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Jon Bernthal parla del suo Punisher, di Frank Castle e del ‘modello Netflix’

27/06/2016 news di Redazione Il Cineocchio

L'attore è pronto per la sua serie solista e anticipa che non abbiamo ancora visto niente del personaggio Marvel

punisher bernthal

Anche prima che uscisse la stagione 2 di Daredevil fosse trasmessa, la maggior parte dei rumor che la circondavano non riguardavano tanto l’Uomo senza paura, ma sull’arrivo di un altro volto noto dell’universo Marvel, ovvero The Punisher, interpretato da Jon Bernthal (The Walking Dead), che si è poi rivelato effettivamente una delle cose migliori dei nuovi episodi.

punisher daredevilCome spesso accade per la prima apparizione di un personaggio, l’arco narrativo di The Punisher ha riguardato per lo più le sue origini, ma anche aperto la strada per la sua serie spin-off. In effetti, il Frank Castle visto in Daredevil non sarebbe nemmeno The Punisher.

Questo stando a Bernthal stesso, il quale ha recentemente dichiarato che Frank Castle lì non aveva ancora superato la ricaduta immediata della sua tragedia personale per diventare l’eroe dei fumetti che conosciamo:

Penso che quando si parla di personaggi come questi, del loro modo di combattere, è molto importante quello che li sta motivando. Picchiare qualcuno fino a trascinarlo in prigione è diverso rispetto a chi invece scatena la sua rabbia sulle persone. Il Frank Castle che trovate in questa storia non è The Punisher. E’ scosso dalla perdita della sua famiglia. E’ guidato dalla rabbia e si ritrova in una singolare missione per trovare queste persone che gli hanno portato via la sua famiglia, e lo fa nel modo più brutale possibile.

Naturalmente, Castle viene indicato come The Punisher nel corso della stagione, e alla fine indossa il teschio – suo marchio di fabbrica -, indicativo che non ci siano dubbi circa la sua ‘trasformazione’.

daredevil-the-punisherGli sceneggiatori di Daredevil hanno mostrato una notevole quantità di pazienza nel lasciare che la storia di The Punisher si dipanasse nel corso della stagione 2, e Bernthal lo vede come un vantaggio del modello Netflix. Secondo lui, una rete tradizionale non avrebbe permesso allo show di raccontare le sue origine allo stesso modo:

Con questo modello di TV, sia via cavo o che tradizionale, c’è una sorta di bisogno di operare in queste zone grigie in cui se il tuo personaggio sta andando per una strada che potrebbe far perdere pubblico, dovete tenerlo grigio e giocare con entrambe le possibilità. Un personaggio come Frank Castle, lui va fino in fondo, e inseguito subentrano i lati umani. Il rimpianto, l’umiliazione e la vergogna confluiscono in seguito in lui. Mi piace che non si debbano raccontare tutte queste storie diverse e lasciare che arrivino in modo naturale. Non c’è dubbio che il modello Netflix è un vero e proprio alleato in questo senso.

Con queste considerazioni di Bernthal in mente, sarà interessante vedere dove andrà a parare The Punisher durante il corso della sua serie personale. Non c’è infatti limite alle storie dalle quali si potrebbe attingere per lo show, anche se in molti sperano ovviamente che vengano per prime prese in considerazione quelle di Garth Ennis per i fumetti di Punisher MAX.

Fonte: Awards Daily