Alla 21a edizione del Comicon di Zagabria abbiamo incontrato il disegnatore 64enne per una chiacchierata sul suo personaggio più noto e sulle sue influenze
Noto a livello internazionale per essere il creatore della longeva serie a fumetti dedicata al coniglio samurai Usagi Yojimbo, Stan Sakai è un disegnatore giapponese-americano in attività da quasi 40 anni. Ospite d’onore alla 21a edizione del Comicon di Zagabria, in Croazia, abbiamo avuto modo di incontrare il fumettista 64enne per una chiacchierata faccia a faccia sulla sua più famosa creazione, sul suo rapporto con il cinema e con il fumetto europeo.
Si, il personaggio è stato per ora solo opzionato dalla francese Gaumont, che ha intenzione di produrre una serie televisiva animata. Non c’è ancora certezza al 100%, ma si tratta di una compagnia prestigiosa e le persone che dovrebbero lavorarci sono deliziose. Posso dirvi che hanno già cominciato a svilupparla e che sono molto contento di quelli che sono i loro piani per il personaggio. Io sarò attivamente coinvolto come consulente, approverò le storie e il design, ma non curerò personalmente i disegni e le animazioni, perché non ho tempo e vorrei concentrarmi sui fumetti …
Inoltre, il team di scrittori e animatori della Gaumont è davvero valido e ha capito perfettamente come approcciare Usagi. Siamo ancora nelle primissime fasi, ma posso dirti che ci saranno sia episodi basati su storie completamente nuove e pensate appositamente che qualche adattamento di avventure già pubblicate, anche se sarà tutto incastrato in una sorta di continuity. E poi abbiamo pensato anche ad alcune sorprese!
Come si è evoluto – e adattato ai nostri tempi – Usagi Yojimbo nel corso dei quasi 35 anni passi dalla sua prima apparizione sulla rivista antologica Albedo della Thoughts and Images?
Usagi è cresciuto molto in questo periodo di tempo. Oggi non è più impulsivo e spaccone come una volta e credo che la sua maturità sia una conseguenza della mia maturazione sia come artista che come sceneggiatore … Anche il suo aspetto fisico e le proporzioni sono mutati negli anni. Questi cambiamenti non sono stati pensati naturalmente a tavolino, quanto sono stati più dettati inconsciamente dal mio Io. Si è trattata di una evoluzione naturale, allo stesso modo in cui siamo cresciuti tu o io.
Usagi e la TMNT sono nati più o meno nello stesso periodo, intorno al 1984, e all’epoca i fumetti in bianco e nero erano davvero rari negli Stati Uniti. Con Kevin Eastman e Peter Laird cominciammo quindi a supportarci a vicenda, inviandoci lettere e sketch dei personaggi e presto diventammo amici. Poi arrivò in TV la serie animata delle Tartarughe Ninja e durante una convention, Peter – che sedeva nello stand accanto al mio – mi chiese se mi sarebbe piaciuto che Usagi facesse un’apparizione nel cartone. Naturalmente ne fui entusiasta, poi si misero in mezzo gli avvocati e nacquero questioni legali dovute ai diritti e le cose si complicarono un po’ … Comunque cominciò tutto così. Qualche anno fa invece, la Nickelodeon ha deciso di produrre una nuova serie sulle TMNT – Kevin e Peter non ne detenevano già più i diritti -, e i produttori mi dissero che volevano fortemente che Usagi facesse delle apparizioni in alcuni episodi. Sono stato molto contento del risultato e di come lo hanno integrato nella storia .
Qualcosa di simile c’è già stato. A Londra e negli Stati Uniti è andato in scena uno spettacolo teatrale dedicato a Usagi, che seguiva piuttosto accuratamente le mie storie. In diversi momenti si è anche parlato di veri e propri film, sia animati che live-action che con i pupazzi, con grandi nomi di Hollywood coinvolti. Uno di loro aveva addirittura collaborato a un film di Arnold Schwarzenegger. Tuttavia, la loro visione del personaggio e della storia è sempre stata diversa dalla mia, quindi non siamo mai giunti a un accordo. Io detengo completamente i diritti di Usagi, quindi l’ultima parola spetta a me. E’ stato divertente anche soltanto aver l’occasione di parlare con queste persone però!
Ha familiarità con il fumetto e i fumettisti italiani?
Ho scoperto il fumetto europeo al college e il primo personaggio di cui mi capitò di leggere una storia fu Asterix. Rimasi assolutamente impressionato dal modo di raccontare, dai colori … e soprattutto dal fatto che la vicenda si aprisse e chiudesse in un solo volume. Ero abituato agli Stati Uniti, dove uscivano fumetti di una ventina di pagine, stampati su carta scadente … In seguito scoprii Moebius, Jordi Bernet e Milo Manara, le cui opere mi hanno influenzato parecchio. Per me è bellissimo poter girare ancora oggi per l’Europa per Convention, perchè mi dà l’occasione di scoprire ogni volta nuovi fumetti e autori.
Purtroppo non ho molto tempo per andare in sala. Mi piace molto il cinema di James Cameron, il modo in cui introduce i suoi personaggi, ma anche quello di Sergio Leone e Akira Kurosawa, che è sicuramente il mio regista favorito, specie per la sua epicità. Penso che il mio modo di scrivere una storia sia stato – e sia – decisamente più influenzato dai film che da altri fumetti.
L’influenza di Akira Kurosawa sulle sue opere è certo evidente! Potrebbe raccontarci qualcosa in più del suo rapporto con il regista?
Ho scoperto il cinema di Kurosawa negli anni ’60. Sono cresciuto alle Hawaii e dove abitavo c’era un cinema che ogni settimana programmava film giapponesi, tra cui ovviamente i suoi, ma anche Zatoichi o film cinesi come One-Armed Swordsman … Ne rimasi molto colpito, tanto che desiderai di creare una serie ispirata alle gesta del samurai e scrittore Miyamoto Musashi, che al cinema era stato interpretato da Toshiro Mifune nella Trilogia del Samurai diretta da Hiroshi Inagaki. Sono riuscito addirittura a entrare in possesso dell’autografo di Mifune, una grande gioia e un grande onore per me!
Di seguito il video con Stan Sakai all’opera su uno sketch durante il Comicon di Zagabria: