Permetteteci. No, noi ... scusate, noi siamo in due. Come antifurto, per esempio. O anche bocciati e promossi. Capite?
Arrivati all’ultimo vero giorno della Mostra – stasera avranno luogo soltanto le premiazioni, oltre alla proiezione del film di chiusura di Kitano Takeshi, Outrage: Coda – esponiamo i nostri pronostici sui vincitori. A seguire, trovate invece le pagelle di questa edizione. La prima parte va presa sul serio. La seconda non del tutto.
I PRONOSTICI
LE PAGELLE (rigorosamente in ordine alfabetico):
Aronofsky Darren, 3: il suo Madre! è incomprensibile. Merita un anagramma.
Barbera Alberto, 6.5: media tra il voto al selezionatore (5) e quello al Gran Cerimoniere (8).
Cibo, 10: crostini con baccalà, gnocchi con granseola, bigoli in saor, capesante, fritti misti. Tutto buono.
Concorso Venezia 74, 6: ci sarebbe piaciuto dargli 9, ma anche 3. Invece un festival dove il film più apprezzato è Tre manifesti a Ebbing, Missouri (bello, ma dimenticato nel giro di sei mesi) rappresenta al meglio la mediocrità del cinema di oggi. Unici a far parlare come si conviene a una Mostra del Cinema Aronofsky (vedi sopra) e Kechiche (vedi sotto).
Conferenze stampa, 4: la fiera delle banalità.
Friedkin William, 3: quasi rinnega “L’Esorcista” per promuovere un documentario, da molti giudicato finto, che mostra Padre Amorth in azione. Per vedere cose serie sul tema, proiettare “L’Esorciccio”.
Giuria, giudizio sospeso: si vedrà in base ai premi.
Depardieu Gerard, 9: Vederlo che si asciuga il sudore in una sala dalla temperatura polare è la perfetta fotografia di un anticonformismo che è molto mancato in questo Festival. Nel discorso assai breve da lui tenuto, la parola più usata è stata “merda”.
Disegni Stefano, 8: Le sue vignette sul Ciak Daily, giornalino della Mostra, si dimostrano le recensioni più affidabili per il pubblico che deve decidere per quali film pagare il biglietto.
Forze dell’ordine, 10: perquisiscono con scrupolo tutti coloro che entrano negli spazi della Mostra. Eccezionalmente chiedono anche i documenti, come hanno fatto con noi una sera dopo una festa. Forse perché ci hanno colti mentre pedalavamo a zig-zag.
Hotel Des Bains, non pervenuto (ormai da anni). Come la temperatura di Cuneo.
Hotel Excelsior, 8: porto sicuro.
Ippoliti Gianni, 7: festeggia il ventennale del concorso per la miglior stroncatura (Coppa Codacons “Aridatece i soldi”) premiando un ragazzo che si è concentrato su Madre! A dire il vero, stroncature meno divertenti degli scorsi anni, ma lui non ne può nulla.
Isola del Lazzaretto Vecchio, s.v.: chiusa per restauro tranne una piccolissima porzione, dove non c’è nulla da vedere.
Madrino (Alessandro Borghi), la scelta si commenta da sola …
Manetti Bros, 9 (come i minuti di applausi conquistati dal loro Ammore e malavita): dementi ma ribaldi.
Mondanità (al Lido), 4: serate loffie, tutti a Venezia o a San Clemente.
Omaggi ai grandi vecchi morti di recente o in corso di Festival (Jerry Lewis, Jeanne Moreau, George A. Romero, Gastone Moschin), 0 (nel senso di nessuno e nel senso di colpa di chi non ha provveduto).
Programma cartaceo della Mostra, 3: come le pagine su cui è scritto e che non fanno capire nulla.
Ranieri Luisa, 8: novella Sofia Loren e madrina rimpianta.
Realtà Virtuale (VR), 4: non lascia traccia, come il suo presidente John Landis.
Rech Michele: chi?? (da leggere con la voce di Maurizio Mosca), vedi Zerocalcare.
Rosita (Ernst Lubitsch, 1923), 9: IL capolavoro di Venezia 74
Sala Giardino, 2: si allaga con facilità.
Vigili, 10: la nostra macchina, parcheggiata davanti a casa e mai spostata, in dieci giorni ha collezionato ben tre multe. Efficienza totale.
Zerocalcare, 0: presenza sfuggente.
A domani