Nonostante i buoni propositi iniziali, a trionfare è sempre il film d'autore dalla durata improbabile che nessuno ha visto. Per il resto tutto come da nostre previsioni
La settantatreesima Mostra del Cinema di Venezia si è chiusa com’era cominciata: con una grande produzione hollywoodiana, volta ad attirare l’attenzione del grande pubblico. Al musical La La Land era stato concesso l’onore dell’inaugurazione, al remake de I Magnifici Sette quello della conclusione, con relativa ultima sfilata sul tappeto rosso. Tutto questo non si è in alcun modo riflettuto sulle scelte della Giuria, indirizzate dalla consueta volontà di premiare i film che si suole definire “da festival”. Il Leone d’Oro è stato infatti assegnato al film The Woman Who Left del filippino Lav Diaz.
In un’ottica molto benevola, per spartire premi un po’ tra tutti, la Giuria ha poi optato per un clamoroso ex aequo quanto alla consegna dei Leoni d’Argento, che sono andati al russo Paradise di Andrej Končalovskij e al messicano La Region Salvaje di Amat Escalante (che siamo stati tra i pochi ad aver intervistato, tra pochi giorni sarà online la chiacchierata con il regista). Un altro Leone d’Argento è stato assegnato con il sottotitolo di Gran Premio della Giuria a Tom Ford per il suo Animali Notturni/Nocturnal Animals. Proprio a quest’ultimo, oltre che all’altro premiato Paradise, avevamo assegnato nei nostri pronostici della vigilia i due premi principali e quindi ci riteniamo piuttosto soddisfatti delle previsioni. Lo siamo totalmente, invece, per quanto riguarda i premi ai migliori attori che, come vi avevamo annunciato, sono stati assegnati a Oscar Martinez de El Ciudadano Illustre e a Emma Stone per la sua interpretazione in La La Land.
Così si è chiusa un’edizione piacevole della Mostra per quanto riguarda i film, ben dosati tra cinema d’autore e grandi produzioni, e un po’ meno ricca per quanto riguarda il contorno, soprattutto quello serale, che offre sempre meno. Sono lontani i fasti di qualche anno fa, quando, usciti dalle ultime proiezioni della sera, il Lido offriva svariate scelte di buona qualità tra feste in terrazza, locali in cui andare a bere qualcosa in tranquillità e discoteche sulla spiaggia. Oggi per tutto questo, a parte rare eccezioni, ci si deve spostare a Venezia: il Lido va a letto presto e ricorda la città descritta da Domenico Modugno nella canzone Vecchio Frac “E’ giunta mezzanotte, si spengono le luci, si spegne anche l’insegna di quell’ultimo caffè. Le strade son deserte, deserte e silenziose…”. Forse sono diminuiti gli sponsor, forse sono maggiori i timori in fatto di sicurezze, con blocchi al traffico e vigili che facevano aprire zaini e borsette e impedivano persino l’acceso in bicicletta all’ingresso del perimetro in cui si è svolta la Mostra. In ogni caso, noi ci siamo divertiti ad essere qui e a raccontarvi, di giorno in giorno quel che succedeva, nella speranza che anche voi non vi siate annoiati a leggere quel che abbiamo scritto in questa semiseria rubrica.
Siamo in partenza, a Venezia 74!