Sci-Fi & Fantasy

Dossier: Un Milione di Anni Fa, Raquel Welch cavewoman per la Hammer

Ricordiamo la diva recentemente scomparsa attraverso il suo primo ruolo da protagonista. Uomini primitivi e dinosauri assortiti in questo strambo fantasy che può contare sulla bellezza iconica dell’attrice e sulle meraviglie tecnico/visive di un mago della stop-motion come Ray Harryhausen

E’ di qualche giorno la notizia della scomparsa di Raquel Welch, avvenuta lo scorso 15 febbraio. Modella e attrice statunitense. Sex symbol. Icona di bellezza. Una bellezza prorompente, quasi disarmante. Caratteristica che sarà sua per una vita intera, in cui nemmeno il tempo è riuscito a scalfirne il fascino. Nata a Chicago nel 1940, da padre boliviano e madre americana.

Esordisce come attrice a 24 anni quando infila una serie di ruoli di supporto sia al cinema (da Madame P… e le sue Ragazze a Il Cantante del Luna Park al fianco di Elvis) che in televisione (con partecipazioni a serie come Il Virginiano o Vita da Strega). Il primo ingaggio da protagonista arriva nel 1966 con Un Milione di Anni Fa, per la regia di Don Chaffey, il film che abbiamo scelto quest’oggi per omaggiarne il ricordo.

Per l’importanza nella sua carriera, per un genere di appartenenza affine al mondo del Cineocchio, così come il coinvolgimento di nomi ai noi cari come Hammer e Ray Harryhausen, sui quali sono sicuro di non dovervi dare tante spiegazioni. Ma di questo parleremo a breve.

Nello stesso anno partecipa a Viaggio Allucinante di Richard Fleischer, altro titolo affine a quelli con i nostri gusti. Ma i generi esplorati saranno tanti, proprio la bellezza sarà per Raquel Welch la spinta a voler dimostrare di essere una attrice con altre doti oltre a quelle estetiche, dalla commedia (con qualche escursione in terra italiana, da Eduardo De Filippo a Mauro Bolognini) al poliziesco (La Signora nel Cemento, 1968), all’horror/thriller (Barbablù, 1972), al western (Bandolero! Del 1968 e La Texana e i Fratelli Penitenza del 1971), giusto per fare qualche esempio. Percorso che la conduce orgogliosamente alla vittoria di un Golden Globe nel 1975 come miglior attrice in una commedia o film musicale per la sua interpretazione ne I Tre Moschettieri di Richard Lester.

La svolta per la carriera di Raquel Welch, dicevamo, era arrivata nel 1966 quando dopo il rifiuto (per questioni di salario) di Ursula Andress viene scelta dalla Hammer, celebre casa di produzione britannica specializzata in horror ma non solo, per il ruolo da protagonista in Un Milione di Anni Fa (One Million Years B.C.), remake del film del 1940 diretto da Hal Roach (che qui sale a bordo come produttore) che da noi era arrivato come Sul Sentiero dei Mostri.

La scelta dell’interprete femminile è evidentemente estetica, anche perché il film è incentrato su una tribù di primitivi che parla un linguaggio imprecisato e la stessa attrice viene doppiata nei grugniti da Nikki Van der Zyl, famosa per aver fornito molte voci nei film di James Bond.

Raquel Welch viene piazzata in primo piano su una locandina che entrerà nell’immaginario collettivo e che verrà omaggiata da numerosi film che ne mostrano una copia in qualche scena (vedi Le Ali della Libertà, per dirne uno), recitando tutto il tempo in una sorta di striminzito bikini preistorico studiato ad hoc per ogni tipo di spettatore potenzialmente attratto da una donna così bella.

Il suo è anche il primo nome sui credits di Un Milione di Anni Fa, anche se poi di fatto il ruolo assegnatole è quello di una donna che sa fare quel passo indietro che tanto piace ad Amadeus, in sostanza Loana è la spalla del maschio alfa John Richardson a cui poi provare a rubare l’inquadratura in fatto di appariscente presenza scenica.

Non per niente, il repertorio comprende una corsa sulla spiaggia, un bagno a mare (coi bikini in pelliccia che diventavano pesanti e quindi molto scomodi), persino un catfight – in una rivalità bionde vs. more che manco il concept delle veline – girato senza controfigure contro Martine Beswick (ingaggiata senza provino, per le sue partecipazioni da bond girl in Dalla Russia con Amore e Thunderball) con cui, in realtà, instaura un ottimo rapporto.

Insomma, Un Milione di Anni Fa non è esattamente quel tipo di prodotto che oggigiorno farebbe la gioia di femministe e/o sostenitori del #Metoo, che di fronte all’ideologia di un contesto di questo tipo potrebbero facilmente imbracciare torcia e forcone per poi scendere in piazza. Lungi da me andare ad impelagarmi in questioni troppo delicate da affrontare in questa sede, con leggerezza dico solamente che è abbastanza ovvio che ogni momento storico andrebbe analizzato con il suo occhio specifico, lo stesso che magari può farci apprezzare un Charlton Heston messicano senza gridare allo scandalo.

Alla base di Un Milione di Anni Fa c’è un’idea mezza matta che alla lunga si rivela anche un po’ il suo limite. Non a caso, la stessa Raquel Welch ne parlerà ironicamente come ‘quello stupido film coi dinosauri’.

La storia è incentrata sulla routine della tribù nelle sue fasi e le sue dinamiche, come il cacciare per nutrirsi o il doversi difendere da bestie feroci. La leadership che finisce al più forte, un ecosistema che non concede tempo e spazio a deboli e anziani che vengono lasciati indietro. Non c’è molta varietà di eventi ma, soprattutto, ad eccezione del voice over nel prologo, parliamo di un film essenzialmente privo di dialoghi.

Come detto, i primitivi parlano (poco, visto che perlopiù grugniscono) in una lingua sconosciuta, in pratica non vi aspettate una cosa filologica e contestualizzata alla Apocalypto. Un aspetto che inevitabilmente incide sulla scorrevolezza dei 100 minuti di durata. Siamo al cospetto di quello che forse senza saperlo è un fantasy, considerando che il piazzare uomini primitivi insieme ai dinosauri denota un fiero ignorare ogni minima accuratezza storica.

Qualora a convincerci non fosse bastato il look di alcuni personaggi (Raquel Welch su tutti) che ci pone un interrogativo, perché è evidente che per la Hammer il mestiere più antico del mondo deve essere stato uno a scelta tra estetista e stilista. Già, ma quale? Scopritelo in ‘Scopritori di mestieri’, su Rieducational Channel!

Per fortuna, ad Un Milione di Anni Fa non mancano frecce al proprio arco. Intendo oltre a Raquel Welch, visto che di quello abbiamo detto. A tenere in piedi il film e la visione è quel mago di Ray Harryhausen. Magnifici dinosauri fatti a mano che minacciano gli umani o si affrontano tra di loro in stop-motion.

Una di quelle esperienze in materia di special effects che vale la pena gustarsi almeno una volta. L’atto iniziale prevede l’utilizzo di animali veri come un pitone, un facocero, una capra o una tarantola, anche il primo dinosauro ad entrare in scena non è altro che un esemplare di iguana vivo e vegeto ingigantito da un gioco di prospettive, omaggio all’originale Sul Sentiero dei Mostri, che ricorreva a questo espediente che veniva utilizzato in molte produzioni vintage che probabilmente avevano la concezione che lo spettatore medio non sapesse quasi nulla in ambito di rettili e simili.

Anche il make-up di Robert Brown (altro attore dal curriculum bondiano, con ben cinque partecipazioni all’attivo tra il 1977 ed il 1989) è praticamente lo stesso di Lon Chaney Jr. nella versione del 1940. Dopodiché sale in cattedra Harryhausen, che utilizza la propria tecnica Dynamation che però non può essere utilizzata in fase di marketing dalla Hammer in quanto marchio registrato da Charles H. Schneer – insieme a Il Mondo Meraviglioso del 1956, Un Milione di Anni Fa è uno dei due film che il geniale Ray non realizza col produttore nell’arco di una partnership durata 26 anni.

Un Ray Harryhausen che realizza cose tipo una tartaruga gigante (che Loana chiama Archelon, vero nome scientifico dell’animale che in deriva dal greco e vuol dire re tartaruga), uno pteranodonte, un allosauro, un brachiosauro, creando spesso anche l’illusione ottica di un’interazione con gli esseri umani, fino allo scontro tra un triceratopo ed un ceratosauro che vale il cosiddetto prezzo del biglietto.

E questo nonostante il budget contenuto non gli concedesse chissà quale spazio di manovra, vedi piccoli dettagli come ad esempio la sequenza della tartaruga in cui le zampe posteriori non si muovono ma sono semplicemente trascinate sulla sabbia. Il finale di Un Milione di Anni Fa apre il largo alla devastazione da eruzione vulcanica, con alcune scene girate in una strana tonalità seppia anziché a colori come il resto del film.

Budget da appena 423mila sterline, di cui circa 140mila per costumi e scenografie che vennero in parte riutilizzate per Femmine delle Caverne del 1967 (in cui compariva ancora Martine Beswick che intanto aveva iniziato una love story con John Richardson che durerà sette anni), primo di altri tre film che – visto il successo – la Hammer realizzò sullo stesso tema delle donne preistoriche, seguiranno Quando i Dinosauri si Mordevano la Coda nel 1970 e La Lotta del Sesso 6 Milioni di Anni Fa nel 1971.

Gli esterni vengono girati prevalentemente alle Canarie, tra Lanzarote e Tenerife, nell’inverno del 1965, mentre gli interni a Londra, con le riprese che terminano a gennaio del 1966, in modo da dare il tempo a Ray Harryhausen di completare i suoi visual effects entro la primavera dello stesso anno.

Oltre al famoso poster, in fase promozionale la Hammer decise di pubblicizzare (mentendo) Un Milione di Anni Fa come il suo centesimo film. Nel corso degli anni, spezzoni di footage sono stati utilizzati in altri film come la scena in cui i cavernicoli vengono travolti dai massi che si può vedere in uno sogno ad occhi aperti di Alex in Arancia Meccanica, oppure lo scontro tra triceratopo e ceratosauro che compare in Wargames. Vent’anni dopo, Cro Magnon – Odissea nella Preistoria mostrerà simili interazioni tra clan all’interno della sua storia portante.

Un Milione di Anni Fa è una visione particolare. Per dire, non è un film che rivedrei. Ma è un film che mi fa piacere aver visto per avermi dato la possibilità di godere delle meraviglie tecnico/visive di un maestro degli effetti speciali come Ray Harryhausen. E, naturalmente, ammirare la bellezza memorabile di un’icona del fascino come Raquel Welch.

Di seguito trovate il trailer internazionale di Un Milione di Anni Fa:

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Published by
Francesco Chello