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Gore Verbinski su Pirati dei Caraibi 3: “La morte del Kraken dà la chiave del significato della saga intera”

Il regista ha commentato una scena del film del 2007, sottolineandone la grande valenza

Arrivato nei cinema nel 2007, Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo (Pirates of the Caribbean: At World’s End) è il terzo dei cinque film della saga avventurosa usciti fino ad oggi, il terzo diretto da Gore Verbinski.

Girato back-to-back col secondo capitolo, ha saputo incassare oltre 900 milioni di dollari nel mondo a fronte dei 300 di budget, nonostante le maggiori critiche rispetto ai precedenti (anche perché era stato presentato come ultimo tassello di quella che era stata pensata come una trilogia).

In ogni caso, tra i momenti più significati – e misteriosi – del film con Johnny Depp, Orlando Bloom, Keira Knightley e Geoffrey Rush – c’è la famigerata sequenza del ritrovamento del gigantesco Kraken morto spiaggiato su un’isola.

A spiegarne il significato, che va ben al di là del mero colpo di scena ‘a effetto’, ci ha pensato ora lo stesso Gore Verbinski, che in una lunga intervista dedicata all’intera trilogia ha svelato cosa rappresenti quell’immagine per l’intera saga:

Tutta la trilogia ha sempre ruotato intorno al concetto della morte dei mostri. Questo mondo [dei pirati] sta finendo. Il progresso è giunto e i miti non sono più rilevanti all’interno di questo nuovo ordine mondiale.

Questa era la funzione narrativa fondamentale [di tale scena] in quel punto del film. È un momento triste per Barbossa e per Jack, che si fermano a contemplano quella cosa e si rendono conto che è ciò che loro sono in quel preciso momento. Sono due dinosauri in questo mondo.

Di seguito la scena della morte del Kraken da Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo:

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Redazione Il Cineocchio