Philip Ng è l'incolpevole protagonista di un biopic lesivo della figura e dell'eredità di Bruce Lee
Dice molto di un biopic quando, nel bel mezzo della sua visione, si è colti dall’improvvisa consapevolezza che non si sta imparando assolutamente nulla del suo soggetto. E la dice ancora più lunga quando al centro della narrazione dovrebbe esserci una vera e propria leggenda del cinema la cui importanza e influenza non hanno fatto che intensificarsi nei decenni successivi alla sua morte. Bruce Lee – La Grande Sfida (Birth Of The Dragon) ultima fatica dei non proprio esaltanti WWE Studios (sì, quella WWE …), diventa ora il film di questo tipo per antonomasia, dimostrando una volta per tutte che i creativi bianchi che vivono in California dovrebbero rimanere il più lontani possibile dalle arti marziali e ancor più da chi ne ha fatto la storia. È tortuoso. Non solo un disservizio per l’eredità cinematografica di Bruce Lee, ma praticamente un insulto alla sua memoria come insegnante e filosofo che ha rivoluzionato la popolarità del kung fu attraverso la sua abilità e saggezza.
Qualcosa di lontano dalla necessaria drammatizzazione del controverso duello tra Lee e il maestro shaolin Wong Jack Man (qui incarnato da Yu Xia), che storicamente gli insegnò i limiti delle sue abilità e lo spinse a una maggiore disciplina. Invece, La Grande Sfida smorza il significato storico dell’evento per concentrarsi sullo studente bianco (di pura finzione), la cui indomita forza morale avrebbe convinto Lee non solo a cambiare i propri modi, ma anche a unire le forze con Wong Jack Man per liberare la sua fidanzata dalla schiavitù lavorativa della mafia di Chinatown. Sorvoliamo sulla poverissima scelta dei costumi e sulle chitarre elettriche appena iniziano a volare pugni e calci.
Per la maggior parte del film, Philip Ng (l’interprete di Lee) viene dipinto confusamente come il cattivo, la cui arroganza e megalomania – simili a quelle di una rock star – lo rendono una sorta di presa in giro della reale figura di Lee, senza peraltro offrire alcun approfondimento su chi fosse realmente il ‘Dragon’ del titolo. Se poi Ng è sufficientemente somigliante, oltre che un artista marziale esperto, i dialoghi insipidi che è costretto a rigurgitare lo lasciano con ben poco su cui lavorare. Col passare dei minuti, sarebbe lecito sperare che Lee abbia da impartire qualcosa di più profondo del ripetere sistematicamente come sia “venuto dalla strada” o che la sua tecnica di combattimento sia oltre l’irreprensibile.
Invece questo Bruce Lee è ritratto con la medesima spavalderia e superficialità del personaggio medio di una pellicola coi supereroi. Questo tuttavia non è importante, perché La Grande Sfida si preoccupa soprattutto dalla romantica verbosità dell’edificante storia d’amore nascente tra Steve ‘il tizio bianco’ e la sua disgraziata cameriera cinese bisognosa di aiuto. E anche se questa trama – che sciaguratamente distoglie la luce dei riflettori da Lee – viene portata avanti da due attori dalla chimica palpabile, risulta quasi impossibile affezionarsene. Le priorità della sceneggiatura sono così inconcepibili e in contrasto tra loro che risulta incredibile come qualcuno abbia davvero potuto credere che il pubblico avrebbe trovato un qualche piacere superiore nell’assistere a questa grigia romance all’interno di un biopic ‘su’ Bruce Lee. In maniera ancora più criminale poi, il combattimento tra Lee e Wong Jack Man – papabile fulcro dell’intero film – diventa nient’altro che un plot point nella storia di Steve.
In definitiva, anche i meno iniziati al culto occidentale di Bruce Lee si renderanno velocemente conto di essere stati nutriti con una versione storpia – e inesatta – della storia, infiocchettata con tutti i fasti e le circostanze di un film realizzato per la TV che fa ampiamente rivalutare – se ce ne fosse davvero bisogno – Dragon – La storia di Bruce Lee. Fallimento completo come biopic, che non si avvicina mai minimamente a comprendere le sfaccettature del suo enigmatico soggetto, La Grande Sfida rimane un’opera indolente di arti marziali che prova ad emergere dalla palude semplicemente associando il suo nome a una leggenda del genere dal grande appeal. Un’operazione difficilmente classificabile, che avrebbe potuto ritagliarsi uno spazio almeno curioso qualora avesse deciso di spingersi nella Bruceploitation più scanzonata, come a un certo punto fa intendere il team-up tra Lee e Man. Ma non è andata così.
Di seguito il trailer originale di Birth Of The Dragon / Bruce Lee – La Grande Sfida: