Horror & Thriller

Dossier | Tippi Hedren e l’esperienza da incubo in Gli Uccelli di Alfred Hitchcock

Nel 1999, la protagonista ricordava la complessa lavorazione del thriller e il rapporto non proprio facile col regista sul set

Uscito nei cinema nel 1963, a quattro anni da Intrigo internazionaleGli Uccelli (The Birds) è senza dubbio uno dei film più celebri e ricordati di Alfred Hitchcock. Ispirato dall’omonimo racconto di Daphne Du Maurier, di cui però mantenne soltanto l’idea centrale, ovvero l’inspiegabile attacco dei volatili contro gli uomini, vide la luce dopo che il regista lesse nel 1961 sul quotidiano Sentinel di Santa Cruz la notizia di un’ennesima ‘invasione’ di uccelli marini fra le case sulla costa, questa volta però più ampia e devastante di quella avvenuta l’anno precedente.

Oltre che per il cast di volti per lo più sconosciuti all’epoca, Gli Uccelli viene ricordato non solo per i clamorosi effetti speciali (delle 3.000 inquadrature girate, quasi 400 contengono trucchi e fotomontaggi), che richiedettero oltre un anno di post-produzione, ma soprattutto per l’impiego di Ray Berwick, esperto addomesticatore di animali che addestrò gabbiani, corvi e cornacchie a colpire, ritornare ai loro posti e ripiombare di nuovo sulle loro vittime. Naturalmente, vennero impiegati anche uccelli meccanici, costruiti appositamente per quelle scene in cui recitavano dei bambini.

Proprio in merito a quest’ultimo aspetto, nel 1999, in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita di Alfred Hitchcock, la protagonista Tippi Hedren, allora 69enne, ricordava in una intervista al Corriere della Sera la tutt’altro che semplice lavorazione di Gli Uccelli.

Partendo dagli insegnamenti sul set del regista, diceva:

Alfred Hitchcock era egoista, perché per lui girare il film che aveva in mente era la cosa più importante del mondo. Che cosa mi ha insegnato per prima cosa? A recitare usando i miei occhi. Prima di lavorare con lui avevo fatto la modella: usavo il corpo, il glamour.

Tippi Hedren, che prese parte anche al successivo Marnie (1964) e che negli anni aveva poi imparato a convivere con bestie e volatili di ogni tipo nel suo ranch californiano, ammetteva di avere ricordi agrodolci del thriller:

Dal punto di vista tecnico, girare Gli uccelli fu un’impresa quasi disperata, impossibile sulla carta, resa fattibile solo dalla volontà d’acciaio di Alfred Hitchcock. Oggi sarebbe sufficiente ricorrere al computer, anche sei io detesto i film con gli effetti speciali, ma allora utilizzammo solo uccelli veri. E, adesso, ci sono tour e visite turistiche intorno a Santa Barbara e nei pressi di San Francisco dove io ho vissuto una delle avventure più straordinarie della mia vita, ma che ancora oggi il ricordo mi procura brividi.

Approfondendo l’approccio ‘totale’ del regista nei confronti dei suoi attori e la sua completa devozione al film a qualunque costo, Tippi Hedren rivelava:

Io non ero nessuno quando fui scelta per Gli Uccelli, ma Alfred Hitchcock mi trattava come una star, come la sua protagonista da colmare di attenzioni, anche troppa! Cercava di infilarsi nei miei pensieri, nella mia vita: era una situazione stressante, insostenibile. Avevo la sensazione che ogni giorno volesse cambiare la mia vita, modellarla sul personaggio che mi aveva regalato con un obiettivo: pilotare la mia esistenza. Non fu facile per me, per gli altri attori e per le maestranze. Eravamo sottoposti a sforzi continui, a tensioni fortissime. La lavorazione fu durissima: per tenere a bada gli uccelli fu costruita una gabbia enorme. Io dovevo entrare in quella gabbia così, anche se i volatili venivano spinti contro di me, non potevano volare sino al soffitto.

L’attrice, madre di Melanie Griffith (e nonna di Dakota Johnson), si addentrava poi nel ricordo della scena più traumatica di Gli Uccelli:

La sequenza più difficile fu certamente quella in cui venivo beccata e attaccatala dagli enormi gabbiani, che in realtà erano legati per le zampe a fili di nylon, cuciti ai miei vestiti. Ancora oggi, a volte, anche se vivo tra i miei leoni, le mie tigri e i miei elefanti, assolutamente pacifici in confronto a quegli uccellacci del film, mi accade di svegliarmi come in un incubo, pensando che uno di quei gabbiani è proprio di fronte al mio viso e sta per graffiarmi un occhio, come davvero accadde. Ero troppo stressata e chiesi un periodo di riposo.

Nonostante tutto, Tippi Hedren sembrava comunque non portare alcun rancore verso Alfred Hitchcock, tanto che ammetteva:

Avevo l’impressione che il suo cervello fosse un computer: ricordava le cose, le ripescava nel suo passato, nelle sue letture e le riversava dentro il film che doveva girare. Gli attori o lo seguivano o lo lasciavano: io, un giorno, gli dissi che forse avrebbe dovuto fare l’attore per capire la fatica alla quale venivamo sottoposti. Mi rispose sornione: “Mia cara, io sono un attore, e per questo appaio sempre nei miei film!”.

Di seguito il video con l’attacco dei corvi agli studenti da Gli Uccelli:

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Published by
Redazione Il Cineocchio