Quarta giornata all'insegna dell'Italia, dai classici di Dino Risi al poco convincente Papa di Paolo Sorrentino, passando per l'ancor meno convincente Spira Mirabilis, primo film nostrano in Concorso
In attesa che Jean-Paul Belmondo porti al Lido un po’ di Nouvelle Vague, per intanto è arrivata la Nouvelle Vogue e ha portato qui tutto il bel mondo. Un gioco di parole per dire che la proiezione di Franca (Chaos and Creation), biografia della direttrice della famosa rivista di moda realizzata dal figlio Francesco Carrozzini, ha attratto tantissimi volti noti, da Diego della Valle a Naomi Campbell, per celebrare la loro amica Franca Sozzani. Così tanti che in un primo momento era stato lasciato fuori dalla sala un Matteo Marzotto sprovvisto di biglietto, il quale umilmente si è ben guardato dall’usare la classica espressione “Lei non sa chi sono io!”, ma nonostante questo è arrivata una giornalista straniera a porgergli un non richiesto soccorso dicendo alla maschera: “Lei non sa chi è lui!”. Alla fine, comunque, due biglietti per Marzotto sono stati recuperati.
Eravamo rimasti in debito da ieri delle nostre impressioni sul film in concorso Frantz, che sono molto buone. François Ozon sceglie il bianco e nero per raccontare, in lingua per metà tedesca e per metà francese, la storia della vedova inconsolabile di un giovane soldato tedesco morto al fronte durante la Prima Guerra Mondiale. Ella incontra un giorno al cimitero un misterioso francese che piange sulla sua stessa tomba e si presenta a lei e alla famiglia del defunto Frantz come un suo caro amico di Parigi. Ma chi è veramente? Un film toccante, narrato senza fronzoli, che dopo una prima parte in sordina spiazza completamente lo spettatore comunicandogli di cosa può essere capace l’amore. Bravissimi i due poco noti protagonisti, Pierre Niney e Paula Beer.
A proposito di Dino Risi, per omaggiare il centenario della sua nascita sono stati proiettati oggi Profumo di donna e un cortometraggio dal titolo 1848, realizzato un secolo dopo per celebrare Le Cinque Giornate di Milano, ritrovato recentemente negli archivi della Veneranda Fabbrica del Duomo. In esso fece il suo debutto sul grande schermo la giovanissima Lucia Bosè, che all’epoca alternava qualche comparsata al cinema al lavoro di commessa alla pasticceria milanese Galli. A produrre il cortometraggio fu l’avvocato Gigi Martello, che secondo la leggenda ispirò il personaggio di Bruno in Il Sorpasso, e non ci stupisce dato il gustoso aneddoto che ci ha raccontato oggi su di lui Claudio Risi, figlio di Dino: “Un giorno, a Milano, mio padre incontrò Martello che gli disse ‘accompagnami a prendere le sigarette’. Salirono in macchina e finirono in Liechtenstein. Martello disse allora a mio padre che lo avrebbe portato a pranzo dal Principe. Arrivarono a palazzo, Martello mostrò la tessera del tram dicendo che era un giornalista che doveva intervistare il Principe e furono fatti accomodare per il pranzo. Poi tornarono a Milano. Senza sigarette”.
A domani