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Riflessione | Saw: la sag(r)a della tortura non è ancora finita (parte 2)

01/11/2017 recensione film di Jayenne

Con l'arrivo nei cinema di Saw: Legacy, a sette anni di distanza da quello che doveva essere l'ultimo capitolo, cerchiamo di fare il punto della situazione, domandandoci se davvero sisentisse davvero il bisogno di questo ritorno

billy jigsaw enigmista

Dopo avere preso in esame i primi tre film, facciamo un salto nel 2007 con Saw IV, ancora diretto da Darren Lynn Bousman, che si apre con l’attesissima e dettagliatissima autopsia di John Kramer, riallacciandosi vagamente al tema della macellazione dei corpi presente nel terzo capitolo. Di sicuro la morte dell’uomo non segna la fine dell’Enigmista, visto che John ha sviluppato nel tempo una certa tendenza al reclutamento di futuri apprendisti che potranno portare avanti la sua missione, solamente con un altro volto (più o meno, visto che la maschera da maiale è la stessa e Billy sarà comunque al loro fianco …). La violenza ossessiva prevale, estremizzata per coprire le mancanze stilistiche del film. Bousmann dirige un episodio molto più gore e truculento rispetto ai primi tre (il pubblico cerca quello no?).

saw IV posterIn questo Saw si capisce molto della vita di John, dei processi mentali che lo hanno portato alla genesi del personaggio. Siamo però davanti a un quarto capitolo che mescola troppi avvenimenti del terzo, che saranno anche godibili, ma che certo non lo giustificano. Ormai la freschezza degli esordi è svanita e non sappiamo quindi bene cosa aspettarci, se non rimandi al passato con l’aggiunta di qualcos’altro che probabilmente ci destabilizzerà, soprattutto perché faremo fatica a seguirne il filo conduttore se non abbiamo ben vivi nella mente i capitoli procedenti. In ogni caso, scopriamo che mentre il cancro lo stava lentamente uccidendo, John imbastiva il suo spietato gioco (ringraziamo i molti flashback, che lo faranno ricomparire per spiegarci come abbia organizzato il suo ingegnoso e diabolico piano nei dettagli).

Un Enigmista che non sembra affatto morto quindi. Oltretutto, come anticipato, veniamo a sapere – nel solito clamoroso colpo di scena dell’ultimo minuto – che la scena dell’autopsia vista in precedenza non è altro in realtà che il finale di questo Saw IV! L’inizio del film è al contrario assolutamente prevedibile e trito: nuove vittime rapite, nuove trappole (questa volta deprivazione sensoriale e labbra e palpebre cucite) e l’ennesima rincorsa inutile e svilente verso la soluzione da parte dei nuovi protagonisti (tra cui troviamo Lyriq Bent e Betsy Russell).

Ah, il nuovo gioco parte dal ritrovamento dentro lo stomaco sezionato dai medici legali di una cassetta rivestita di cera. I vari moniti che accompagnano il film, come l’atto di vedere con i propri occhi (“See what I see”), mettono a dura prova lo spettatore più traumatizzabile, specie per la visione dell’autopsia, che il regista ci sbatte in faccia con il solo scopo di colpire anche il nostro di stomaco, nella visione di tale smembramento di un corpo umano (il film è uscito con il V.M. 14). La sequenza è davvero spettacolare nella sua ricostruzione minuziosa, e non potete sicuramente perdervela se siete amanti del genere. Del resto, ormai tutti i tranelli e i colpi di scena non servono ad altro che a tenerci incollati allo schermo per 90′, espediente superficiale e di facile presa capace di catturare anche il pubblico che non ricorda tutti gli incastri precedenti che li circondano.

saw IV filmGli sceneggiatori Marcus Dunstan e Patrick Melton scelgono infatti ancora una volta di stravolgere le regole del gioco e sviluppare altre storie parallele. I vari flashback ci aiutano a carpire la personalità del vero John, cosa ha generato l’odio che ha scatenato la sua volontà di insegnare – con le cattive – alla gente il valore della vita, il risentimento di un bambino mai nato, la stessa malattia che ha portato al divorzio con la moglie Jill, che anch’essa avrà un ruolo piuttosto importante a seguire. Una corsa alla salvezza per tutti quanti, la morte vista come l’unica e vera scappatoia. Il giocattolo però rischia di annoiare e assume sempre più i contorni di una soap opera contorta e infinita. Non muove nulla di nuovo questo Saw IV, se non le trappole sempre ben congegniate e fantasiose, come i capelli strappati fino all’attaccatura o il meccanismo che stacca tutti quanti gli arti a uno stupratore. Insomma, ce ne sono di davvero truculente, in grado di appagare la vostra sete di giustizia (e meno male!). E’ sempre più lampante come il primo Saw del 2004 sia stato qualcosa di totalmente inaspettato, mentre i suoi seguiti – e in particolare questo – hanno solamente continuato ad allargare l’impalcatura posta da quel modello iniziale, contribuendo a far sì che la saga lentamente si inceppasse.

Si sarebbe potuto ampiamente concludere in bellezza con il terzo capitolo, senza snaturare troppo l’idea iniziale (e questa era anche l’idea dei produttori, se non avessero dovuto fare i conti con gli incassi stratosferici al botteghino). L’idea distorta che questo Enigmista ha del senso della giustizia, le scene puramente splatter e lo shock dei vari finali a sorpresa non fanno certo di Saw IV un degno successore. Lo stesso fatto di voler a tutti costi inserire spiegazioni continue in una serie che da tempo già campa su sequenze rivoltanti e a effetto, pensando di alzare i livello dello suspanse, risulta in ultima analisi inutile. L’unica nota positiva è, come si accennava, la chiarificazione della genesi di Jigsaw, ultimo tassello del puzzle ancora rimasto oscuro. L’aspetto emotivo di un John Kramer che vuole disperatamente aggrapparsi alla vita e farne apprezzare l’unicità e la grande bellezza. Non crederemo ai nostri occhi quando nel 2008 ritroveremo sul tavolo la solita minestra riscaldata.

saw V trappolaIl cambio di regia per Saw V, affidata all’esordiente David Hackl, non porta infatti nulla di nuovo concretamente, anche se cerca in qualche modo di riabilitare la saga con un capitolo che deve tener conto anche di un quarto ben poco ispirato. Il regista, già scenografo e supervisore da Saw II in poi, ha seguito lo sviluppo della storia di Jigsaw da dietro le quinte con una certa curiosità e dedizione, riuscendo alla prova del botteghino a quintuplicare in patria l’investimento di 11 milioni di dollari iniziale. Questo capitolo è naturalmente la continuazione diretta del film del 2007 (ritroviamo quindi gli stessi protagonisti principali) e qui gli sceneggiatori (sempre Dunstan e Melton) cercano di far combaciare più pezzi possibile, per provare a dare linearità ad una trama che ruota ormai da tempo esclusivamente intorno alle figure dei detective Strahm (Scott Patterson) – chiamato a ‘credere’ nell’Enigmista – e Hoffman (Costas Mandylor), anche se il risultato resta confuso, specie per chi non si ricorda con precisione quanto avvenuto l’anno prima.

La tensione è calante, mancano i veri spaventi (anche se le trappole, tra cocci di vetro, seghe circolari e omaggi ad Edgar Allan Poe divertono in qualche modo), ma questo thriller a tinte splatter può contare su un finale altamente spettacolare, col regista che riesce a gestire bene il complicato intreccio dato dall’alternanza tra passato e presente. Per ogni Enigmista che se ne va, ormai ce n’è subito uno pronto a rimpiazzarlo dietro l’angolo, quasi che la giustizia morale che applica fosse l’unico modo per punire efficacemente i colpevoli. C’è da aggiungere però che questo episodio lascia nuovamente il compito all’eventuale sesto di fare piena chiarezza. Saw V è stanco, e l’unico motivo per cui siamo spinti a vederlo è probabilmente la curiosità di capire se metterà davvero la parola fine alla vicenda. Ovviamente no.

saw VIUn discorso applicabile anche al Saw VI diretto nel 2009 da Kevin Greutert, ultimo in classifica per quanto riguarda gli incassi (soltanto 27 milioni di dollari negli USA). Non particolarmente inventivo, la premiata coppia di sceneggiatori Melton & Dunstan sembra avere l’urgenza di chiudere tutta la vicenda, facendo venire a galla attraverso flashback continui le molte verità ancora celate (sembra impossibile vero?). Visto e considerato che il regista proviene dal settore del montaggio, il ritmo risulta buono, un lavoro pulito e Greutert è abile a tenere in piedi un film che si dimostra più complesso a livello narrativo ma che ha la pecca forse di mantenersi troppo fedele ai precedenti, replicando per l’ennesima volta gli stessi luoghi e le stesse situazioni già viste. Cerca in qualche modo di sistemare tutti i tasselli del puzzle ancora sparpagliati, creando una soluzione coerente e tenuta assieme anche dalle azioni del protagonista (Mandylor) e da un finale ancora una volta in qualche modo circolare. I dettagli qui sono molto forti e crudeli (è stato vietato ai minori di 14 anni e in Spagna è stato addirittura distribuito solamente nei circuiti pornografici).

La trama è quella tipica della serie: in apertura ritroviamo due persone bloccate in una trappola, che per liberarsi devono sacrificare più carne possibile dal loro corpo, proseguendo poi da dove avevamo lasciato, con il detective Hoffman che da una parte osserva il corpo privo di vita di Strahm, colpevole di aver capito che lui era complice dell’Enigmista e dall’altra deve fingere di investigare e contestualmente proseguire con il lavoro del suo maestro. Questo episodio ha più senso rispetto al precedente, la storia torna a rivestire un ruolo preponderante e il regista ci mostra più sangue e budella, sperando forse di salvare un’opera che difficilmente rimarrà molto impressa nelle menti degli appassionati, non aiutati certo dal dovere attingere ancora una volta – e anche di più – a tutta la loro buona memoria per poter ricordare trame e intrecci.

saw 3DNonostante il mezzo passo falso commerciale, i produttori non hanno tuttavia desistito, realizzando nel 2010 Saw 3D – Il capitolo finale (più o meno …), sempre diretto da Greutert. Questo settimo capitolo si aggiudica per la prima volta l’R-Rating (il divieto ai minori di 18 anni), grazie a crudeltà e sadismo portati agli estremi e sfruttati alla massima resa con l’aggiunta dell’inutile 3D (all’epoca specchietto per le allodole), celebrando il suo antieroe in tutta la sua magnificenza e restituendo una narrativa convincente. Nonostante la trama piatta, si nota infatti che il regista è cresciuto, è più sicuro nelle inquadrature ed è riuscito a rivitalizzare in qualche modo la serie, risollevandola rispetto ai due capitoli precedenti. Greutert – assieme agli sceneggiatori (indovinate chi?) – ha la capacità di inventarsi una nuova trama su cui innestare le ultime risposte ai quesiti lasciati ancora in sospeso.

Mette in chiaro tutti i tasselli, ricominciando direttamente dalla fine del primo e geniale Saw del 2004 e regalandoci un colpo di scena negli ultimi minuti davvero inaspettato ma coerente. Questo Saw 3D riesce quindi a risollevare la testa anche negli incassi, in patria ma soprattutto all’estero (136 milioni di dollari complessivi a fronte di un budget di 20 milioni). E’ qui che si scopre finalmente che in tutti questi lunghi anni il Dottor Gordon (Cary Elwes) ha tirato le fila del gioco da dietro le quinte senza che tutti gli altri vari e presunti adepti se ne accorgessero. E’ sempre stato lui l’enfant prodige, il successore vero e unico di John Kramer, che lo ha aiutato a preparare tutte le trappole e nelle operazioni chirurgiche.

saw legacy film 2017E giungiamo ora a Saw: Legacy (la nostra recensione), ottavo film di cui si sapeva poco fino a non molto tempo fa. La premessa è semplice: dopo anni di tranquillità, vengono ritrovati alcuni cadaveri che portano un segno distintivo sul loro corpo, un pezzo di puzzle inciso nella carne, richiamando il modus operandi del temuto Enigmista. Le indagini vengono quindi seguite da due detective e da un medico legale, cui spetta il compito di far luce su questi delitti. La polizia riconosce la firma di John Kramer, il quale però risulta naturalmente essere morto e sepolto da un pezzo. Che l’eredità di John sia stata raccolta da un aspirante e folle assassino imitatore? Oppure Kramer non è morto come si pensa? Questi sono i quesiti che aleggiano in Saw VIII, assieme alla curiosità di capire fino a dove i fratelli australiani Michael e Peter Spierig (Daybreakers) abbiano voluto spingersi.

Nonostante sia presumibilmente morto, Jigsaw (che è anche il semplice titolo della pellicola in America) ha infatti continuato a vivere attraverso le varie incarnazioni dei suoi successori che si nascondevano un po’ ovunque, pronti a portare avanti la sua folle missione redentrice. Si può di certo dire che la creazione di un cattivo fragile e malato sia stata il vero colpo di genio da un punto di vista meramente narrativo, perché ci ha mostrato il lato emotivamente più privato e le debolezze dell’essere umano dietro alla maschera e non soltanto la brutalità di facciata del serial killer. Stando alle loro dichiarazioni, i due registi hanno voluto rispettare gli aspetti migliori del franchise, dando importanza più ai colpi di scena che alle uccisioni fine a sé stesse.

Un’eredità non certo semplice da gestire, contando il forte rischio di sembrare ancora una volta ripetitivi. Proprio a proposito delle trappole, i due fratelli hanno dichiarato che quelle che vedremo in Legacy saranno davvero terrificanti, come anticipato vagamente dai trailer arrivati online. Nonostante le belle parole promozionali, cui si sono aggiunte le comparsate di Tobin Bell in persona, nel primo week-end di programmazione il film ha aperto in testa negli USA, ma con un magro incasso di 16 milioni di dollari, ottenendo il secondo peggior risultato di sempre dopo Saw VI. Un segnale piuttosto forte che gli ottavi (e successivi) capitoli di note saghe horror soano ormai fuori tempo massimo, come intuibile dai risultati dei recenti Leatherface, Amityville – Il Risveglio e Il Culto di Chucky, tutti relegati alle uscite home video o streaming dopo continui rimandi. Considerato che il budget di Legacy è comunque tornato sui 10 milioni di dollari, è assai probabile che con gli incassi mondiali i produttori decideranno di regalarci un altro giro sulla giostra di Jigsaw, anche perchè il finale è decisamente aperto … Volete salire?

A voi la scelta!