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Voto: 7/10 Titolo originale: Anomalisa , uscita: 30-12-2015. Budget: $8,000,000. Regista: Duke Johnson.

Tesori animati | Anomalisa di Charlie Kaufman e Duke Johnson

20/11/2017 recensione film di Alessandro Ranieri

L'Amore ai tempi della stop-motion

La peculiarità che più mi ha sorpreso guardando Anomalisa, film d’animazione in stop-motion del 2015 diretto da Charlie Kaufman e Duke Johnson, è stata l’estetica facciale dei personaggi: un taglio a metà volto per rimarcare la loro personalità a metà tra realtà e finzione. L’idea del film nasce dall’omonima piecè teatrale del 2005 dello stesso Kaufman (che l’ha scritta con lo pseudonimo non casuale di Francis Fregoli, citazione diretta del delirio di Fregoli o – sindrome d’illusione, una rara malattia psichiatrica con presenza di delirio di trasformazione somatica, in cui avviene da parte del paziente il riconoscimento di persone non conosciute oppure sovviene allo stesso l’idea che le persone conosciute modifichino il proprio aspetto per non essere riconosciute.), il quale ha voluto tentare qui un progetto dalla grande caratura, reinventandola e ricorrendo in parte ai finanziamenti di una campagna di grande successo sulla piattaforma Kickstarter per portarlo alla luce.

Anomalisa.jpgIl protagonista è Michael Stone (doppiato in originale da David Thewlis), celebre oratore motivazionale e autore del best-seller “Come posso aiutarti ad aiutarli?”, che affronta con delusione la mondanità della vita, cercando di capire chi è realmente. Ha una moglie e un figlio, ma per lui sono uguali a tutte le altre persone nel mondo: personalità mascherata e una vita statica e priva di emozioni. Michael si reca a Cincinnati per una conferenza sul suo libro e li capirà di aver sprecato la sua esistenza con le persone sbagliate.

Prova a richiamare la sua ultima grande compagna di vita per riallacciare i rapporti, ma lei, infastidita dal suo abbandono di punto in bianco, non ne vuole più sapere. Mentre ritorna nella sua stanza, Michael sente parlare una donna con una voce diversa da quella di tutti gli altri (Tom Noonan). Cerca allora di rintracciarla, bussando a ogni stanza del suo piano, fin quando la trova. Si tratta di Lisa Hesselman (Jennifer Jason Leigh), giunta anch’ella in città proprio per assistere alla conferenza dell’uomo.

La lentezza dello scorrere del tempo in cui si svolge la vicenda identifica la situazione di depressione e di ricerca della propria identità che caratterizza Michael. Le sue insicurezze le percepiamo già dalla prima scena in aereo: l’atterraggio sembra il flemmatico arrivo verso una meta di vita inesplorata, mai considerata. Realizzare chi si è veramente. Il suo modo di relazionarsi con la gente intorno mette in evidenzia una continua paranoia di insoddisfazione, di disagio. Kaufman è maestro nell’ideare storie dal sapore estremamente drammatico e di grande spessore su tematiche strettamente umane (pensate solo a Se mi lasci, ti cancello e a Syneddoche, New York). Il lavoro di Michael sembra un paradosso assurdo per una persona bisognosa di un aiuto psicologico. Lo sguardo e le voci di tutti i personaggi sono gli stessi per tutti quanti, dal suo punto di vista. Cosa vogliono farci intendere?

Capire chi si mostra per quello che è realmente, lo mette in grande difficoltà. Anche presenziare in luoghi molto affollati lo fa diventare claustrofobico, quasi come se si chiedesse “in che razza di posto mi trovo?”. La psicologia è uno dei temi centrali del film che apre più scenari: amore, lavoro, famiglia, vecchi ricordi, vite forzate. L’incontro con Lisa risolleva la mente e l’animo stracolmo di negatività di Michael, che la ammira come un angelo caduto dal cielo per salvarlo. I due si rispecchiano nelle stesse incertezze. Sono due facce della stessa medaglia percosse da esistenze traumatiche. Un’opera così realistica da far dimenticare allo spettatore di guardare dei burattini, e non tanto perchè sono stati ricreati con stampanti 3D. In merito, lo stesso Kaufman ha detto: “I pupazzi sono più reali degli stessi umani. Michael Stone è la personificazione di una paranoia in cui l’individuo vede tutti sotto false spoglie e non riesce a relazionarsi”.

anomalisa film pupazziLa fisicità goffa del protagonista va di pari passo con il suo stato mentale neutro ed è quindi una scelta voluta dagli ideatori. Infatti, per riprodurre al meglio le figure dei personaggi sono state fotografate delle persone in carne e ossa e ci si è basati su queste. L’idea delle linee di demarcazione facciali è un tocco di genialità che emerge perfettamente nella sequenza in cui cade la maschera di Michael, rappresentazione lampante della perdita d’identità. L’identità di una persona infelice e della sua visione di Amore.

Anomalisa è stato candidato agli Oscar per il Miglior Film D’Animazione, così come pure al Golden Globe e al Satellite Awards, ma il riconoscimento più prestigioso alla fine vinto è stato il Leone D’Argento – Gran Premio della Giuria a Kaufman e Johnson ricevuto alla Mostra del Cinema di Venezia. Nonostante le praticamente unanimi recensioni positive della critica, in Italia il film ha incassato l’incredibile (in negativo) cifra di 38.600 euro, mentre negli Stati Uniti ha raccolto quasi 800.000 dollari, totalizzando in tutto il mondo 5.5 milioni di dollari a fronte di un budget di 8 milioni.

Una grande prova di coraggio e uno sforzo produttivo notevole che non hanno evidentemente ripagato sotto l’aspetto economico, ma che lo hanno comunque reso uno dei migliori film d’animazione (per un pubblico adulto almeno) di sempre.

Di seguito il trailer italiano di Anomalisa: