi non sembra affatto essersi concretizzata.

Forse, se LucasFilm ha davvero intenzione di inserire una quota rosa anche dietro alla camera da presa, invece di attendere che ‘cada dal cielo’ una filmmaker con all’attivo una lunga lista di blockbuster. Meglio ancora sarebbe cercare in altri settori qualche dotata regista attiva nelle produzioni destinate al piccolo schermo, come Michelle MacLaren, o a budget più ridotti, come Lone Scherfig; d’altro canto Rian Johnson, prossimo in lista con Episodio VIII non ha un curriculum poi così differente, dato che in fondo la sua riguardevole “esperienza” si limita a Looper e poco altro …

Il trailer della prima stagione della The Mandalorian (la recensione), dove alcuni episodi sono stati effettivamente girati da due donne, Deborah Chow e Bryce Dallas Howard, forse un presagio di cambiamento:

Fonte: Variety