Voto: 6/10 Titolo originale: Cry Macho , uscita: 16-09-2021. Budget: $33,000,000. Regista: Clint Eastwood.
Cry Macho – Ritorno a Casa: la recensione del film ‘messicano’ di Clint Eastwood
01/12/2021 recensione film Cry Macho - Ritorno a casa di Marco Tedesco
La star 91enne adatta il romanzo di Richard Nash del 1975 in un road movie che gioca sul sicuro, puntando fortissimo sul suo carisma
Il tipo di personaggio che Clint Eastwood interpreta in Cry Macho – Ritorno a Casa suonerà parecchio familiare ai suoi estimatori: un rude cowboy che tira avanti da solo e che vive secondo il proprio personale codice. Basata sull’omonimo romanzo del 1975 di N. Richard Nash, la 39a fatica della star veterana come regista sfrutta i suoi punti di forza sia di fronte che dietro la macchina da presa, anche se questo dramma malinconico e confortante manca della scintilla dei suoi lavori migliori.
Tuttavia, la storia di un vecchio cavaliere americano che si avventura in Messico per recuperare il figlio adolescente del suo capo potrebbe innescare una risposta emotiva calorosa e nostalgica da parte di quegli spettatori che bramano di vedere ancora una volta sul grande schermo il carisma e il tipico sguardo obliquo marchio di fabbrica dell’icona di Hollywood.
Cry Macho – Ritorno a Casa, che esce nelle nostre sale a oltre due mesi dagli Stati Uniti, segna il ritorno alla recitazione del 91enne Clint Eastwood a tre anni da The Mule e anche se la sua vista con un cappello da cowboy in questo pseudo-western dovrebbe facilmente suscitare bei ricordi in coloro che sono cresciuti con i suoi film, il risultato complessivo è purtroppo modesto.
Ambientato tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, facciamo la conoscenza di Mike (Eastwood), un irascibile ex star di rodeo che si è rotto la schiena e ora si guadagna da vivere lavorando in un ranch per il pratico Howard (Dwight Yoakam). Ma dopo averlo licenziato, Howard torna nella vita di Mike, chiedendogli un favore: sarebbe disposto a guidare fino in Messico per scortare suo figlio Rafo (Eduardo Minett), col quale non ha più grandi rapporti, indietro in Texas? Con riluttanza, Mike accetta, ma dopo aver rintracciato l’adolescente, scopre che la madre del ragazzo, Leta (Fernanda Urrejola), non vuole lasciarlo andare via, arrivando ad ordinare ai suoi scagnozzi di inseguirli.
Clint Eastwood ha spesso ritratto lupi solitari che vivono ‘fuori dal mondo’, spesso gravati da tragedie. Quindi non sorprende che l’attore si sia avvicinato facilmente alla figura di Mike, interpretando abilmente un uomo che ha perso moglie e figlio in un incidente d’auto e che da allora ha scelto di isolarsi.
Allo stesso modo, il prevedibile arco narrativo di Cry Macho – Ritorno a Casa – il vecchio Mike e il giovane Rafo non vanno d’accordo all’inizio, ma alla fine si affezioneranno l’uno l’altro – è pensato per essere parte del suo fascino. Fin dai primi momenti, il pubblico può infatti indovinare esattamente come andrà a finire la storia, e il piacere sta tutto nel guardare Clint Eastwood negoziare con grazia ogni logoro colpo di scena.
Sebbene la figura dell’attore asciutta e arcigna sia immediatamente riconoscibile, e piacevole, il personaggio non è disegnato in modo tagliente e il rapporto tra Mike e Rafo non si fa mai particolarmente vivace. Il ragazzo ha motivo di risentirsi con suo padre – che non vede da anni – ma Eduardo Minett non riesce a stabilire un grande rapporto con Clint Eastwood, anche se i due dovrebbero sviluppare una sorta di affinità essendo entrambi degli emarginati. Rafo diventa presto una sorta di figlio surrogato di Mike, tuttavia, la star 91enne garantisce solo occasionalmente il sufficiente pathos alla loro amicizia in erba.
Detto questo, Cry Macho – Ritorno a Casa può vantare uno strano senso dell’umorismo grazie al terzo protagonista di questo viaggio di ritorno negli Stati Uniti: il gallo domestico di Rafo, Macho. Lavorando con il direttore della fotografia Ben Davis, Clint Eastwood conferisce ai luoghi del New Mexico una bellezza sconfinata, ma l’austerità delle ambientazioni è spesso furtivamente sminuita dalla presenza di questo pennuto beffardo, che strilla e si pavoneggia. Lo stoicismo del regista/attore controbilanciato dai movimenti a scatti di Macho può essere terribilmente divertente, per non parlare del fatto che queste dinamiche portano una certa energia al ritmo altrimenti un po’ sonnolento.
Per tutto il film, altri personaggi prendono in giro Mike per l’età, e il canuto Clint Eastwood sembra in effetti aver rallentato un po’ con l’avanzare del tempo. Un problema specie quando la sceneggiatura richiede che Mike prenda a pugni qualche cattivo o debba contribuire alle scene d’azione, ma una volta che l’uomo si infila in una storia d’amore con Marta (Natalia Traven), la bella proprietaria di una cantina che incontrano lungo la strada, il machismo stagionato della star rifulge dolcemente. In effetti, Cry Macho – Ritorno a Casa presenta la sua storia d’amore più toccante dai tempi di I Ponti di Madison County.
Ma che si tratti degli antagonisti cartonati o degli attraversamenti pedonali innestati sulla trama da road movie, Cry Macho – Ritorno a Casa non offre molto di nuovo. Naturalmente, il film in realtà non sta cercando di venderci originalità, piuttosto, come detto, l’attrazione principale è l’opportunità di assaporare un’altra prova di una delle ultime leggende viventi.
C’è un’intensità che attraversa Cry Macho – Ritorno a Casa – sia perché Mike sa che i suoi giorni migliori sono ormai alle sue spalle, sia perché la fragilità di Clint Eastwood è visibile – ed è difficile non restare commossi da questa presa di coscienza. Ma l’impatto emotivo si issa in definitiva più sulla nostra storia personale con la star che su ciò che traspare a conti fatti sullo schermo.
Di seguito trovate il trailer italiano di Cry Macho – Ritorno a Casa, nei nostri cinema dal 2 dicembre:
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