Sci-Fi & Fantasy

Darren Aronofsky: “L’accordo Netflix–Warner Bros. ridurrà le opportunità creative. Ma l’AI sta già cambiando il cinema”

Il regista ha parlato del presente e del futuro dell'industria

Come riporta Variety, durante il suo intervento al Red Sea Film Festival, Darren Aronofsky ha commentato il terremoto industriale che sta scuotendo Hollywood: l’accordo che porterà Netflix ad acquisire Warner Bros., compresi gli studi cinematografici, HBO, HBO Max e la divisione gaming, mentre Paramount ha lanciato una propria offerta ostile di acquisizione.

Aronofsky ha ammesso di essere ancora sorpreso dalla velocità con cui tutto sta accadendo:

Non ho ancora digerito la notizia. È tutto così nuovo. Ho la sensazione che non sarà un percorso semplice. Ho letto qualche titolo oggi, e sembra che tutti stiano impazzendo per questo. Non voglio commentare troppo, perché non comprendo ancora tutti i dettagli. Ma una cosa la posso dire: quando c’è consolidamento, è sempre un male.”

Il regista di The Whale ha espresso preoccupazione per la progressiva riduzione della concorrenza nel mercato audiovisivo:

“Abbiamo già pochi acquirenti. Quando vuoi realizzare un film o una serie, mandi il progetto in giro sperando che qualcuno si interessi e che nasca una sorta di competizione che ti permetta di ottenere i fondi necessari per creare arte. Avere un player in meno è sempre un problema. È una delusione.”

La conversazione, moderata dalla neuroscienziata Heather Berlin, si è poi concentrata sul ruolo della tecnologia e sull’impatto dell’intelligenza artificiale nella creazione cinematografica.

Aronofsky ha recentemente fondato Primordial Soup, uno studio di produzione basato sulla AI, in collaborazione con Google DeepMind, per offrire ai registi strumenti generativi all’avanguardia e raccogliere dati di feedback per migliorare i modelli creativi.

“Si sta evolvendo a una velocità impressionante,” ha spiegato. “Quando ho iniziato a vedere le immagini generate dai modelli, ho capito subito che avrebbero avuto un impatto enorme. Ora vediamo contenuti visivamente straordinari, ma di pochi secondi e spesso privi di significato. È una caramella sempre più dolce – e il mondo ne è affascinato.”

Nonostante l’interesse per le nuove tecnologie, Aronofsky resta convinto che la narrazione umana resti il cuore del cinema:

“Guardare un film significa dimenticare se stessi e intraprendere un viaggio con qualcun altro. È un esercizio di empatia, ciò che ci rende una specie migliore e ci aiuta a sopravvivere. Non credo che guardare clip di 10 secondi serva allo stesso scopo.”

Sul potenziale dell’AI come narratore autonomo, il regista ha commentato:

“Molto presto riuscirà a raccontare storie in modo elementare. Ma sarà la collaborazione umana a trasformarle in arte. È lì che diventa interessante.”

E aggiunge:

“Ci saranno molte persone che sperimenteranno con questi strumenti e li trasformeranno in qualcosa di inatteso. Ma l’imprevisto è qualcosa che le macchine non possono davvero comprendere.”

Quando un giovane regista in platea gli ha chiesto come l’AI possa aprire nuove opportunità creative, Aronofsky ha risposto con un consiglio pratico:

Se fossi un filmmaker oggi, sarei in una stanza con cinque amici e cinque computer, per capire cosa è possibile fare.”

Infine, ha riflettuto sull’evoluzione del linguaggio cinematografico e sull’erosione del formato tradizionale:

“C’è stato un tempo d’oro del cinema, ma oggi i film non occupano più lo stesso spazio culturale. Non credo che il dominio del film di due ore durerà per sempre. Alcune serie TV hanno un impatto culturale più profondo: Squid Game, per esempio, ha raggiunto un pubblico immenso e influenzato la cultura in modo potente. La narrazione resterà per sempre; cambia solo il modo di raccontare e gli strumenti con cui farlo. E questi nuovi strumenti sono incredibilmente potenti.”

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Published by
Stella Delmattino