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Voto: 6/10 Titolo originale: AGGRO DR1FT , uscita: 10-05-2024. Regista: Harmony Korine.

Aggro Dr1ft: la recensione del film termico diretto da Harmony Korine

15/07/2024 recensione film di Lorenzo Scipioni

Il regista torna sulle scene con un'opera sperimentale e quasi pionieristica, cinema e comunicazione per immagini allo stato più puro

Aggro Dr1ft (2023) film

Il 2 settembre 2023, nell’ambito dell’ottantesima mostra d’arte cinematografica di Venezia, Harmony Korine ha presentato fuori concorso la sua ultima fatica, AGGRO DR1FT, da lui stesso prodotta, scritta e diretta e che è stata resa disponibile da qualche giorno, per l’acquisto digitale, sul suo sito EDGLRD.

L’opera, concettualmente sperimentale e avanguardista, viene presentata in rapporto d’aspetto 1,33:1 (4:3) ed è stata girata da Harmony Korine e dal direttore della fotografia Arnaud Potier utilizzando esclusivamente macchine da presa a infrarossi, per poi essere manipolata digitalmente in post produzione attraverso imaging 3D, computer grafica e intelligenza artificiale.

Per stessa ammissione di Harmony Korine, il linguaggio videoludico ed un certo gusto per le clip di TikTok rappresentano la contaminazione principale per AGGRO DR1FT e in effetti la pellicola si presenta come una sorta di Grand Theft Auto sotto acidi, tant’è che la natura psichedelica della resa delle immagini si è rivelata scostante per non pochi spettatori della première.

Il sicario Bo (Jordi Mollà), si aggira per le strade di Miami intento a colpire il suo prossimo bersaglio, mentre il lavoro lo allontana dall’amore della sua famiglia. Non ci sono grossi snodi di trama né molte linee di dialogo tra i vari personaggi, sebbene i silenzi vengano quasi costantemente riempiti dal flusso di coscienza del protagonista, che funge da voce narrante, nonché dalla onnipresente ed ottima colonna sonora di AraabMuzik.

Ricorrono stilemi già emersi nella filmografia del regista, come una certa sovraesposizione di armi, denaro e corpi femminili (Spring Breakers), suggerendone quasi un’implicita correlazione. Praticamente tutti i personaggi possiedono un’arma (persino i bambini vengono rappresentati mentre usano delle pistole giocattolo), le mazzette vengono ostentate in più occasioni ed in tutte le situazioni abbiamo una sessualizzazione delle donne, siano esse la moglie di Bo, le “pupe del gangster” o le ragazze da salvare.

AGGRO DR1FT film 2024In un certo senso ritorna anche il tema del trip visivo, sebbene in questo caso non siano i personaggi (The Beach Bum) ma lo spettatore stesso a compiere in prima persona (concetto che non a caso è più proprio del videogioco che del cinema)  un vero e proprio viaggio lisergico, dove le immagini sono effettivamente l’allucinogeno stesso. Significato e significante si fondono in questo esercizio di stile che trascende il concetto stesso di racconto per immagini, dove a volte la narrazione passa direttamente dalla giustapposizione dei colori.

Harmony Korine (che non a caso è anche pittore) e Arnaud Potier dipingono l’inquadratura sbizzarrendosi con tutti i tipi di contrasti possibili: si passa dai contrasti di colori puri a quelli complementari, passando per quelli di simultaneità, quantità, qualità. L’utilizzo del colore inoltre, viene sfruttato per rimarcare la profondità di campo, laddove l’utilizzo della camera termica tenderebbe ad offuscare la separazione dei piani.

Se proprio volessimo rintracciare un criterio dietro una scelta piuttosto che un’altra, prendendo in esame ad esempio i soli contrasti complementari, potremmo evidenziare contesti familiari, di carnalità o di tranquillità nel momento in cui l’immagine diventa giallo-viola, contesti di azione o legati al lavoro di sicario quando diventa blu-arancio, o contesti di drammaticità e tensione nel momento in cui abbiamo il contrasto più urlato, ovvero quello rosso-verde.

Attenzione però, perché tentare di incasellare necessariamente una scelta cromatica in una specifica situazione potrebbe essere un errore, poiché a volte è chiaro che l’intento degli autori è molto più istintivo e legato alla suggestione piuttosto che al ragionamento.

In seno a ciò, è importante ricordare che l’immagine di AGGRO DR1FT è perennemente cangiante, sia per la natura stessa della camera termica, sia perché la palette viene alterata continuamente, sia perché la scelta della macchina a mano non offre mai allo spettatore un’inquadratura prettamente fissa.

Parlando di cangianza dell’inquadratura, è bene soffermarsi sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, con la quale l’immagine viene costantemente “sporcata”, tracciando in maniera quasi del tutto astratta delle incursioni cibernetiche sui corpi dei personaggi, o facendo “lampeggiare” dei teschi sui volti dei sicari, che  finiscono per incarnare anche visivamente il concetto di portatori di morte.

La morte stessa aleggia su tutta la pellicola, che si apre con un’esecuzione e finisce con l’esibizione di una testa mozzata che sgorga sangue (rigorosamente viola su sfondo giallo), da parte di due donne che finalmente finiscono per invertire il rapporto di controllo che l’uomo aveva su di loro.

Aggro Dr1ft (2023) travis filmTornando all’influenza videoludica che pervade tutto il film, è interessante notare come non ci siano dei buoni o dei cattivi: c’è un protagonista che salva delle persone e che ha una famiglia che lo ama, ma non riusciamo ad identificarlo propriamente come un eroe, poiché comunque lo vediamo uccidere e rispondere ad un’entità demoniaca.

Tuttavia, come in un videogioco che si rispetti, è ben presente la figura del villain, o per meglio dire dell’avversario da distruggere, reso in maniera quasi cartoonesca grazie a vari espedienti: delle ali che gli appaiono sulla schiena, la scelta di associargli un’ arma non del tutto convenzionale per il contesto di riferimento (una katana), e i gesti ricorrenti con cui sessualizza la stessa arma e a loro volta, le ragazze che detiene in delle gabbie; giungendo poi al combattimento finale la cartoonizzazione dei caratteri diventa plateale e le incursioni videoludiche la fanno da padrone, mostrando una scena che in tutto e per tutto sembra uscita da un picchiaduro.

Citando lo stesso Harmony Korine, con AGGRO DR1FT il regista statunitense ha cercato di intercettare quello che potrebbe venire dopo il cinema, coniando per l’appunto il termine “Blinx”.

Non sappiamo se effettivamente dovremmo aspettarci qualcosa del genere dal futuro della settima arte ma quello che è evidente è che seppur con tutti i suoi difetti di fruizione, e sebbene non tutte le incursioni visive, specie quelle in IA, sembrino trovare la loro dimensione narrativa nel contesto del racconto, AGGRO DR1FT è un esperimento piuttosto riuscito, che tenta di incorporare altri linguaggi senza tuttavia dimenticarsi di star facendo cinema, ritornando con spirito quasi pionieristico alle radici dello stesso e della comunicazione per immagini pura.

In attesa di capire quando verrà distribuito in Italia, di seguito trovate il trailer internazionale di AGGRO DR1FT: