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Al grito de Mexico! – Las Elegidas di David Pablos

22/05/2016 news di Andrea Amoretti e Jimena Barranco

Il regista ha presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes la sua cruda e quanto mai attuale opera seconda

Las Elegidas, presentato questa settimana nella sezione Un certain regard del Festival di Cannes, è un film ben fatto, e – purtroppo – assolutamente necessario. Un film che rappresenta una delle grandi sfaccettature del Corazón de México, tra le più crudeli e drammatiche. Necessario come è necessario, per considerarsi uomini civili, di mondo, conoscere gli effetti più perversi, reali, della natura umana.

Las-elegidas-locandinaQuest’opera di David Pablos – giovane regista messicano al suo secondo lungometraggio dopo La vida después del 2013 – basata sull’omonimo libro scritto da Jorge Volpi, racconta la storia di Sofia (portata sullo schermo dall’intensissima esordiente Nancy Talamantes), una bella ragazza di quattordici anni dagli occhi cerulei che vive con la mamma e un fratellino di tre anni a Tijuana, città che tra l’altro ha dato i natali proprio al regista. La ragazza conosce Ulises (Óscar Torres), un ragazzo simpatico e gentile un po’ più grande di lei che la invita fuori, la porta a casa sua e le fa conoscere i genitori proprio nel giorno della festa di compleanno del padre. S’innamorano, esplorano la città assieme, vanno al mare. Scherzano e giocano. Sembra la classica storia d’amore giovanile. Purtroppo le cose sono molto diverse da come sembrano.

Sofia si trova all’interno di una vera propria trappola. Ulises è infatti l’esca usata dal fratello e dal padre per avvicinare e rapire le giovani ragazze della zona. E si scopre che è un copione già utilizzato, e che funziona sempre in maniera spietata. Nonostante alcune apparenti reticenze di Ulises, il quale a un certo punto prova a difenderla e organizzare una fuga verso gli Stati Uniti, la povera Sofia viene sequestrata, picchiata e costretta a lavorare come prostituta all’interno di un sudicio bordello della periferia. Tutto, appunto, come da piani. Insieme a lei altre sventurate che devono patire lo stesso destino. Ogni rapporto ha un prezzo di 500 pesos [circa 30 euro] e ogni ragazza deve guadagnare almeno 6.000 pesos al giorno.
Ed eccole lì, in una scena simbolo, sedute sul divano, vestite e truccate come donne adulte, senza più alcuna speranza, in attesa dei clienti: las elegidas, le prescelte.

David_Pabloslas_Elegidas_cannesTra le altre scene forti sono i primi piani dei clienti, fotografati dalla cintura in su, frontalmente, nudi, che in un giorno come qualsiasi altro passano per la stanza di Sofia, mentre implacabili esplodono i suoni e i rumori di quello che sta accadendo, i passaggi sugli occhi disgustati e via via sempre più vuoti della ragazza, i lividi, le telefonate alla madre per mentirle e spiegarle che ora si trova negli Stati Uniti e se la sta passando bene.

Pablos sceglie di non mostrare nè i pianti nè la violenza, ma in cambio ci fa capire chiaramente che le lacrime sono state soppresse dalle botte, lasciando campo aperto alla perdita della speranza e al ribaltamento dei valori, con il risultato che a un certo punto ciò che dovrebbe essere assurdo diventa la normalità a un punto che – ed esempi simili la storia e la psichiatria ce li insegnano – l’aggressore fa di tutto per giustificare la propria posizione e cambiare la percezione della realtà della vittima, la quale ai suoi occhi deve fin ringraziare per essergli servitrice. Il danno arrecato alle vittime – minorenni peraltro – in questo caso è devastante. Questo film potrebbe benissimo essere definito un horror psicologico. La violenza, intesa come rappresentazione grafica ed esplicita, è praticamente inesistente. Ma si capisce fin troppo bene tutto quello che sta succedendo.

las elegidas mexicoIl regista riesce a rendere estremamente reale e credibile l’intera trama del film, la cui struttura è solida e consistente, descrivendo con un racconto semplice dalle fasi iniziali all’ovvia conclusione come funzioni il business definito in Messico trata de blancas, analizzandolo in sequenze chiare, senza troppi preamboli o sentimentalismi, focalizzandosi soprattutto sul dramma crudo che si svela per quel che è fin dal primo giorno agli occhi di un’adolescente catapultata all’improvviso in un vero e proprio inferno sulla Terra. Non solo, allo stesso modo vengono rappresentati molto bene anche gli aguzzini, le famose scorie della nostra società, che apparentemente mascherati da persone ‘normali’, gestiscono i loro affari così come si
gestisce il commercio della carne da macello.

L’opera, girata avvalendosi di attrici non professioniste proprio a Tijuana, città che a tutt’oggi rappresenta una delle destinazioni finali in Messico della tratta di persone destinate alla schiavitù e alla prostituzione, a dispetto della presentazione un po’ a sorpresa a Cannes, è già disponibile da qualche tempo su Netflix.

Di seguito il trailer ufficiale di Las Elegidas: